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DISINFETTARE SULLO SPORCO pt.1 di Biagio D'Amore
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DISINFETTARE SULLO SPORCO pt.1 di Biagio D'Amore
DISINFETTARE SULLO SPORCO………(uno spreco di tempo, fatica e denaro)
Per chi non è abbonato alla rivista Alcedo avrà la possibilità di leggere questi miei articoli ed eventualmente prenderne spunto.
DISINFETTARE SULLO SPORCO………(uno spreco di tempo, fatica e denaro)
( prima parte )
a cura di Biagio D’Amore
___________________________________________________________________________
Nei nostri allevamenti, spesso nasce l’esigenza di dover pulire, disinfettare ecc. per impedire che agenti patogeni (virus, batteri, spore, parassiti, ecc.) possano soggiornarvi in modo silente e proliferare con progressione esponenziale in assenza di adeguate misure di biosicurezza (sicurezza biologica).
Il principale veicolo di introduzione degli agenti patogeni in un allevamento è rappresentato da animali infetti o probabili portatori, che pertanto agiscono da involontari corrieri per virus ed altri patogeni che così entrano nell’allevamento; altresì possono instaurarsi infezioni causate delle più disparate ragioni.
Il controllo ambientale attraverso disinfezioni programmate è il solo modo per inattivare la pressione infettiva nei momenti in cui i patogeni escono allo scoperto, cioè quando si diffondono da un animale all’altro transitando nell’ambiente di allevamento.
La biosicurezza si propone come una buona prassi per una corretta gestione sanitaria di un allevamento.
Disinfettare sullo sporco risulta la buccia di banana su cui spesso rischiano di scivolare tutti gli interventi di biosicurezza impostati in maniera apparentemente corretta.
Prima di procedere ad un’esposizione più dettagliata dei vari interventi di biosicurezza, sarà il caso di formulare un glossario delle parole più usate, in modo tale che le varie fasi che si andranno ad esporre nel seguito saranno più comprensibili, anche ai meno esperti del settore.
GLOSSARIO
Aerosolizzazione: metodica con la quale si generano e si disperdono nell’ambiente particelle di diametro inferiore a cinque micron. Il veicolo più utilizzato è il glicole etilenico. Le particelle permangono a lungo sospese nell’ambiente e al loro depositarsi sulle superfici non le bagnano. La scelta da privilegiare riguarda l’aerazione forzata degli ambienti.
Antisepsi: processo finalizzato alla riduzione degli agenti patogeni sulla cute o su altri tessuti viventi mediante distruzione o inibizione della moltiplicazione.
Antisettico: agente chimico dotato di proprietà battericide o batteriostatiche e di un buon indice terapeutico destinato ai tessuti viventi. Può essere usato anche in disinfezione, mentre non si può dire il contrario.
Asepsi: si intende l’assenza di microrganismi, nel significato corrispondente a sterilità.
Battericida: agente chimico o fisico in grado di uccidere i batteri.
Batteriostatico: agente chimico o fisico in grado di bloccare la moltiplicazione batterica.
Biocidi: principi attivi e preparati contenenti uno o più principi attivi, presentati nella forma in cui sono consegnati all’utilizzatore, destinati a distruggere, eliminare, rendere innocui, impedire l’azione o esercitare altro effetto di controllo su qualsiasi organismo nocivo con mezzi chimici o biologici.
Biofilm: si intende “una comunità batterica aderente a una superficie, spesso circondata da una matrice extracellulare”.
Contaminazione: si intende la presenza di un agente infettivo su una superficie oppure su sostanze alimentari.
Detergente: sostanza che diminuisce la tensione superficiale tra sporco e superficie da pulire, in modo da favorire l’asportazione dello sporco.
Detersione: consente l’allontanamento meccanico di una elevata percentuale di microrganismi e del materiale (organico ed inorganico) che funge da substrato. Deve essere sempre seguita dal risciacquo. E’ indicata, da sola, in situazioni a scarso rischio infettivo ed è operazione preliminare rispetto alla disinfezione e alla sterilizzazione.
Disinfestazione: procedura finalizzata alla distruzione degli insetti, piccoli animali, roditori, etc.
Disinfettante: prodotto atto a distruggere i microrganismi patogeni quali batteri e muffe in un determinato ambiente o substrato, non può essere applicato sui tessuti viventi; se il prodotto è formulato con l’aggiunta di specifici coformulanti ad azione detergente, abrasiva o decalcificante si potranno avere disinfettanti dotati di specifiche funzioni.
