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Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
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Lorenzo1989
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Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
Salve a tutti sono Stefano Figurella,
mi permetto di scrivere sul vostro forum per alcune delucidazioni in merito all'unifeed per uccelli che abbiamo messo a punto.
Innanzitutto occorre fare una premessa e raccontare del perchè è nato questo alimento e che cos'è visto che è un prodotto molto discusso, dapprima avversato ora spesso travisato.
Correva l'anno 2000, gli importatori di uccelli esotici lavoravano a pieno regime
ed io con essi come veterinario libero professionista presso di loro; giungevano in Italia migliaia di verzellini fronte rossa (Serinus pusillus) i quali vedemmo che avevano una prerogativa: una volta eliminate le principali malattie infettive e stabilizzati i soggetti (presso gli allevatori che nel frattempo li avevano acquistati) essi avevano come un orologio biologico interno che faceva sì che la maggior parte morissero dopo 6-7 mesi, gli altri dopo uno/due anni (magari quando in piena forma stavano per riprodursi); ci accorgemmo che anche gli ibridi di verzellino f.r. per canarino risultavano avere la stessa sorte. Esistevano personaggi che grazie al loro talento come allevatori e il loro spirito di abnegazione investivano acquistando centinaia di soggetti, li mantenevano per alcuni mesi con mortalità del 80/90% e li rivendevano a 30/40 volte il loro costo a primavera.
Così con questi signori iniziammo un percorso clinico, analizzammo centinaia di feci, centinaia di tamponi dai gozzi dei soggetti nonché esami ematologici al fine di evidenziare le eventuali patologie... il risultato fu un miglioramento tangibile delle condizioni degli animali: essi arrivavano con vaiolo, megabatteri, atoxoplasmosi nonchè stafilococchi o coliformi.
Ben presto mi trovai però davanti ad una terribile realtà, (a distanza di poche settimane le “partite” di uccelli erano stabilizzate una volta fatti i trattamenti mirati e la vaccinazione per il poxvirus) l'allevatore/commerciante che vedeva morire i suoi verzellini nel corso dei mesi mi portava i campioni fecali, i soggetti morti o quelli con sintomi di malattia e si aspettava da me un responso, un farmaco, un antibiotico da dare... io non avevo risposte per lui..e la cosa credetemi che per un professionista che ha investito la sua vita per “capire” la macchina uccello e le sue patologie rappresenta una sconfitta personale.
A questo punto fui abbandonato da questa persona che andò da altri professionisti di indubbio spessore così come da istituti zooprofilattici ed universitari con responsi svariati o negativi senza avere (come avevo pronosticato) particolari risultati (i Serinus pusillus da quanto ne so non sono ancora così comuni né hanno dei prezzi politici).
Io invece non mi arresi ed acquistai personalmente una partita di verzellini f.r.
perchè ero conscio che se gli animali non avevano malattie e non erano estinti in natura voleva dire che probabilmente avevano dei fenomeni carenziali o di tossicosi con le nostre alimentazioni.
Dovevo trovare una formulazione di un mangime che mi permettesse di aggiungere o togliere rapidamente componenti (proteine, grassi, vitamine, ecc.): nacquero i primi unifeed per ornitologia.
Convertire gli animali non fu difficile, i soggetti si nutrivano esclusivamente dell'impasto secco che preparavo. Più complicato fu valutare i decessi che avvenivano comunque in tempi più lunghi rispetto all'alimentazione coi semi; mi accorsi ad esempio che essi andavano nel lungo periodo in uno stato di acidosi metabolica (i prelievi ematici dimostravano anche uno stato di profonda anemia) che comportava alterazioni neurologiche (gli animali stavano sul fondo della gabbia e morivano dopo alcune ore di convulsioni); dopo innumerevoli prove mi accorsi che la vitamina B1 somministrata ad alte dosi con sondino all'animale con dette manifestazioni neurologiche era miracolosa e l'uccello tornava normale nel giro di pochi minuti. Pensai di avere trovato la soluzione e la inserii nell'impasto in grandi quantità.
