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Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
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Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
Buonasera ragazzi ho trovato questo online ve lo allego.
Parlare di dieta del canarino equivale a discutere della formazione di calcio della nazionale: ognuno ne ha una sua. Chi inizia ad allevare fa affidamento sulle esperienze altrui, ma poi, dopo aver preso dimestichezza con i piccoli piumati, comincia a sperimentare nuovi alimenti, un po' attratto dalle mode del momento, un po' perche' in ognuno di noi alberga uno spirito innovativo ed al contempo ingegnoso, che ci porta a sperimentare nuove soluzioni, non sempre valide. Mai paghi, dopo aver adottato un certo regime alimentare si e' indotti a mutarlo nel corso degli anni, anche se il precedente aveva dato buoni risultati. Da sempre argomento dibattuto, quello della giusta alimentazione e' oggetto di notevoli varianti ed interpretazioni. Eppure il segreto di una corretta dieta e' dietro l’angolo, basta guardare il comportamento degli animali in natura. Perche' vogliamo sconvolgere cio' che la natura ha sapientemente costruito nel corso di millenni? Perche' vogliamo sostituirci all’istinto che induce i canarini a scegliere tra i semi lattiginosi ed il pastone sempre ed esclusivamente i primi rispetto ai secondi? Certo, in natura non troveremo il nostro canarino domestico, ma nelle isole spagnole immerse nell'Oceano Atlantico, a ridosso dell'Africa, il suo antenato e' osservabile in grandi quantità. Basterebbe studiare il suo comportamento in natura per scoprire quali sono le sue esigenze.
Il canarino selvatico si ciba essenzialmente di semi allo stato lattiginoso (immaturi) che reperisce su piante spontanee o coltivate. Nelle Isole Canarie questo cibo e' disponibile tutto l'anno, grazie al clima che caratterizza quei luoghi. Il piccolo e grazioso fringillide non disdegna di assaggiare anche i teneri germogli e la frutta, con predilezione per i fichi, ed in particolare per i piccoli semi che in essi sono contenuti. I semi allo stato ceroso posseggono numerose proprieta' e sono facilmente assimilabili. Sono ricchi di vitamine, proteine, enzimi, zuccheri, ormoni, oligominerali e acidi organici. Costituiscono, pertanto, un'ottima fonte d'energia e di benessere, sono indispensabili allo sviluppo dei tessuti ed alla formazione delle piume. Se volessimo rispettare tale dieta dovremmo quindi essere in grado di reperire, tutto l'anno, piante contenenti semi immaturi e frutta, tra cui fichi, garantendo una somministrazione costante di questi alimenti. Ma cio' non sempre e' possibile. Bisognerebbe disporre di molto tempo libero. Nella nostra penisola, inoltre, l'alternanza delle stagioni non ci consente di poter sempre cogliere i nutrienti semi lattiginosi.
Dopo aver osservato il comportamento alimentare del canarino in natura occorre verificare la conformazione del suo becco e del suo apparato digerente. Il primo e' strutturato, sia esternamente che internamente, in modo da raccogliere e sgusciare i semi; il secondo consente di deglutirli e trasformarli in composti che saranno assimilati dall'organismo. Il nostro grazioso uccellino e' pertanto un granivoro. Grani ed altri cereali sono l'alimento naturale di questo uccello. Mi domando, allora, perche' noi umani ci "sforziamo" di fargli mangiare di tutto e di piu', come se fosse un onnivoro. Alcuni s'intestardiscono con le verdure: ma bisogna riflettere che il nostro non e' un erbivoro (non ha lo stomaco di un ruminante); altri sperimentano prodotti a base di latte: ma occorre considerare che questo alimento e' destinato dalla natura a favorire la fase di crescita dei mammiferi (benche' alimenti a base di latte o suoi componenti siano stati e sono impiegati per alimentare canarini); c'e' chi, senza ragionare, pensando di fare cosa gradita, ricorre ad omogeneizzati per bambini, alimenti per culturisti, integratori per debilitati, cibi macrobiotici e chi piu' ne ha più ne metta. Basta! Per favore, trattate il canarino da uccello granivoro, senza esagerare.
Chiarito il concetto delle caratteristiche strutturali dell'apparato digerente del canarino, considerate le sue abitudini in natura, poiche' i semi allo stato lattiginoso non sono di facile reperimento, cosa somministrare ai nostri amati e colorati pennuti? Un valido surrogato e' costituito dai semi secchi. Questi non hanno le stesse proprieta' dei semi immaturi, ma sono in grado di fornire buona parte dei principi nutritivi necessari al fabbisogno dietetico dei canarini.
Le sostanze carenti o mancanti nei semi secchi saranno integrate da altri alimenti. Questo ruolo e' essenzialmente svolto dai pastoni (fonte alimentare a base di sfarinati, opportunamente integrati da vitamine, oligoelementi ed aminoacidi essenziali), e dagli integratori minerali e vitaminici da somministrarsi in forma liquida (attraverso l'acqua di bevanda) o solida (mediante aggiunta negli sfarinati). Quali sono i semi secchi idonei a soddisfare le esigenze dei canarini? Innanzi tutto sono semi secchi quelli che, in seguito a raccolta in giusta epoca di maturazione, hanno perso gran parte del loro quantitativo acquoso. Non tutti i semi, pero', sono idonei o salubri; valutiamo la tipologia e le caratteristiche essenziali che gli stessi devono possedere:
dimensioni e struttura devono essere tali da rendere il seme facilmente sgusciabile ed ingeribile in relazione alle grandezza ed alla conformazione del becco del canarino;
appetibilita' e facile assimilazione delle sostanze in essi contenute;
equilibrata fonte proteica e lipidica;
facile reperibilita' sul mercato;
proprieta' di conservazione nel medio periodo (poco più di un anno) in condizioni ottimali (umidita' e temperatura idonee);
esenti da polveri e/o sostanze chimiche impiegate per preservarli dall’attacco di parassiti, funghi, ecc. (la presenza della polvere non puo' essere scongiurata del tutto perche' sono gli stessi semi a produrne per sfregamento tra di loro all'interno della confezione. Andranno valutate negativamente, pertanto, le partite visivamente polverose).