Dispositivo di Protezione Individuale (DPI): qualsiasi dispositivo destinato ad essere indossato e tenuto dall’operatore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza e la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.
Durezza dell’acqua: presenza, in un’acqua, di sali di calcio, espressa in gradi.
Fungicida: agente che uccide i miceti.
Germicida: agente in grado di distruggere tutti i microrganismi in fase vegetativa (batteri, miceti, virus).
Nebulizzazione: metodica con la quale vengono disperse nell’ambiente particelle di disinfettante di diametro superiore ai cinque micron. Il veicolo maggiormente utilizzato è una soluzione acquosa. Tali particelle, in virtù del loro peso, precipitano presto sulle superfici orizzontali bagnandole.
PH: indica il grado di acidità o di alcalinità di una soluzione. Neutra ph = 7, acida ph inferiore a 7, alcalina ph superiore a 7.
Ppm: parti per milione, indica la concentrazione del principio attivo.
Preparato corrosivo: prodotto che, a contatto con i tessuti vivi, può esercitare un’azione distruttiva.
Preparati irritanti: prodotti non corrosivi il cui contatto immediato, prolungato o ripetuto con la pelle e le mucose può provocare reazione infiammatoria.
Sporicida: prodotto in grado di agire come sterilizzante se il tempo di contatto è abbastanza prolungato da permettere la distruzione di tutte le forme di vita microbica, oppure come disinfettante ad alto livello se il tempo di contatto è più breve.
Sterilizzazione: processo fisico o chimico in grado di distruggere tutte le forme di microrganismi viventi.
Tensioattivo: composto chimico che presenta attività superficiale il quale, disciolto in un liquido, in particolare acqua, ne abbassa la tensione superficiale per assorbimento preferenziale all’interfaccia liquido/vapore o ad altre interfacce.
Tensioattivo anionico: tensioattivo che si ionizza in soluzione acquosa per produrre ioni organici carichi negativamente, responsabili della tensioattività.
Tensioattivo cationico: tensioattivo che si ionizza in soluzione acquosa per produrre ioni organici carichi positivamente responsabili della tensioattività.
Tensioattivo nonionico: tensioattivo che non dà origine a ioni in soluzione acquosa. La solubilità in acqua dei tensioattivi non ionici è dovuta alla presenza nella molecola di gruppi funzionali che hanno una forte affinità per l’acqua.
Virulicida o virucida: agente in grado di uccidere o di inattivare i virus.
PREVENZIONE DALLE INFEZIONI :
Dato che teniamo gli uccelli in gabbie e voliere, e quindi in spazi ristretti, li esponiamo a livelli di tossicità non presenti in natura. Nelle gabbie non arriva la pioggia a lavare via periodicamente i patogeni e l'ambiente è isolato dalla luce del sole, in assoluto il miglior disinfettante esistente. Nella gabbia o nella voliera, i contenitori dell'acqua, specialmente quando contengono integratori minerali, sono un ambiente di vita perfetto per ogni sorta di patogeni. Cibi a base di uova o cibi umidi esposti al calore del sole stimolano la crescita e la riproduzione di salmonella, escherichia coli e altri batteri. Le feci degli uccelli sui posatoi diffondono batteri e rilasciano pericolosi virus aerei. Gli angoli e le fessure delle gabbie e delle voliere, punti difficili da pulire, sono i luoghi ideali per la riproduzione di batteri, funghi e virus. Inoltre, più uccelli vengono tenuti insieme, maggiore è il rischio di infezione e maggiore sarà la facilità di diffusione. Tenendo gli uccelli in spazi ristretti, ci obblighiamo a tenere i loro spazi vitali particolarmente puliti e salubri.