I decessi però continuarono comunque;
rianalizzando tutto scoprii che l'effetto della tiamina (vit.B1) era dovuto alla sua reazione basica che neutralizzava l'acidosi dei soggetti, testimoniato dal fatto che lo stesso effetto anticonvulsivo lo riproduceva una somministrazione di bicarbonato di sodio ad un animale sotto attacco.
Ipotizzai allora che l'acidosi fosse dovuta alla profonda anemia e che fosse un effetto dell'anemia e non la causa della stessa.
Mi misi quindi a lavorare sul dosaggio del rame, del ferro e della vit. B12 (elementi indispensabili per la produzione dei globuli rossi).
Purtroppo nel frattempo chiusero le importazioni per l'influenza aviare e non ebbi più la possibilità di reperire altri soggetti per questo studio ed il progetto verzellino fu abbandonato.
Come professionista affermato avevo però comunque la possibilità di visionare numerosi casi di uccelli facenti parte della cosidetta “zona d'ombra” cioè quei soggetti che pur mostrando segni di grave malattia non denunciavano nulla ai normali controlli per individuare i patogeni.
Numerosi cardellini e spinus arrivavano in ambulatorio con segni di un'imponente sofferenza epatica (dovuta all'alimentazione spinta con semi oleaginosi) e miglioravano vistosamente somministrando loro (dapprima forzatamente con sonda) unifeed con pochi grassi.
A questo punto non potevo più tornare indietro ed occuparmi solo di coccidi e megabatteri, ma mi cimentai in questo “viaggio pioneristico” al fine di individuare i fabbisogni alimentari degli uccelli ornamentali ciò che da decenni si è fatto con gli altri animali che alleva l'uomo.
Iniziai altresì ad alimentare con detta metodologia i miei animali: uccelli quali tangare, reginette e tessitori che oggi con le alimentazioni tradizionali (frutta, verdura, insetti e semi per i tessitori) sono da considerarsi quasi estinti in cattività in Italia (salvo ulteriori introduzioni di soggetti di cattura). Riuscì ad avere successi riproduttivi degli stessi animali peraltro tuttora visionabili presso il mio allevamento (ove sono tutt'ora presenti animali di 10 anni di età).
Questi sono i passaggi che hanno portato alla “costruzione” dell'unifeed ed utilizzo non a caso questo termine in quanto tale mangime viene costruito in base alle conoscenze generali e particolari della specie o del genere dell'animale a cui è destinato.
Abbiamo visto come il progetto verzellino f. rossa sia naufragato a metà dell'opera per mancanza di soggetti ma nelle altre specie abbiamo avuto la possibilità di arrivare al traguardo (chiaramente dopo anni) il tutto grazie anche al sostegno dei numerosi allevatori che ci chiedevano con entusiasmo il prodotto finito.
Il tutto non in modo indolore, innumerevoli sono stati gli insuccessi in fase sperimentale che ci hanno costretti a cambiare le formule, dai problemi tecnologici di aspetto, consistenza e aroma, a quelli ben più subdoli e complicati da individuare quali gli stati carenziali o di tossicosi di alcuni elementi.
Immaginiamoci ad esempio il retinolo (la vit. A) che è solo una delle decine di sostanze che compongono un mangime, esso è indispensabile per gli animali ma può dare fenomeni di tossicosi nel lungo periodo se sovradosato. Esso è indispensabile però tutti i giorni pena ad esempio l'alterazione delle mucose con maggior sensibilità alle infezioni, e quindi quale è la dose, o meglio il range, la finestra di dosaggio, il minimo ed il massimo dosaggio in cui giocare nella somministrazione per avere il miglior risultato senza fenomeni di sovraccarico?
Questa rappresenta una delle innumerevoli domande che chi formula un mangime completo deve porsi e per la cui risposta deve investire anni di prove metaboliche su svariati soggetti.