I semi secchi utilizzati dalle ditte di mangimi per le miscela da destinarsi agli uccelli granivori si dividono in bianchi e neri. I primi appartengono alla famiglia delle graminacee e di questi, quelli usati per alimentare i canarini sono:
la scagliola: e' tra i semi bianchi quello col maggior valore proteico, il piu' facilmente digeribile ed il piu' appetito. Ricco di carboidrati, e' pero' molto povero di lipidi. Ogni miscela dovrebbe contenerne in quantita' non inferiore all'80%;
il panico e' un seme molto apprezzato dai canarini, specie se somministrato in spighe;
l’avena decorticata non e' propriamente un seme bianco; la sua somministrazione deve avvenire in modica quantità poiche' un abuso nel consumo di questo seme puo' causare complicazioni intestinali. E' ricco di vitamina B1.
I secondi sono semi oleosi, molto appetiti dai canarini che li mangiano per primi quando viene loro somministrata la miscela. I piu' comuni sono:
il niger, presente in quasi tutte le miscele, ricco di proteine, vitamina E ed elevata percentuale di lipidi;
la canapa, se raccolta prematuramente darebbe semi piccoli e non vitali. Quindi sono da preferire i semi di dimensione media. Le cuticole attorno al seme dovrebbero essere di colore tra il giallo ed il verde chiaro;
il ravizzone, tra i semi oleosi e' quello a più alta percentuale lipidica;
la perilla e' una pianta originaria dell’Asia orientale. I suoi semi sono ricchi di acido alfa-linoleico e polifenoli del gruppo flavonoidico;
il lino, con le sue mucillagini, espleta un effetto antinfiammatorio, protettivo ed emolliente sulla mucosa intestinale.
Tutti i semi oleosi, oltre a contenere molte proteine, contengono altresi' un'altra percentuale di grassi e, pertanto, un loro abuso puo' causare seri problemi al sistema digerente dei nostri canarini. Si consiglia:
di acquistare sempre semi freschi, non scaduti o mal conservati, possibilmente confezionati sottovuoto. I semi vecchi non hanno alcun valore proteico e vitaminico e, specie se irranciditi, provocano seri problemi all’apparato digerente dei piccoli volatili;
non acquistare mai granaglie sfuse, delle quali non si conosce la scadenza ne' la provenienza (rabbocchi di semi scaduti ed invenduti).
Di recente altri semi sono stati immessi in commercio, per lo piu' al fine di soddisfare le esigenze di allevatori di spinus e carduelis il cui allevamento si sta diffondendo in questi ultimi anni. La chia, il foniopaddy e la camelina sativa ne sono un esempio. Di questi semi se ne decantano le proprieta' probiotiche, curative, rinfrescanti, energizzanti, ecc.: sono ottimi semi... ma di certo non fanno miracoli.
Il pastone s'affianca ai semi per completare la dieta. In esso dovrebbero (il condizionale e' d'obbligo) essere contenute sostanze gia' presenti nei semi ed altre, di cui i semi sono carenti, come gli aminoacidi essenziali, quali: lisina e metionina. La distinzione tra pastone da mantenimento e pastone d'allevamento e' significativa, laddove il contenuto in proteine differisce. In particolare, per quanto riguarda i pastoni d'allevamento devono possedere le c.d. proteine nobili, presenti in alimenti di origine animale (uova, latte e carne) ed in misura minore in alimenti di origine vegetale (farina di soia, germe di grano ad esempio).
Come sempre, ci sara' chi, non contento del contenuto del pastone di allevamento, volendo rimpinzare a piu' non posso i propri novelli, aggiunge allo stesso uovo sodo, spirulina, lieviti essiccati, farina di soia, olio di fegato di merluzzo in polvere e, per non farsi mancare nulla, latte in polvere. Questo scriteriato intruglio oltre ad essere dannoso per i pulli, crea un ulteriore danno alle tasche di chi lo adotta. Il fegato dei piccoli e quello dei riproduttori sara' ben presto provato, con il rischio d'ammalarsi anche di gotta.
La frutta e' l'altro alimento utile (ma non indispensabile) che si potrebbe somministrare ai canarini. La mela e' il frutto migliore, specie se leggermente passita. Anche qui la fantasia dell’allevatore non ha limiti. Allora si comincia con la pera, per passare poi all’arancia (e fin qui va bene), ma poi c'e' chi, nel tentativo di dare un tocco di esotismo alla dieta del suo canarino, tenta di fornire banane e ananas, per passare al babaco, al mango ed al kiwano, giusto per complicarsi la vita. Di sicuro il canarino gradira'.
