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Allevare a mano Conuro Guance Verdi
3 partecipanti
Pagina 1 di 1
Allevare a mano Conuro Guance Verdi
Ciao a tutti... eccomi qui anche stasera a chiedere pareri, opinioni, consigli....
Ieri sera Ivo rispondendo al mio post "spuntare ali", mi ha fatto riflettere e finalmente ho realizzato una cosa che, in quasi 1 anno di convivenza con Poli, non avevo ancora capito: Poli è stato "svezzato a mano" dall'allevatore, non "allevato" come ho sempre detto io.... "allevarlo a mano" è un mio compito... insomma devo educarlo, capirlo e crescerlo, per vivere insieme a lui ancora tanti anni....
Forse avrei dovuto informarmi prima di acquistarlo, ma purtroppo non l'ho fatto....
Ad oggi comunque amo il mio piccolo coccolone, ogni tanto è un pochino capriccioso, ma ormai è parte integrante della nostra famiglia....
Sicuramente col vostro aiuto, riuscirò finalmente ad "allevare a mano" il mio piccolo Poli....
Grazie a tutti...
Ciao Rosi
Ieri sera Ivo rispondendo al mio post "spuntare ali", mi ha fatto riflettere e finalmente ho realizzato una cosa che, in quasi 1 anno di convivenza con Poli, non avevo ancora capito: Poli è stato "svezzato a mano" dall'allevatore, non "allevato" come ho sempre detto io.... "allevarlo a mano" è un mio compito... insomma devo educarlo, capirlo e crescerlo, per vivere insieme a lui ancora tanti anni....
Forse avrei dovuto informarmi prima di acquistarlo, ma purtroppo non l'ho fatto....
Ad oggi comunque amo il mio piccolo coccolone, ogni tanto è un pochino capriccioso, ma ormai è parte integrante della nostra famiglia....
Sicuramente col vostro aiuto, riuscirò finalmente ad "allevare a mano" il mio piccolo Poli....
Grazie a tutti...
Ciao Rosi
Rosi- Novizio
- Messaggi : 146
Data d'iscrizione : 31.12.11
Età : 48
Re: Allevare a mano Conuro Guance Verdi
Ciao..provo a trascrivere qualcosa che ho trovato interessante e che può aiutare:
Relazionarsi con questi uccelli è molto diverso dal relazionarsi con un cane o con un gatto. I pappagalli possono assumere atteggiamenti e comportamenti completamente differenti a seconda dell'ambiente che li circonda e dagli atteggiamenti delle persone che se ne prendono cura. E' fondamentale rendersi conto che si tratta di animali intimamente liberi, che non conoscono il concetto di obbedienza e nemmeno quello di gerarchia.
Per relazionarsi efficacemente con loro è necessario comprenderne le caratteristiche ed adeguarvisi: in natura il ruolo del pappagallo è quello di preda e mai di predatore. Preda oltretutto vistosa, dati i forti colori che caratterizzano quasi sempre il suo piumaggio. Il pappagallo pertanto trascorre la sua intera esistenza nel timore di essere in costante pericolo di vita, e per questa ragione sta sempre sul chi vive, pronto a cogliere con la massima efficienza ogni possibile segnale di pericolo. Entrare in contatto emotivo con un pappagallo significa tenere costantemente presente questa sua caratteristica.
L'animale va rassicurato attraverso il linguaggio del corpo, evitando movimenti bruschi, toni di voce aspri e sgradevoli, atteggiamenti nervosi ed aggressivi, lasciando piuttosto che l'abitudine alla nostra presenza lo rassicuri sulle nostre intenzioni amichevoli nei suoi confronti. Imporsi con l'autorità o con la forza nel tentativo di "educare" l'animale e fargli comprendere che "siamo noi a comandare" non ha alcun effetto positivo, serve solo a spaventarlo e renderlo diffidente ed aggressivo a sua volta.
Il pappagallo, abbiamo già detto, non riconosce le gerarchie. Nella vita di gruppo allo stato naturale non ha un "capobranco" a cui sottomettersi e di cui riconoscere l'autorità: ogni società di psittacidi è completamente e sorprendentemente paritaria. Tenendo presente questo suo aspetto atavico non ci stupirà più constatare che il nostro amico pennuto e colorato è semplicemente incapace di obbedirci. Questo non significa affatto che non sia possibile stabilire con lui una relazione profonda, tutt'altro. Trattato con pazienza, premiato nei suoi atteggiamenti positivi, il pappagallo si affeziona profondamente, ed in taluni casi addirittura morbosamente, al proprio padrone.