Una volta raggiunta la formula il mangime va in produzione e viene messo a disposizione dell'allevatore. Esso rappresenta a nostro giudiozio la miglior risposta per conservare lo stato di salute dell'animale testimoniato dalla maggior longevità degli uccelli alimentati in modo esclusivo con esso.
Qui l'unifeed viene travisato, ciò che è un pregio viene considerato un difetto,
il fatto che se somministrato in modo esclusivo preserva gli uccelli viene visto come un attacco alla competenza dell'allevatore, come se lo stesso venisse esonerato da ogni partecipazione al piano alimentare, in altre parole l'unifeed viene visto come un antagonista al ruolo dell'allevatore. Nulla di più sbagliato.
Molti allevatori lo utilizzano solo alcuni giorni alla settimana, chi somministra anche ciotole di semi, chi in modo esclusivo solo quando va in ferie e lascia gli animali ad un parente. L'unifeed deve essere visto come un alleato non come un nemico.
E' chiaro che qualsiasi modifica comporta un alterazione dei valori di somministrazione dei singoli elementi (piccole modifiche come somministrazione di qualche seme non provocano particolari squilibri) ma il beneficio di queste decine di parametri che si discostano di poco dal valore ottimale rispetto ad un'alimentazione a base di semi che se ne discosta di molto risulta essere notevole
Mi spiego meglio con dei dati nella seguente tabella ove sono presenti i contenuti di alcune vitamine per kg di alimento:
unifeed misto semi 50%unifeed+50% semi
VIT.A (ui) 2000 0 1000
VIT.D3 (ui) 1500 0 750
VIT.E (ui) 100 80 90
VIT.K (mg) 3 0 0.5
VIT.B12(mg) 0.1 0 0.05
Notate che se anche “sbilancio” del 50% la razione alimentare con la somministrazione di miscele di semi ottengo comunque un vantaggio rispetto a quella esclusivamante composta da semi, perchè un dosaggio della metà del necessario è comunque meglio di un dosaggio uguale a zero (ciò che si verifica per molti elementi nella composizione dei semi).
Molta attenzione bisogna invece porre all'aggiunta di vitaminici o sali minerali che possono sommarsi a quelli già presenti negli unifeed e scatenare fenomeni di tossicosi nel medio-lungo periodo.
In questa occasione non voglio affrontare il discorso sanitario delle sementi, i raffronti sopra citati esulano dalla presenza o meno di micotossine, dando per scontato la somministrazione agli uccelli di semi o cereali non contaminati.
Concludo segnalando che negli ultimi tempi diverse ditte mangimistiche del settore (leader nel commercio di sementi) hanno intrapreso la medesima strada del “piatto unico” segno questo che il futuro dell'alimentazione dei nostri uccelli sarà in queste metodologie alimentari.
Da pioniere in questa direzione ora posso lasciarmi alle spalle le critiche furiose e le ostilità nei miei riguardi constatando che anche altri ora sviluppano le mie idee.
Il percorso è tracciato....
Stefano Figurella
mi permetto di scrivere sul vostro forum per alcune delucidazioni in merito all'unifeed per uccelli che abbiamo messo a punto.
Innanzitutto occorre fare una premessa e raccontare del perchè è nato questo alimento e che cos'è visto che è un prodotto molto discusso, dapprima avversato ora spesso travisato.
Correva l'anno 2000, gli importatori di uccelli esotici lavoravano a pieno regime
ed io con essi come veterinario libero professionista presso di loro; giungevano in Italia migliaia di verzellini fronte rossa (Serinus pusillus) i quali vedemmo che avevano una prerogativa: una volta eliminate le principali malattie infettive e stabilizzati i soggetti (presso gli allevatori che nel frattempo li avevano acquistati) essi avevano come un orologio biologico interno che faceva sì che la maggior parte morissero dopo 6-7 mesi, gli altri dopo uno/due anni (magari quando in piena forma stavano per riprodursi); ci accorgemmo che anche gli ibridi di verzellino f.r. per canarino risultavano avere la stessa sorte. Esistevano personaggi che grazie al loro talento come allevatori e il loro spirito di abnegazione investivano acquistando centinaia di soggetti, li mantenevano per alcuni mesi con mortalità del 80/90% e li rivendevano a 30/40 volte il loro costo a primavera.