In questi ultimi anni i produttori di mangimi per animali hanno cercato, senza successo, di introdurre gli estrusi nella dieta dei canarini. La cosa non ha funzionato per il semplice fatto che i canarini non hanno gradito l'alimento propinato peraltro con costrizione (privazione dei semi secchi ed altri alimenti appetiti). Con prepotenza si sta imponendo, invece, il cous cous. Il suo successo e' dovuto al basso costo, alla elevata appetibilita', alla preparazione semplice ed in tempi brevi del prodotto. Il cous cous ha molti estimatori e qualche detrattore. L’alimento e' ottimo durante il periodo di mantenimento. Nella fase riproduttiva e nel corso della muta deve essere idoneamente integrato. Si presta molto bene per somministrare medicinali i cui principi attivi precipitano se miscelati nell'acqua e, pertanto, non vengono assunti nella misura necessaria.
Concludo con una semplice considerazione: non tutto quello che i nostri canarini mangiano fa loro bene, cosi' come non tutto quello che "funziona" nella loro dieta va bene, c'e' di meglio. La frase ermetica lascera' perplessi, ma servira' a riflettere.
Testo: Dott. Diego Crovace
Parlare di dieta del canarino equivale a discutere della formazione di calcio della nazionale: ognuno ne ha una sua. Chi inizia ad allevare fa affidamento sulle esperienze altrui, ma poi, dopo aver preso dimestichezza con i piccoli piumati, comincia a sperimentare nuovi alimenti, un po' attratto dalle mode del momento, un po' perche' in ognuno di noi alberga uno spirito innovativo ed al contempo ingegnoso, che ci porta a sperimentare nuove soluzioni, non sempre valide. Mai paghi, dopo aver adottato un certo regime alimentare si e' indotti a mutarlo nel corso degli anni, anche se il precedente aveva dato buoni risultati. Da sempre argomento dibattuto, quello della giusta alimentazione e' oggetto di notevoli varianti ed interpretazioni. Eppure il segreto di una corretta dieta e' dietro l’angolo, basta guardare il comportamento degli animali in natura. Perche' vogliamo sconvolgere cio' che la natura ha sapientemente costruito nel corso di millenni? Perche' vogliamo sostituirci all’istinto che induce i canarini a scegliere tra i semi lattiginosi ed il pastone sempre ed esclusivamente i primi rispetto ai secondi? Certo, in natura non troveremo il nostro canarino domestico, ma nelle isole spagnole immerse nell'Oceano Atlantico, a ridosso dell'Africa, il suo antenato e' osservabile in grandi quantità. Basterebbe studiare il suo comportamento in natura per scoprire quali sono le sue esigenze.
Il canarino selvatico si ciba essenzialmente di semi allo stato lattiginoso (immaturi) che reperisce su piante spontanee o coltivate. Nelle Isole Canarie questo cibo e' disponibile tutto l'anno, grazie al clima che caratterizza quei luoghi. Il piccolo e grazioso fringillide non disdegna di assaggiare anche i teneri germogli e la frutta, con predilezione per i fichi, ed in particolare per i piccoli semi che in essi sono contenuti. I semi allo stato ceroso posseggono numerose proprieta' e sono facilmente assimilabili. Sono ricchi di vitamine, proteine, enzimi, zuccheri, ormoni, oligominerali e acidi organici. Costituiscono, pertanto, un'ottima fonte d'energia e di benessere, sono indispensabili allo sviluppo dei tessuti ed alla formazione delle piume. Se volessimo rispettare tale dieta dovremmo quindi essere in grado di reperire, tutto l'anno, piante contenenti semi immaturi e frutta, tra cui fichi, garantendo una somministrazione costante di questi alimenti. Ma cio' non sempre e' possibile. Bisognerebbe disporre di molto tempo libero. Nella nostra penisola, inoltre, l'alternanza delle stagioni non ci consente di poter sempre cogliere i nutrienti semi lattiginosi.
Dopo aver osservato il comportamento alimentare del canarino in natura occorre verificare la conformazione del suo becco e del suo apparato digerente. Il primo e' strutturato, sia esternamente che internamente, in modo da raccogliere e sgusciare i semi; il secondo consente di deglutirli e trasformarli in composti che saranno assimilati dall'organismo. Il nostro grazioso uccellino e' pertanto un granivoro. Grani ed altri cereali sono l'alimento naturale di questo uccello. Mi domando, allora, perche' noi umani ci "sforziamo" di fargli mangiare di tutto e di piu', come se fosse un onnivoro. Alcuni s'intestardiscono con le verdure: ma bisogna riflettere che il nostro non e' un erbivoro (non ha lo stomaco di un ruminante); altri sperimentano prodotti a base di latte: ma occorre considerare che questo alimento e' destinato dalla natura a favorire la fase di crescita dei mammiferi (benche' alimenti a base di latte o suoi componenti siano stati e sono impiegati per alimentare canarini); c'e' chi, senza ragionare, pensando di fare cosa gradita, ricorre ad omogeneizzati per bambini, alimenti per culturisti, integratori per debilitati, cibi macrobiotici e chi piu' ne ha più ne metta. Basta! Per favore, trattate il canarino da uccello granivoro, senza esagerare.
Chiarito il concetto delle caratteristiche strutturali dell'apparato digerente del canarino, considerate le sue abitudini in natura, poiche' i semi allo stato lattiginoso non sono di facile reperimento, cosa somministrare ai nostri amati e colorati pennuti? Un valido surrogato e' costituito dai semi secchi. Questi non hanno le stesse proprieta' dei semi immaturi, ma sono in grado di fornire buona parte dei principi nutritivi necessari al fabbisogno dietetico dei canarini.