E' un animale dalla sensibilità spiccata e di grande intelligenza, fortemente empatico, socievole e soprattutto gregario, per il quale l'interrelazione assume un'importanza vitale: acquistare un pappagallo e pensare che possa restarsene tutto il giorno da solo a "fare da soprammobile animato" è un triste errore. Trascurarne l'emotività è una via sicura per fare di lui un essere infelice.
Il gioco ed eventualmente anche l'addestramento rappresentano i momenti più intensi del nostro rapporto con il nostro amico pennuto: è fondamentale tenere presente che l'unico metodo valido di insegnamento con i pappagalli è costituito dal cosiddetto "rinforzo positivo". Ricevere un premio (una lode, una carezza, una leccornia) motiva l'animale a reagire positivamente alla richiesta umana; al contrario rimproveri, sgridate ed imposizioni non vengono da lui compresi nè accettati. La premessa di base è che ogni operazione di interrelazione con il pappagallo presuppone che si sia guadagnata la loro completa fiducia e l'animale si senta tranquillo e non minacciato dalla nostra presenza.
fonte: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
Relazionarsi con questi uccelli è molto diverso dal relazionarsi con un cane o con un gatto. I pappagalli possono assumere atteggiamenti e comportamenti completamente differenti a seconda dell'ambiente che li circonda e dagli atteggiamenti delle persone che se ne prendono cura. E' fondamentale rendersi conto che si tratta di animali intimamente liberi, che non conoscono il concetto di obbedienza e nemmeno quello di gerarchia.
Per relazionarsi efficacemente con loro è necessario comprenderne le caratteristiche ed adeguarvisi: in natura il ruolo del pappagallo è quello di preda e mai di predatore. Preda oltretutto vistosa, dati i forti colori che caratterizzano quasi sempre il suo piumaggio. Il pappagallo pertanto trascorre la sua intera esistenza nel timore di essere in costante pericolo di vita, e per questa ragione sta sempre sul chi vive, pronto a cogliere con la massima efficienza ogni possibile segnale di pericolo. Entrare in contatto emotivo con un pappagallo significa tenere costantemente presente questa sua caratteristica.
L'animale va rassicurato attraverso il linguaggio del corpo, evitando movimenti bruschi, toni di voce aspri e sgradevoli, atteggiamenti nervosi ed aggressivi, lasciando piuttosto che l'abitudine alla nostra presenza lo rassicuri sulle nostre intenzioni amichevoli nei suoi confronti. Imporsi con l'autorità o con la forza nel tentativo di "educare" l'animale e fargli comprendere che "siamo noi a comandare" non ha alcun effetto positivo, serve solo a spaventarlo e renderlo diffidente ed aggressivo a sua volta.
Il pappagallo, abbiamo già detto, non riconosce le gerarchie. Nella vita di gruppo allo stato naturale non ha un "capobranco" a cui sottomettersi e di cui riconoscere l'autorità: ogni società di psittacidi è completamente e sorprendentemente paritaria. Tenendo presente questo suo aspetto atavico non ci stupirà più constatare che il nostro amico pennuto e colorato è semplicemente incapace di obbedirci. Questo non significa affatto che non sia possibile stabilire con lui una relazione profonda, tutt'altro. Trattato con pazienza, premiato nei suoi atteggiamenti positivi, il pappagallo si affeziona profondamente, ed in taluni casi addirittura morbosamente, al proprio padrone.
E' un animale dalla sensibilità spiccata e di grande intelligenza, fortemente empatico, socievole e soprattutto gregario, per il quale l'interrelazione assume un'importanza vitale: acquistare un pappagallo e pensare che possa restarsene tutto il giorno da solo a "fare da soprammobile animato" è un triste errore. Trascurarne l'emotività è una via sicura per fare di lui un essere infelice.
Il gioco ed eventualmente anche l'addestramento rappresentano i momenti più intensi del nostro rapporto con il nostro amico pennuto: è fondamentale tenere presente che l'unico metodo valido di insegnamento con i pappagalli è costituito dal cosiddetto "rinforzo positivo". Ricevere un premio (una lode, una carezza, una leccornia) motiva l'animale a reagire positivamente alla richiesta umana; al contrario rimproveri, sgridate ed imposizioni non vengono da lui compresi nè accettati. La premessa di base è che ogni operazione di interrelazione con il pappagallo presuppone che si sia guadagnata la loro completa fiducia e l'animale si senta tranquillo e non minacciato dalla nostra presenza.