Così con questi signori iniziammo un percorso clinico, analizzammo centinaia di feci, centinaia di tamponi dai gozzi dei soggetti nonché esami ematologici al fine di evidenziare le eventuali patologie... il risultato fu un miglioramento tangibile delle condizioni degli animali: essi arrivavano con vaiolo, megabatteri, atoxoplasmosi nonchè stafilococchi o coliformi.
Ben presto mi trovai però davanti ad una terribile realtà, (a distanza di poche settimane le “partite” di uccelli erano stabilizzate una volta fatti i trattamenti mirati e la vaccinazione per il poxvirus) l'allevatore/commerciante che vedeva morire i suoi verzellini nel corso dei mesi mi portava i campioni fecali, i soggetti morti o quelli con sintomi di malattia e si aspettava da me un responso, un farmaco, un antibiotico da dare... io non avevo risposte per lui..e la cosa credetemi che per un professionista che ha investito la sua vita per “capire” la macchina uccello e le sue patologie rappresenta una sconfitta personale.
A questo punto fui abbandonato da questa persona che andò da altri professionisti di indubbio spessore così come da istituti zooprofilattici ed universitari con responsi svariati o negativi senza avere (come avevo pronosticato) particolari risultati (i Serinus pusillus da quanto ne so non sono ancora così comuni né hanno dei prezzi politici).
Io invece non mi arresi ed acquistai personalmente una partita di verzellini f.r.
perchè ero conscio che se gli animali non avevano malattie e non erano estinti in natura voleva dire che probabilmente avevano dei fenomeni carenziali o di tossicosi con le nostre alimentazioni.
Dovevo trovare una formulazione di un mangime che mi permettesse di aggiungere o togliere rapidamente componenti (proteine, grassi, vitamine, ecc.): nacquero i primi unifeed per ornitologia.
Convertire gli animali non fu difficile, i soggetti si nutrivano esclusivamente dell'impasto secco che preparavo. Più complicato fu valutare i decessi che avvenivano comunque in tempi più lunghi rispetto all'alimentazione coi semi; mi accorsi ad esempio che essi andavano nel lungo periodo in uno stato di acidosi metabolica (i prelievi ematici dimostravano anche uno stato di profonda anemia) che comportava alterazioni neurologiche (gli animali stavano sul fondo della gabbia e morivano dopo alcune ore di convulsioni); dopo innumerevoli prove mi accorsi che la vitamina B1 somministrata ad alte dosi con sondino all'animale con dette manifestazioni neurologiche era miracolosa e l'uccello tornava normale nel giro di pochi minuti. Pensai di avere trovato la soluzione e la inserii nell'impasto in grandi quantità.
I decessi però continuarono comunque;
rianalizzando tutto scoprii che l'effetto della tiamina (vit.B1) era dovuto alla sua reazione basica che neutralizzava l'acidosi dei soggetti, testimoniato dal fatto che lo stesso effetto anticonvulsivo lo riproduceva una somministrazione di bicarbonato di sodio ad un animale sotto attacco.
Ipotizzai allora che l'acidosi fosse dovuta alla profonda anemia e che fosse un effetto dell'anemia e non la causa della stessa.
Mi misi quindi a lavorare sul dosaggio del rame, del ferro e della vit. B12 (elementi indispensabili per la produzione dei globuli rossi).
Purtroppo nel frattempo chiusero le importazioni per l'influenza aviare e non ebbi più la possibilità di reperire altri soggetti per questo studio ed il progetto verzellino fu abbandonato.
Come professionista affermato avevo però comunque la possibilità di visionare numerosi casi di uccelli facenti parte della cosidetta “zona d'ombra” cioè quei soggetti che pur mostrando segni di grave malattia non denunciavano nulla ai normali controlli per individuare i patogeni.