Le sostanze carenti o mancanti nei semi secchi saranno integrate da altri alimenti. Questo ruolo e' essenzialmente svolto dai pastoni (fonte alimentare a base di sfarinati, opportunamente integrati da vitamine, oligoelementi ed aminoacidi essenziali), e dagli integratori minerali e vitaminici da somministrarsi in forma liquida (attraverso l'acqua di bevanda) o solida (mediante aggiunta negli sfarinati). Quali sono i semi secchi idonei a soddisfare le esigenze dei canarini? Innanzi tutto sono semi secchi quelli che, in seguito a raccolta in giusta epoca di maturazione, hanno perso gran parte del loro quantitativo acquoso. Non tutti i semi, pero', sono idonei o salubri; valutiamo la tipologia e le caratteristiche essenziali che gli stessi devono possedere:
dimensioni e struttura devono essere tali da rendere il seme facilmente sgusciabile ed ingeribile in relazione alle grandezza ed alla conformazione del becco del canarino;
appetibilita' e facile assimilazione delle sostanze in essi contenute;
equilibrata fonte proteica e lipidica;
facile reperibilita' sul mercato;
proprieta' di conservazione nel medio periodo (poco più di un anno) in condizioni ottimali (umidita' e temperatura idonee);
esenti da polveri e/o sostanze chimiche impiegate per preservarli dall’attacco di parassiti, funghi, ecc. (la presenza della polvere non puo' essere scongiurata del tutto perche' sono gli stessi semi a produrne per sfregamento tra di loro all'interno della confezione. Andranno valutate negativamente, pertanto, le partite visivamente polverose).
I semi secchi utilizzati dalle ditte di mangimi per le miscela da destinarsi agli uccelli granivori si dividono in bianchi e neri. I primi appartengono alla famiglia delle graminacee e di questi, quelli usati per alimentare i canarini sono:
la scagliola: e' tra i semi bianchi quello col maggior valore proteico, il piu' facilmente digeribile ed il piu' appetito. Ricco di carboidrati, e' pero' molto povero di lipidi. Ogni miscela dovrebbe contenerne in quantita' non inferiore all'80%;
il panico e' un seme molto apprezzato dai canarini, specie se somministrato in spighe;
l’avena decorticata non e' propriamente un seme bianco; la sua somministrazione deve avvenire in modica quantità poiche' un abuso nel consumo di questo seme puo' causare complicazioni intestinali. E' ricco di vitamina B1.
I secondi sono semi oleosi, molto appetiti dai canarini che li mangiano per primi quando viene loro somministrata la miscela. I piu' comuni sono:
il niger, presente in quasi tutte le miscele, ricco di proteine, vitamina E ed elevata percentuale di lipidi;
la canapa, se raccolta prematuramente darebbe semi piccoli e non vitali. Quindi sono da preferire i semi di dimensione media. Le cuticole attorno al seme dovrebbero essere di colore tra il giallo ed il verde chiaro;
il ravizzone, tra i semi oleosi e' quello a più alta percentuale lipidica;
la perilla e' una pianta originaria dell’Asia orientale. I suoi semi sono ricchi di acido alfa-linoleico e polifenoli del gruppo flavonoidico;
il lino, con le sue mucillagini, espleta un effetto antinfiammatorio, protettivo ed emolliente sulla mucosa intestinale.
Tutti i semi oleosi, oltre a contenere molte proteine, contengono altresi' un'altra percentuale di grassi e, pertanto, un loro abuso puo' causare seri problemi al sistema digerente dei nostri canarini. Si consiglia:
di acquistare sempre semi freschi, non scaduti o mal conservati, possibilmente confezionati sottovuoto. I semi vecchi non hanno alcun valore proteico e vitaminico e, specie se irranciditi, provocano seri problemi all’apparato digerente dei piccoli volatili;
non acquistare mai granaglie sfuse, delle quali non si conosce la scadenza ne' la provenienza (rabbocchi di semi scaduti ed invenduti).
Di recente altri semi sono stati immessi in commercio, per lo piu' al fine di soddisfare le esigenze di allevatori di spinus e carduelis il cui allevamento si sta diffondendo in questi ultimi anni. La chia, il foniopaddy e la camelina sativa ne sono un esempio. Di questi semi se ne decantano le proprieta' probiotiche, curative, rinfrescanti, energizzanti, ecc.: sono ottimi semi... ma di certo non fanno miracoli.
Il pastone s'affianca ai semi per completare la dieta. In esso dovrebbero (il condizionale e' d'obbligo) essere contenute sostanze gia' presenti nei semi ed altre, di cui i semi sono carenti, come gli aminoacidi essenziali, quali: lisina e metionina. La distinzione tra pastone da mantenimento e pastone d'allevamento e' significativa, laddove il contenuto in proteine differisce. In particolare, per quanto riguarda i pastoni d'allevamento devono possedere le c.d. proteine nobili, presenti in alimenti di origine animale (uova, latte e carne) ed in misura minore in alimenti di origine vegetale (farina di soia, germe di grano ad esempio).