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Ivo Multipass- Senior Mod
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Re: Allevare a mano Conuro Guance Verdi
Dal momento che la scelta di tagliare le ali è dettata principalmente da:
1)voler tenere il pappagallino non allevato a mano stabilmente libero in casa
2)addomesticare il proprio pappagallino
3)far fare un'uscita all'aria aperta al pappagallino tenendolo sulla spalla
In tutti e tre questi casi, piuttosto che tagliare le ali, è a mio avviso, meglio applicare fascette rimovibili con cerottini per uso medico, a due o tre penne per ala: il cerottino si toglierà spontaneamente dopo qualche giorno e se ci si accorge di aver limitato troppo il volo del pappagallo si può intervenire per apportare correzioni, e soprattutto non bisognerà aspettare mesi per veder tornare il nostro amico alla sua normale condizione fisica.
Naturalmente va detto che , sia il taglio delle ali che l'applicazione delle fascette è assolutamente inutile per chi tenga il pappagallino in gabbia e lo liberi una o più ore al giorno per fargli sgranchire le ali: infatti non avrebbe senso liberarlo per farlo volare se poi l'uccellino non può volare.
Tengo altresì a precisare che avere libero per casa un pappagallino con le ali tagliate, equivale ad avere costantemente in una piccola gabbia un pappagallino con le ali integre, in quanto dal suo punto di vista in entrambi i casi , gli è impedita l'azione a lui più naturale: volare.
Se si desidera tuttavia avere un pappagallino addomesticato a casa, vi consiglio di prendere un soggetto molto giovane che possiate addomesticare senza ricorrere alla pratica del taglio o fasciatura delle ali oppure un soggetto già addomesticato o un soggetto allevato a mano(da addomesticare o già addomesticato).
1)voler tenere il pappagallino non allevato a mano stabilmente libero in casa
2)addomesticare il proprio pappagallino
3)far fare un'uscita all'aria aperta al pappagallino tenendolo sulla spalla
In tutti e tre questi casi, piuttosto che tagliare le ali, è a mio avviso, meglio applicare fascette rimovibili con cerottini per uso medico, a due o tre penne per ala: il cerottino si toglierà spontaneamente dopo qualche giorno e se ci si accorge di aver limitato troppo il volo del pappagallo si può intervenire per apportare correzioni, e soprattutto non bisognerà aspettare mesi per veder tornare il nostro amico alla sua normale condizione fisica.
Naturalmente va detto che , sia il taglio delle ali che l'applicazione delle fascette è assolutamente inutile per chi tenga il pappagallino in gabbia e lo liberi una o più ore al giorno per fargli sgranchire le ali: infatti non avrebbe senso liberarlo per farlo volare se poi l'uccellino non può volare.
Tengo altresì a precisare che avere libero per casa un pappagallino con le ali tagliate, equivale ad avere costantemente in una piccola gabbia un pappagallino con le ali integre, in quanto dal suo punto di vista in entrambi i casi , gli è impedita l'azione a lui più naturale: volare.
Se si desidera tuttavia avere un pappagallino addomesticato a casa, vi consiglio di prendere un soggetto molto giovane che possiate addomesticare senza ricorrere alla pratica del taglio o fasciatura delle ali oppure un soggetto già addomesticato o un soggetto allevato a mano(da addomesticare o già addomesticato).
Ivo Multipass- Senior Mod
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Re: Allevare a mano Conuro Guance Verdi
Le fascette alle ali dei pappagallini
Uso delle fascette alle ali per limitare il volo delle cocorite
Si avvicina la bella stagione e si fa largo il desiderio di portare a spasso i nostri adorati uccellini, per far godere loro del solettino primaverile e della rigogliosa vegetazione di maggio.
Quali precauzioni prendere per non vedersi volar via il pappagallino in preda all'euforia dell'aria aperta?
Già, perchè anche un pappagallino allevato a mano e pappa e ciccia con il suo padrone può decidere di farsi un voletto in cima a un pino marittimo per ammirare il paesaggio da lassù, ignaro del pericolo che questa sua istintiva decisione racchiude in se, primo tra tutti quello di perdere l'orientamento e non ritrovare la sua famiglia, con il rischio invece di venir adottato da qualche famiglia di gatti, della quale avrebbe il posto principale a tavola!
Per evitare che ciò accada, io uso applicare una fascetta di protezione alle 5 remiganti più esterne in modo da impedire il volo battente (in altezza).
Premetto e sottolineo tuttavia che questo è l'unico caso in cui è opportuno effettuare questa operazione, che le fascette costituiscono l'equivalente del "guinzaglio" per il cane o dell'auto dentro al quale stiamo chiusi se effettuiamo un safari, e pertanto , come tali, vanno lasciate solo per il tempo strettamente connesso alla passeggiata, venendo a costituire una sorta di "baratto" (il coco rinuncia a un'oretta a volare ma in cambio può godere della vista del mondo esterno, proprio come quando noi decidiamo di fare un safari, rinunciando in quel caso a passeggiare ma godendo in sicurezza della vista di pericolosi quanto begli animali).