Numerosi cardellini e spinus arrivavano in ambulatorio con segni di un'imponente sofferenza epatica (dovuta all'alimentazione spinta con semi oleaginosi) e miglioravano vistosamente somministrando loro (dapprima forzatamente con sonda) unifeed con pochi grassi.
A questo punto non potevo più tornare indietro ed occuparmi solo di coccidi e megabatteri, ma mi cimentai in questo “viaggio pioneristico” al fine di individuare i fabbisogni alimentari degli uccelli ornamentali ciò che da decenni si è fatto con gli altri animali che alleva l'uomo.
Iniziai altresì ad alimentare con detta metodologia i miei animali: uccelli quali tangare, reginette e tessitori che oggi con le alimentazioni tradizionali (frutta, verdura, insetti e semi per i tessitori) sono da considerarsi quasi estinti in cattività in Italia (salvo ulteriori introduzioni di soggetti di cattura). Riuscì ad avere successi riproduttivi degli stessi animali peraltro tuttora visionabili presso il mio allevamento (ove sono tutt'ora presenti animali di 10 anni di età).
Questi sono i passaggi che hanno portato alla “costruzione” dell'unifeed ed utilizzo non a caso questo termine in quanto tale mangime viene costruito in base alle conoscenze generali e particolari della specie o del genere dell'animale a cui è destinato.
Abbiamo visto come il progetto verzellino f. rossa sia naufragato a metà dell'opera per mancanza di soggetti ma nelle altre specie abbiamo avuto la possibilità di arrivare al traguardo (chiaramente dopo anni) il tutto grazie anche al sostegno dei numerosi allevatori che ci chiedevano con entusiasmo il prodotto finito.
Il tutto non in modo indolore, innumerevoli sono stati gli insuccessi in fase sperimentale che ci hanno costretti a cambiare le formule, dai problemi tecnologici di aspetto, consistenza e aroma, a quelli ben più subdoli e complicati da individuare quali gli stati carenziali o di tossicosi di alcuni elementi.
Immaginiamoci ad esempio il retinolo (la vit. A) che è solo una delle decine di sostanze che compongono un mangime, esso è indispensabile per gli animali ma può dare fenomeni di tossicosi nel lungo periodo se sovradosato. Esso è indispensabile però tutti i giorni pena ad esempio l'alterazione delle mucose con maggior sensibilità alle infezioni, e quindi quale è la dose, o meglio il range, la finestra di dosaggio, il minimo ed il massimo dosaggio in cui giocare nella somministrazione per avere il miglior risultato senza fenomeni di sovraccarico?
Questa rappresenta una delle innumerevoli domande che chi formula un mangime completo deve porsi e per la cui risposta deve investire anni di prove metaboliche su svariati soggetti.
Una volta raggiunta la formula il mangime va in produzione e viene messo a disposizione dell'allevatore. Esso rappresenta a nostro giudiozio la miglior risposta per conservare lo stato di salute dell'animale testimoniato dalla maggior longevità degli uccelli alimentati in modo esclusivo con esso.
Qui l'unifeed viene travisato, ciò che è un pregio viene considerato un difetto,
il fatto che se somministrato in modo esclusivo preserva gli uccelli viene visto come un attacco alla competenza dell'allevatore, come se lo stesso venisse esonerato da ogni partecipazione al piano alimentare, in altre parole l'unifeed viene visto come un antagonista al ruolo dell'allevatore. Nulla di più sbagliato.
Molti allevatori lo utilizzano solo alcuni giorni alla settimana, chi somministra anche ciotole di semi, chi in modo esclusivo solo quando va in ferie e lascia gli animali ad un parente. L'unifeed deve essere visto come un alleato non come un nemico.