Come sempre, ci sara' chi, non contento del contenuto del pastone di allevamento, volendo rimpinzare a piu' non posso i propri novelli, aggiunge allo stesso uovo sodo, spirulina, lieviti essiccati, farina di soia, olio di fegato di merluzzo in polvere e, per non farsi mancare nulla, latte in polvere. Questo scriteriato intruglio oltre ad essere dannoso per i pulli, crea un ulteriore danno alle tasche di chi lo adotta. Il fegato dei piccoli e quello dei riproduttori sara' ben presto provato, con il rischio d'ammalarsi anche di gotta.
La frutta e' l'altro alimento utile (ma non indispensabile) che si potrebbe somministrare ai canarini. La mela e' il frutto migliore, specie se leggermente passita. Anche qui la fantasia dell’allevatore non ha limiti. Allora si comincia con la pera, per passare poi all’arancia (e fin qui va bene), ma poi c'e' chi, nel tentativo di dare un tocco di esotismo alla dieta del suo canarino, tenta di fornire banane e ananas, per passare al babaco, al mango ed al kiwano, giusto per complicarsi la vita. Di sicuro il canarino gradira'.
In questi ultimi anni i produttori di mangimi per animali hanno cercato, senza successo, di introdurre gli estrusi nella dieta dei canarini. La cosa non ha funzionato per il semplice fatto che i canarini non hanno gradito l'alimento propinato peraltro con costrizione (privazione dei semi secchi ed altri alimenti appetiti). Con prepotenza si sta imponendo, invece, il cous cous. Il suo successo e' dovuto al basso costo, alla elevata appetibilita', alla preparazione semplice ed in tempi brevi del prodotto. Il cous cous ha molti estimatori e qualche detrattore. L’alimento e' ottimo durante il periodo di mantenimento. Nella fase riproduttiva e nel corso della muta deve essere idoneamente integrato. Si presta molto bene per somministrare medicinali i cui principi attivi precipitano se miscelati nell'acqua e, pertanto, non vengono assunti nella misura necessaria.
Concludo con una semplice considerazione: non tutto quello che i nostri canarini mangiano fa loro bene, cosi' come non tutto quello che "funziona" nella loro dieta va bene, c'e' di meglio. La frase ermetica lascera' perplessi, ma servira' a riflettere.
Testo: Dott. Diego Crovace
Lorenzo1989- Senior
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Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
Dice che la dieta che si da e sbagliata, poi dice di dare semi secchi, pastone e frutta?!?
Graziano73- Junior Mod
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Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
Interessante articolo di Diego Crovace, nonché giudice internazionale di canarini di colore se non erro. Qui Riva che lo conosce meglio di me, potrà correggermi.
In effetti rispecchia molto quello che poi è il pensiero dell'allevatore studioso poiché scegliendo di allevare una specie precisa, è fondamentale studiarne l'etologia della medesima ai fini di poter comprenderne le esigenze primarie e le abitudini alimentari.
In effetti rispecchia molto quello che poi è il pensiero dell'allevatore studioso poiché scegliendo di allevare una specie precisa, è fondamentale studiarne l'etologia della medesima ai fini di poter comprenderne le esigenze primarie e le abitudini alimentari.
Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
molto interessante...
guanda80- Senior Mod
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Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
La morale è dare poche cose ma buone e lasciar perdere ricette assurde che non sappiamo nemmeno noi cosa andiamo a dare
Lorenzo1989- Senior
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Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
Bravo Lorenzo: c'è da riflettere sull'uovo sodo e sul cous cous (molto bravo il dott. Crovace )
g_iuseppe- Divulgatore
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Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
Spangle76 ha scritto:Interessante articolo di Diego Crovace, nonché giudice internazionale di canarini di colore se non erro. Qui Riva che lo conosce meglio di me, potrà correggermi.
In effetti rispecchia molto quello che poi è il pensiero dell'allevatore studioso poiché scegliendo di allevare una specie precisa, è fondamentale studiarne l'etologia della medesima ai fini di poter comprenderne le esigenze primarie e le abitudini alimentari.
Si Davide,Diego è un caro Amico anche se non sempre andiamo d'accordo sulla Politica Ornitologica mà ciò non toglie il grande rispetto che abbiamo uno per l'altro.Chiusa questa piccola parentesi vi consiglio di seguire quanto espone,è uno dei piu grandi Allevatori che abbiamo in Italia,preparato come pochi.
massimo riva- Admin
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Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
si vede subito che è molto preparato!
g_iuseppe- Divulgatore
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Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
Mi sono dimenticato...GRAZIEEE Lorenzo per averlo postato qui
massimo riva- Admin
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Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
Molto interessante,si vede che e'scritto da una persona molto competente.non ho capito bene pero'se latte e uova sono consigliate oppure no
robertobugliani- Sponsor
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Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
per come capisco io no, mentre elogia molto la mela ed il cous cous
g_iuseppe- Divulgatore
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Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
il panico e' un seme molto apprezzato dai canarini, specie se somministrato in spighe;
c'è un limite alla somministrazione del panico o è un alimento privo di controindicazioni?
Quando metto le spighe di panico perfino i novelli non guardano piu la frittatina e si lanciano sulla spiga, ma fa bene o male?
Mi spiegate come va preparato il cous cous ?
Mauro73- Senior Mod
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Località : Como
Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
Per il Cous Cous trovi la ricetta nel Forum Mauro...per le altre domande chissa che non risponda direttamente Diego....
massimo riva- Admin
- Messaggi : 15569
Data d'iscrizione : 08.12.11
Età : 58
Località : Lavagna(GE)
Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
Signori, prendete sempre il tutto con le pinze e non come un dogma, sono considerazioni che ha fatto il dottor Crovace sull'allevamento del canarino in base alle sue esperienze sempre in continua evoluzione, ma nel testo stesso interessante a priori, io leggo alcune inesattezze e alcuni consigli che a mio dire sarebbero non corretti.