Cocorita posata su un ramo in una bella giobnata di primaveraSono invece contraria ad applicare le fascette in casa per addestrare i pappagallini, in quanto tale pratica corrisponde al taglio delle remiganti, rende il pappagallo apparentemente docile in virtù della sua condizione invalidante, ma in realtà agisce contro l'instaurarsi di un sano rapporto di fiducia con il padrone, creando oltretutto nel pappagallino turbe psicologiche legate al fatto di non poter volare.
A quest'ultimo scopo, l'unica applicazione di fascette consentita, è quella che riguarda due sole remiganti (la 1° e 2° o la 2° e 3°), che, unite in un'unica penna, rendono il volo solo un po più difficoltoso e pesante, ma non lo limitano ne in altezza ne in lunghezza: in alcuni casi (pappagallini particolarmente forastici o diffidenti) questo metodo può aiutare in quanto l'uccellino è come se di volta in volta valutasse se è davvero il caso di scappare quando ci avviciniamo a lui, essendo l'operazione fattibile ma faticosa (sarebbe come per noi muoverci con delle cavigliere ai piedi).
Con il tempo, il pappagallo, scegliendo 1, 2 o più volte di non scappare, capisce che non costituiamo un pericolo, e a questo punto le fascette non servono più.
Cosa sono e come si applicano queste fascette?
Io utilizzo il cerottino di carta in rotolo per uso medico, che è leggero , traspirante e soprattutto si stacca da solo dopo 2 o 3 ore dall'applicazione, non rovinando il piumaggio dei nostri uccellini.
Con una strisciolina sottile del detto cerotto "lego " tra loro le 5 remiganti più esterne e dopo aver verificato che il pappagallino non può volare, lo porto a passeggio.
Quante e quali remiganti legare?
Applicare le fascette alle ali di un pappagallino cocoritoPer uscire per strada bisogna impedire totalmente il volo, perchè mantenere il volo planato (che consente uno sviluppo in lunghezza) potrebbe rivelarsi molto pericoloso: supponiamo che l'uccellino possa volare 10 o 20 mt in lunghezza: non riuscendo ad alzarsi, potrebbe cadere in un fiume o in un laghetto dove annegherebbe, o in mezzo a una strada dove potrebbe venir schiacciato da una macchina.
Ai fini dell'addestramento in casa invece, non si devono legare più di due penne, perchè oltre a sussistere i pericoli già citati per l'esterno (potrebbe cadere e ferirsi), la cosa avrebbe pesanti ripercussioni sotto il profilo psicologico.
In casa pertanto , non deve essere impedito ne il volo planato ne quello battente, al massimo può essere solo un po appesantito, il che si ottiene legando non più di due penne.
A tutti i pappagallini si possono legare le ali?
Si e no. Prendere un uccellino adulto e abituato in casa o in gabbia e con il quale si sta lavorando pe conquistarne la fiducia e volergli applicare le fascette per portarlo fuori, ha più controindicazioni che vantaggi, dato che la cosa lo spaventerebbe molto e lo renderebbe diffidente verso di noi.
Io porto a spasso solo i coco che ho abituato fin da piccini a farsi toccare e che quindi non vivono l'applicazione delle fascette come un trauma, anzi, facendolo spesso, molti riconoscono il rotolo del cerotto come il cane riconosce il guinzaglio e accettano la cosa di buon grado, riconoscendo l'equivalenza "cerotto=passeggiata".
Per portare fuori un uccellino adulto e non abituato a farsi maneggiare, meglio usare una gabbietta.
Il mio pappagallino è allevato a mano, in casa sta sempre sulla spalla senza scappare, posso portarlo fuori,senza fascette?
No, e ancora no!
Il pappagallino così abituato probabilmente per 1,2 ...10 volte non si staccherà dalla vostra spalla ma verrà il momento che per spavento o curiosità o altro spiccherà il volo e andrà a posizionarsi sul rametto più alto di un albero.
A quel punto, al 90% è perso, perchè anche se abituato a venire al richiamo, in un contesto euforizzante di primavera, verde e aria aperta, non risponderebbe.
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fonte:http://www.cocoriti.com/le-fascette-alle-ali-dei-pappagallini.html
Ivo Multipass- Senior Mod
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Età : 65
Località : DESIO (MB)
Re: Allevare a mano Conuro Guance Verdi
Grazie Ivo... Quante informazioni utili!!!!!
Rosi- Novizio
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Data d'iscrizione : 31.12.11
Età : 48
Re: Allevare a mano Conuro Guance Verdi
Ottimo Ivo
massimo riva- Admin
- Messaggi : 15569
Data d'iscrizione : 08.12.11
Età : 58
Località : Lavagna(GE)
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