E' chiaro che qualsiasi modifica comporta un alterazione dei valori di somministrazione dei singoli elementi (piccole modifiche come somministrazione di qualche seme non provocano particolari squilibri) ma il beneficio di queste decine di parametri che si discostano di poco dal valore ottimale rispetto ad un'alimentazione a base di semi che se ne discosta di molto risulta essere notevole
Mi spiego meglio con dei dati nella seguente tabella ove sono presenti i contenuti di alcune vitamine per kg di alimento:
unifeed misto semi 50%unifeed+50% semi
VIT.A (ui) 2000 0 1000
VIT.D3 (ui) 1500 0 750
VIT.E (ui) 100 80 90
VIT.K (mg) 3 0 0.5
VIT.B12(mg) 0.1 0 0.05
Notate che se anche “sbilancio” del 50% la razione alimentare con la somministrazione di miscele di semi ottengo comunque un vantaggio rispetto a quella esclusivamante composta da semi, perchè un dosaggio della metà del necessario è comunque meglio di un dosaggio uguale a zero (ciò che si verifica per molti elementi nella composizione dei semi).
Molta attenzione bisogna invece porre all'aggiunta di vitaminici o sali minerali che possono sommarsi a quelli già presenti negli unifeed e scatenare fenomeni di tossicosi nel medio-lungo periodo.
In questa occasione non voglio affrontare il discorso sanitario delle sementi, i raffronti sopra citati esulano dalla presenza o meno di micotossine, dando per scontato la somministrazione agli uccelli di semi o cereali non contaminati.
Concludo segnalando che negli ultimi tempi diverse ditte mangimistiche del settore (leader nel commercio di sementi) hanno intrapreso la medesima strada del “piatto unico” segno questo che il futuro dell'alimentazione dei nostri uccelli sarà in queste metodologie alimentari.
Da pioniere in questa direzione ora posso lasciarmi alle spalle le critiche furiose e le ostilità nei miei riguardi constatando che anche altri ora sviluppano le mie idee.
Il percorso è tracciato....
Stefano Figurella
Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
Ma ho letto l'articolo Cristiano sono confuso basta solo quel prodotto o al limite integrarlo al 50% con semi e basta?
niente + verdure ,frutta,erbe sevatiche ecc. ad es. ai canarini gli si da tante cose (fanno tutte bene) sinceramente non capisco
cmq grazie x la scheda altri pareri Ciaooooo
niente + verdure ,frutta,erbe sevatiche ecc. ad es. ai canarini gli si da tante cose (fanno tutte bene) sinceramente non capisco
cmq grazie x la scheda altri pareri Ciaooooo
francoma- Sponsor
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Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
Io sono ancora un po' restio a questi prodotti come anche i pellettati, pero molti li usano con ottimi risultati, sicuramente in futuro saranno in tutti gli allevamenti
Graziano73- Junior Mod
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Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
Sicuramente è un prodotto molto valido, ma per ora la mia difidenza non mi fara' schiodare dai semi misti.........
bobo- Senior Mod
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Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
francoma ha scritto:Ma ho letto l'articolo Cristiano sono confuso basta solo quel prodotto o al limite integrarlo al 50% con semi e basta?
niente + verdure ,frutta,erbe sevatiche ecc. ad es. ai canarini gli si da tante cose (fanno tutte bene) sinceramente non capisco
cmq grazie x la scheda altri pareri Ciaooooo
Nasce come pasto unico,cioe' sostituisce semi e pastone classico.
Verdura,frutta e prative sono un'altro discorso.
Questa e' una delle sue meraviglie,la foto fa schifo perche' fatta col cellulare,ma garantisco che non mangia altro.
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Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
IO USO UNIFEED .PROPRIO LA SETTIMANA SCORSA MI SONO ARRIVATI 180 kg.prodotto che trovo di alta qualita.
cigno- Simpatizzante
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Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
Come prima cosa ringrazio Stefano e Cris per averci fornito queste indicazioni.Poi,nel rivolgermi a tutti gli amici Allevatori posso confermare che chi usa il prodotto ideato da Stefano Figurella ha soggetti sanissimi non per esperienza personale(io l'avevo testato solo su una coppia quindi non faccio testo,anche se con risultati positivi)mà da quanto mi dicono tutti i grandi Allevatori che lo usano.Ovviamente poi ogniuno apporta delle modifiche(come aggiunta di altri alimenti) a seconda che stia in posti piu freddi o piu caldi o solo per il piacere di farlo.Di certo,è risaputo,i semi sono portatori di tante patologie.
massimo riva- Admin
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Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
cigno ha scritto:IO USO UNIFEED .PROPRIO LA SETTIMANA SCORSA MI SONO ARRIVATI 180 kg.prodotto che trovo di alta qualita.