Crovace inoltre ha scritto questo:
In sintesi, c'è una misura per tutto; quello che puo' far bene se dato in eccesso puo' creare problemi e viceversa. Inoltre sono certo che da persona molto esperta ed intelligente, il dottor Crovace non intendeva dire che la dieta dei canarini debba essere povera, ma equilibrata, il ché è ben diverso ed assume un altro significato.
L'uso della farina di soia ad esempio, è da sconsigliare in quanto produce infertilità a lungo andare, sia nell'uomo che negli animali. Ho anche postato un articolo che ha delle fondamenta reali al riguardo, che ne spiega il bieco meccanismo dell'introduzione della stessa sul mercato mondiale.
L'uso dell'uovo poi è dibattuto per lungo e largo tra gli allevatori. Quale miglior fonte proteica più adatta ai volatili dell'uovo stesso?
Lo scritto del dottor Crovace però di sicuro aiuta ad ampliare i propri orizzonti, poiché è sempre costruttivo leggere le esperienze e considerazioni di chi si applica costantemente per migliorare qualitativamente il livello d'allevamento del nostro hobby.
Crovace inoltre ha scritto questo:
Concludo con una semplice considerazione: non tutto quello che i nostri canarini mangiano fa loro bene, cosi' come non tutto quello che "funziona" nella loro dieta va bene, c'e' di meglio. La frase ermetica lascera' perplessi, ma servira' a riflettere.
In sintesi, c'è una misura per tutto; quello che puo' far bene se dato in eccesso puo' creare problemi e viceversa. Inoltre sono certo che da persona molto esperta ed intelligente, il dottor Crovace non intendeva dire che la dieta dei canarini debba essere povera, ma equilibrata, il ché è ben diverso ed assume un altro significato.
L'uso della farina di soia ad esempio, è da sconsigliare in quanto produce infertilità a lungo andare, sia nell'uomo che negli animali. Ho anche postato un articolo che ha delle fondamenta reali al riguardo, che ne spiega il bieco meccanismo dell'introduzione della stessa sul mercato mondiale.
L'uso dell'uovo poi è dibattuto per lungo e largo tra gli allevatori. Quale miglior fonte proteica più adatta ai volatili dell'uovo stesso?
Lo scritto del dottor Crovace però di sicuro aiuta ad ampliare i propri orizzonti, poiché è sempre costruttivo leggere le esperienze e considerazioni di chi si applica costantemente per migliorare qualitativamente il livello d'allevamento del nostro hobby.
Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
ha detto cosa sicuramente non fa loro male poichè se ne nutre in natura
Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
Takala ha scritto:ha detto cosa sicuramente non fa loro male poichè se ne nutre in natura
Sì certo il suo scritto è ineccepibile ma qualcuno potrebbe fraintendere dei passaggi forse e mi andava di sottolineare quei punti, visto che il gentilissimo Crovace ha tirato in ballo la soia, che non è quella bontà che si pensa, anzi.
Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
magari Massimo! La sua sarebbe una graditissima (oltre che di assoluta eccellenza) presenza nel forummassimo riva ha scritto:Per il Cous Cous trovi la ricetta nel Forum Mauro...per le altre domande chissa che non risponda direttanmente Diego....
g_iuseppe- Divulgatore
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Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
g_iuseppe ha scritto:magari Massimo! La sua sarebbe una graditissima (oltre che di assoluta eccellenza) presenza nel forummassimo riva ha scritto:Per il Cous Cous trovi la ricetta nel Forum Mauro...per le altre domande chissa che non risponda direttanmente Diego....
Senza dubbio la presenza di una persona cosi' preparata ed esperta x il Forum non puo' che essere di grande aiuto x tutti noi lo spero
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Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
Ciao ragazzi,ho ricevuto la risposta dal gentilissimo nonchè caro Amico Diego Crovace.
Massimo Riva mi ha segnalato che nel forum da lui amministrato è stato postato un mio articolo. Nel chiedermi se tale pubblicazione necessita di una mia autorizzazione, nel contempo mi invita a intervenire nella discussione. Dopo aver letto la pubblicazione in argomento, poiché essa non costituisce oggetto di cessione di diritti d’autore in favore della rivista Alcedo, con la quale collaboro, non ci sono problemi alcuni all’inserimento in forum della stessa. Intervengo, peraltro volentieri, nella discussione perché per me è un piacere favorire la diffusione della passione ornitologica mettendo a disposizione l’esperienza maturata negli anni. Premesso che i miei studi non hanno nulla a che spartire con gli aspetti biologici connessi all’alimentazione degli animali, riferisco che le mie esperienze traggono origine dalla lettura di testi che, per la maggior parte, trattano dell’alimentazione degli animali da reddito e in particolare dei polli, per certi versi affini ai nostri amici pennuti. Su tutti, il libro che costituisce la fonte di riferimento per eccellenza è “Canaricoltura”, scritto dallo scomparso prof. Umberto Zinconi, edito dalla FOI.
Per natura sono portato a sperimentare sul campo quanto appreso dalle diverse fonti e per anni ho annotato tutto, ottenendo una sorta di archivio statistico dal quale attingere utili informazioni.