Ma dai semi al nuovo alimento li hai abituati senza problemi e che vantaggi hai trovato?
Graziano73- Junior Mod
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Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
io lo sto usando e mi trovo bene,l'avevo abbandonato l'anno scorso,piu' che altro per delle mie idee e disavventure.Ora lo sto' riutilizzando e lo mangiano tutti.Voglio testarlo in riproduzione,perche' mi risolverebbe diversi problemi di tempo e viaggio,dato che non tutti i giorni posso,rinnovare il cibo per due volte al giorno.
nicola78- Simpatizzante
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Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
Certo che usando UNIFEED al posto dei semi senza dubbio non c'e' + il problema dei semi sparsi da tutte le parti non bisogna + soffiare i semi ....con le varie rotture e' una rivoluzione nell'alimentazione x i pennuti dovranno abituarsi pero'...quindi questo prodotto sostituisce solo i semi poi frutta e verdure si continuano a dare interessante la cosa ottima informazione grazie
francoma- Sponsor
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Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
Ciao Graziano ti rispondo io x quel che posso allora penso i vantaggi sono molteplici non + semi sparsi x terra da tutte le parti poi non + soffiare (o chi ne ha tanti) usare la macchinetta poi a questo punto non + fare i pastoncini casalinghi o dargli quelli industriali quindi rimane solo la frutta e le verdure non sembra male? certo che x me abituato da una vita a dare mistura ,semi ,pastoncino e' un'po' + difficile da entrare in quest'ottica ma questo e' lo studio che va avanti e bisogna prenderne atto mi piacerebbe sentire i pareri di molti allevatori e' una cosa veramente interessante grazie a Cristiano e al dott. Figurella
ah dimenticavo come faceva notare Massimo i semi possono essere fonti di malattie se comprati a casaccio e anche i pastoni
ah dimenticavo come faceva notare Massimo i semi possono essere fonti di malattie se comprati a casaccio e anche i pastoni
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Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
cigno ha scritto:IO USO UNIFEED .PROPRIO LA SETTIMANA SCORSA MI SONO ARRIVATI 180 kg.prodotto che trovo di alta qualita.
Azz....180 kg????
Non e' che lo mangi anche tu???
Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
SI LO MANGIO SOLO A COLAZIONE.
cigno- Simpatizzante
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Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
Ieri ho preso la mia prima confezione col nuovo aroma....non ho resistito e me ne sono mangiato un po'....gia' prima era buono,adesso lo metterei nel latte
Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
Ma dai nel latte ma x davvero e' buono allora bisogna provarlo ,ma siamo sicuri che quelle testoline matte non faranno storie nel mangiarlo?
francoma- Sponsor
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Età : 72
Località : genova
Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
gli uccelli nascono granivori e tali devono rimanere secondo il mio punto di vista ma senza dubbio chiunque è libero di allevare come vuole però del fatto che i semi sono portatori di molte patologie sono daccordo ma non per colpa dei semi ma delle aziende produttrici che non rispettano molte cose
Lorenzo1989- Senior
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Data d'iscrizione : 31.10.12
Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
Ma guarda che nel latte ce lo metto per me,mica per gli uccelli...
Lorenzo, i cani e i gatti mangiano crocchette,i pesci mangiano pellettati,gli animali da cortile estrusi......pero' nessuno si pone il problema di cosa mangino in natura
Lorenzo, i cani e i gatti mangiano crocchette,i pesci mangiano pellettati,gli animali da cortile estrusi......pero' nessuno si pone il problema di cosa mangino in natura
Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
Cristiano Ferrari ha scritto:Ma guarda che nel latte ce lo metto per me,mica per gli uccelli...
Lorenzo, i cani e i gatti mangiano crocchette,i pesci mangiano pellettati,gli animali da cortile estrusi......pero' nessuno si pone il problema di cosa mangino in natura
.........ciao Kris, io non so se ti ricordi, credo che eravamo in AOE, usavo L'unifeed, per i miei gloster, e l'ho usato per circa un anno, devo dire semplicemente sbalorditivo sotto ogni punto di vista, calcola che io tra riproduttori e novelli, ho in allevamento mediamente 150\170 canarini, lo sai perche ho smesso di somministrarlo, semplicemente perche facendo una richiesta on line alla ditta riproduttrice se mi forniva lòa scheda tecnica del prodotto, cioe' quanti lipidi, proteine, grassi ecc. contenesse, mi e' stato risposto di no, ed io qui, scusami se ritorno sul tema, l'azienda che produce, deve dare queste informazioni all'allevatore, non vedo il motivo del diniego, ora comunque non so se le cose sono cambiate, peccato pero'.
agatarosso- Simpatizzante
- Messaggi : 359
Data d'iscrizione : 21.12.11
Età : 69
Località : Anguillara Sabazia
Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
Be',adesso te lo spiego in poche parole,visto che molti insistono su questo punto.
Durante la sperimentazione alcuni allevatori disonesti e doppiogiochisti hanno passato il prodotto ad un concorrente che ha immesso sul mercato un clone (grossolano perche' manca appunto la formula) appena prima del lancio dell'Unibird.
In seguito altri produttori hanno immesso sul mercato prodotti simili cavalcando l'onda della novita'.
Simili nell'aspetto,ma molto lontani dalla formula del dott.Figurella, lui ci ha studiato sopra per anni e i prodotti concorrenti sono usciti "dal giorno alla notte"...questo dovrebbe far capire il perche' di tanta segretezza.
Durante la sperimentazione alcuni allevatori disonesti e doppiogiochisti hanno passato il prodotto ad un concorrente che ha immesso sul mercato un clone (grossolano perche' manca appunto la formula) appena prima del lancio dell'Unibird.
In seguito altri produttori hanno immesso sul mercato prodotti simili cavalcando l'onda della novita'.
Simili nell'aspetto,ma molto lontani dalla formula del dott.Figurella, lui ci ha studiato sopra per anni e i prodotti concorrenti sono usciti "dal giorno alla notte"...questo dovrebbe far capire il perche' di tanta segretezza.
Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
........Kris avevo immaginato una cosa del genere, tu comunque li adoperi tal quali, oppure oltre all'Unifeed dai altre cose hai tuoi canarini.
agatarosso- Simpatizzante
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Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
.......ancora una cosa Kris, visto che ci siamo, l'Unifeed si puo' somministrare nelle mangiatoie Alpistex, o ci sono problemi.
agatarosso- Simpatizzante
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Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
Io lo do' tale e quale,poi puo' capitare che do' frutta e verdura,ma la base dell'alimentazione e' Unibird.
Nelle antispreco potrebbe andare bene,pero' devi provare se con l'umidita' si forma un tappo che non lo fa scendere....io non le ho mai provate e non ti saprei dire.
Nelle antispreco potrebbe andare bene,pero' devi provare se con l'umidita' si forma un tappo che non lo fa scendere....io non le ho mai provate e non ti saprei dire.
Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
Cristiano Ferrari ha scritto:Io lo do' tale e quale,poi puo' capitare che do' frutta e verdura,ma la base dell'alimentazione e' Unibird.
Nelle antispreco potrebbe andare bene,pero' devi provare se con l'umidita' si forma un tappo che non lo fa scendere....io non le ho mai provate e non ti saprei dire.
.......grazie delle spiegazioni, un ultima cosa Cristiano sempre se si puo' dire qui in forum, su che prezzo sta ora questo prodotto.
agatarosso- Simpatizzante
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Re: Le origini dell'unifeed del Dott. Stefano Figurella
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