In sintesi posso dire che una dieta spartana, ma equilibrata, differita in ragione delle diverse esigenze cui vanno incontro i canarini rispetto ai cicli di vita (riproduzione, muta, mantenimento ) e alle condizioni climatiche che influenzano l’aviario, composta da alimenti non contaminati (da agenti patogeni) e freschi (mi riferisco al periodo di produzione al fine di garantire l’integrità delle sostanze contenute negli alimenti), costituisce la base per condurre in maniera ottimale il proprio aviario.
Per motivi di tempo e di spazio non entro nei particolari, anche perché il mio articolo è abbastanza analitico. L’articolo in questione è però datato ed io stesso ho ridotto di molto l’uso dei semi secchi e somministro prevalentemente e con successo uno sfarinato impiegato nell’allevamento del pollame.
Questi sfarinati sono bilanciati ed hanno scadenza breve, proprio per garantirne l’integrità dei valori biologici del contenuto.
I risultati ci sono, sia in termini di salute che riproduttivi. Inoltre, particolare da non trascurare, specie di questi tempi, segnalo il ridotto costo degli alimenti.
Non sono il solo ad aver adottato questo regime alimentare e sono al terzo anno di esperienza. Anche altri allevatori hanno ottenuto gli stessi miei risultati e stanno diffondendo questo regime alimentare.
Sono gli esiti dell’allevamento a decretare la bontà o meno di una dieta alimentare e su questo aspetto i risultati ottenuti da chi ha ridotto l’impiego dei semi, e sostituito ad essi lo sfarinato in rassegna, parlano chiaro.
Nel periodo di allevamento, allo sfarinato aggiungo uovo sodo, l’unica fonte di proteine di origine animale che a mio avviso è ben assimilata dal canarino. Infatti, tutti gli uccelli si alimentano del contenuto dell’uovo durante la condizione embrionale.
In risposta all’autore che asserisce che l’impiego di soia nell’alimentazione dei canarini (ma anche degli umani) provoca sterilità, nell’affermare che ad oggi non avevo contezza alcuna di tale circostanza, riferisco che nello sfarinato da me impiegato è contenuta la farina di soia e che la fecondità è altissima, così come il numero delle uova deposte. Lo scorso anno alcune femmine hanno deposto, in alcuni casi, sei/sette uova e tutte sono risultate feconde, si sono schiuse ed i novelli sono stati svezzati regolarmente. Sarei grato di conoscere le fonti che hanno diffuso la notizia della pericolosità nell’uso alimentare della soia.
Quest’anno (il terzo di impiego dello sfarinato) ho constatato la conferma dell’elevata fecondità e del numero elevato di uova deposte. Ad oggi si sono schiuse le uova di cinque coppie ed i piccoli nei nidi sono 21 (la media è di 4,2 nidiacei per coppia). Sempre nei tre anni di utilizzo dello sfarinato ho registrato un ridottissimo numero di decessi durante la muta (max 3 perdite tra adulti e novelli), con sviluppo lento ma composto del piumaggio e riduzione del fenomeno della pica.
Per maggiori ragguagli è possibile attingere notizie sul forum del canarino di colore. Questo link faciliterà l’accesso all’argomento specifico:
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Sperando di aver fatto cosa gradita, saluto tutti i frequentatori del forum Amministrato anche da Massimo Riva.
Diego Crovace
Giudice Internazionale
Massimo Riva mi ha segnalato che nel forum da lui amministrato è stato postato un mio articolo. Nel chiedermi se tale pubblicazione necessita di una mia autorizzazione, nel contempo mi invita a intervenire nella discussione. Dopo aver letto la pubblicazione in argomento, poiché essa non costituisce oggetto di cessione di diritti d’autore in favore della rivista Alcedo, con la quale collaboro, non ci sono problemi alcuni all’inserimento in forum della stessa. Intervengo, peraltro volentieri, nella discussione perché per me è un piacere favorire la diffusione della passione ornitologica mettendo a disposizione l’esperienza maturata negli anni. Premesso che i miei studi non hanno nulla a che spartire con gli aspetti biologici connessi all’alimentazione degli animali, riferisco che le mie esperienze traggono origine dalla lettura di testi che, per la maggior parte, trattano dell’alimentazione degli animali da reddito e in particolare dei polli, per certi versi affini ai nostri amici pennuti. Su tutti, il libro che costituisce la fonte di riferimento per eccellenza è “Canaricoltura”, scritto dallo scomparso prof. Umberto Zinconi, edito dalla FOI.
Per natura sono portato a sperimentare sul campo quanto appreso dalle diverse fonti e per anni ho annotato tutto, ottenendo una sorta di archivio statistico dal quale attingere utili informazioni.
In sintesi posso dire che una dieta spartana, ma equilibrata, differita in ragione delle diverse esigenze cui vanno incontro i canarini rispetto ai cicli di vita (riproduzione, muta, mantenimento ) e alle condizioni climatiche che influenzano l’aviario, composta da alimenti non contaminati (da agenti patogeni) e freschi (mi riferisco al periodo di produzione al fine di garantire l’integrità delle sostanze contenute negli alimenti), costituisce la base per condurre in maniera ottimale il proprio aviario.
Per motivi di tempo e di spazio non entro nei particolari, anche perché il mio articolo è abbastanza analitico. L’articolo in questione è però datato ed io stesso ho ridotto di molto l’uso dei semi secchi e somministro prevalentemente e con successo uno sfarinato impiegato nell’allevamento del pollame.
Questi sfarinati sono bilanciati ed hanno scadenza breve, proprio per garantirne l’integrità dei valori biologici del contenuto.
I risultati ci sono, sia in termini di salute che riproduttivi. Inoltre, particolare da non trascurare, specie di questi tempi, segnalo il ridotto costo degli alimenti.
Non sono il solo ad aver adottato questo regime alimentare e sono al terzo anno di esperienza. Anche altri allevatori hanno ottenuto gli stessi miei risultati e stanno diffondendo questo regime alimentare.
Sono gli esiti dell’allevamento a decretare la bontà o meno di una dieta alimentare e su questo aspetto i risultati ottenuti da chi ha ridotto l’impiego dei semi, e sostituito ad essi lo sfarinato in rassegna, parlano chiaro.
Nel periodo di allevamento, allo sfarinato aggiungo uovo sodo, l’unica fonte di proteine di origine animale che a mio avviso è ben assimilata dal canarino. Infatti, tutti gli uccelli si alimentano del contenuto dell’uovo durante la condizione embrionale.
In risposta all’autore che asserisce che l’impiego di soia nell’alimentazione dei canarini (ma anche degli umani) provoca sterilità, nell’affermare che ad oggi non avevo contezza alcuna di tale circostanza, riferisco che nello sfarinato da me impiegato è contenuta la farina di soia e che la fecondità è altissima, così come il numero delle uova deposte. Lo scorso anno alcune femmine hanno deposto, in alcuni casi, sei/sette uova e tutte sono risultate feconde, si sono schiuse ed i novelli sono stati svezzati regolarmente. Sarei grato di conoscere le fonti che hanno diffuso la notizia della pericolosità nell’uso alimentare della soia.
Quest’anno (il terzo di impiego dello sfarinato) ho constatato la conferma dell’elevata fecondità e del numero elevato di uova deposte. Ad oggi si sono schiuse le uova di cinque coppie ed i piccoli nei nidi sono 21 (la media è di 4,2 nidiacei per coppia). Sempre nei tre anni di utilizzo dello sfarinato ho registrato un ridottissimo numero di decessi durante la muta (max 3 perdite tra adulti e novelli), con sviluppo lento ma composto del piumaggio e riduzione del fenomeno della pica.
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Diego Crovace
Giudice Internazionale
massimo riva- Admin
- Messaggi : 15569
Data d'iscrizione : 08.12.11
Età : 58
Località : Lavagna(GE)
Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
Io mi sono permesso di pubblicarlo ma il suo nome era ben visibile
Lorenzo1989- Senior
- Messaggi : 1277
Data d'iscrizione : 31.10.12
Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
Non hai fatto niente di male Lorenzo,anzi.Mà era mio dovere chiedere a Diego,con il quale ci sentiamo spesso,se ci fossero dei vincoli con Alcedo del quale lui è collaboratore.Come spiegato da lui nessun problema
massimo riva- Admin
- Messaggi : 15569
Data d'iscrizione : 08.12.11
Età : 58
Località : Lavagna(GE)
Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
Scusami Massimo,ma a me risultava che Diego usasse l'Unibird da qualche tempo,puoi chiedere lumi?
massimo riva- Admin
- Messaggi : 15569
Data d'iscrizione : 08.12.11
Età : 58
Località : Lavagna(GE)
Re: Il corretto regime alimentare dei canarini di colore
scusate una cosa, è da quando Massimo ha postato la risposta che mi frulla per la testa una cosa.....io da quello che leggo ho capito che Diego Crovace ha eliminato i semi e ora utilizza questo sfarinato per pollami come unico alimento o ho capito male?
appena avrò un po' più di tempo andrò a leggere sul link postato, ho letto una po' alla veloce e ci sono cose interessanti, ma prima di tutto volevo capire di sto sfarinato che uso se ne fa:
- alimento unico? quindi via semi, via pastone, via piselli, via broccoli, si uovo
- al posto del pastone? quindi ok semi, ok uova...
- alimento unico ma con frutta (mela) verdura (piselli e broccoli) e uova?
ecco, vorrei capire come viene utilizzato, perché se effettivamente è come dice lui, cioè che ha avuto un consistente aumento di uova deposte e schiuse, non è da trascurare....sicuramente non è l'alimento magico, oltre a quello ci saranno altre accortezze.....
diciamo che magari provarlo (il prossimo anno) su di una coppia e vedere le differenze non sarebbe male....
qualcuno sa darmi qualche info?
appena avrò un po' più di tempo andrò a leggere sul link postato, ho letto una po' alla veloce e ci sono cose interessanti, ma prima di tutto volevo capire di sto sfarinato che uso se ne fa:
- alimento unico? quindi via semi, via pastone, via piselli, via broccoli, si uovo
- al posto del pastone? quindi ok semi, ok uova...
- alimento unico ma con frutta (mela) verdura (piselli e broccoli) e uova?
ecco, vorrei capire come viene utilizzato, perché se effettivamente è come dice lui, cioè che ha avuto un consistente aumento di uova deposte e schiuse, non è da trascurare....sicuramente non è l'alimento magico, oltre a quello ci saranno altre accortezze.....
diciamo che magari provarlo (il prossimo anno) su di una coppia e vedere le differenze non sarebbe male....
qualcuno sa darmi qualche info?
guanda80- Senior Mod
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Data d'iscrizione : 13.12.11
Età : 43
Località : Caselle di Sommacampagna
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