Il fondamento della biosicurezza è la prevenzione, non la cura. E questa è la classica situazione in cui la prevenzione è migliore e molto più semplice di qualsiasi cura. L'impedire che le malattie attacchino i vostri uccelli è molto più semplice (e molto meno costoso) che cercare di curare un'infezione dopo che si è manifestata e diffusa. Quindi, se impiegate del tempo per lavare le gabbie, i posatoi e le voliere più di frequente, dovrete utilizzare disinfettanti aggressivi e ricorrere al veterinario meno spesso. La pulizia è l'investimento più economico che farete mai per la salute di vostri uccelli. Non aspettate di perdere un soggetto o che altri si ammalino per iniziare a fare un miglior lavoro di pulizia e di disinfezione. Per creare condizioni di bio-sicurezza per i vostri uccelli, dovete aggiungere una disinfezione oltre alla pulizia. Molte persone pensano che, se un prodotto afferma di "uccidere i germi", sia una valida protezione per gli uccelli contro le malattie. Questo non è assolutamente vero. Esistono moltissimi patogeni che possono attaccare gli uccelli e il sapone non li protegge affatto dal loro attacco. Il sapone e l'acqua sono validissimi come prima fase della detersione e agiscono al meglio in presenza di detriti di tipo organico; una pulizia accurata è essenziale per consentire una disinfezione efficace. Una volta che si è lavato un oggetto, occorre sciacquarlo accuratamente prima di disinfettarlo, allo scopo di evitare una reazione chimica fra il sapone e il disinfettante, la quale potrebbe inattivare il disinfettante. È facile per le mangiatoie e i beverini, ma stiamo parlando anche delle sbarre metalliche delle gabbie, delle pareti e dei pavimenti del locale d'allevamento, dove un risciacquo accurato può essere difficoltoso in un ambiente domestico. Oltre a una pulizia frequente, prevenzione significa anche essere bravi a limitare la contaminazione incrociata fra le gabbie, a mantenere cibo e acqua puliti, e a predisporre misure di quarantena per gli uccelli appena acquistati o malati.
DETERGENZA: marcia in più della disinfezione !
In generale, esiste una tendenza a sovrastimare la potenzialità della disinfezione, sottovalutando la portata di un corretto trattamento detergente, soprattutto per la scarsa conoscenza della sinergia tra prodotti igienizzanti e presidi disinfettanti. A nessuno verrebbe mai in mente di disinfettare una ferita senza prima aver rimosso l'eventuale sporcizia che la imbratta, ma questa semplice considerazione è spesso dimenticata lavorando nella quotidianità dell’ allevamento. Un'energica azione detergente fino a condizioni di pulito perfetto è fondamentale per ottimizzare la resa dei disinfettanti e tale condizione non può essere ottenuta esclusivamente dai lavaggi non importa quanto accurati e quanto bollenti ! I tensioattivi sono alla base del meccanismo d’azione di un detergente: quando queste sostanze vengono aggiunte ad un liquido riducono la tensione superficiale delle molecole di superficie, ovvero il loro reciproco grado di “attrazione”. Esistono vari tipi di detergenti a seconda della natura chimica della sostanza tensioattiva. Al principio attivo di base possono essere associati eventuali altri additivi (es. disincrostanti o schiumogeni).
In definitiva, con l’uso del detergente avremo che:
- la superficie da pulire viene umidificata ;
- la superficie delle strutture assorbe il detergente ;
- la sostanza organica si “sgretola” sotto forma di piccole gocce e subisce il facile dilavamento ;
- la sostanza organica rimane “in sospensione” nel liquido e non si rideposita sulle superfici pulite .
L'ACQUA NON ESERCITA ATTIVITA' DETERGENTE !
L’intervento di solo ammollo in acqua rischia di compromettere l’efficacia di un disinfettante che si troverebbe ad agire in situazioni diverse da quelle per cui è stato progettato.
I detergenti sono composti appositamente sviluppati per mettere a nudo i microrganismi bersaglio e grazie alle caratteristiche delle loro molecole sono in grado di "sgretolare" le barriere che proteggono, nascondono e fissano gli agenti patogeni al substrato.
Tutti i disinfettanti agiscono per contatto: ciò significa che il biocida deve "colpire fisicamente" l'organismo bersaglio.
Nella realtà di allevamento, più che mai l'azione di detergente e disinfettante deve essere consecutiva e sinergica, perché i patogeni tendono a proteggersi protetti dal pericolo delle sostanze ad attività biocida tramite un duplice sistema di difesa:
1. il biofilm è la prima barriera protettiva secreta da molte specie batteriche, che aumenta la coesione all'interno delle colonie batteriche e con le superfici colonizzate. Il biofilm costituisce inoltre un composto ideale per lo sviluppo dei microrganismi e possiede uno spessore che i comuni disinfettanti difficilmente riescono a penetrare.
2. nell'ecosistema di allevamento si aggiunge una barriera difensiva naturale in grado di tenere i microrganismi al riparo dell'azione degli agenti biocidi: una vera e propria corazza biologica rappresentata dal materiale organico di produzione animale (feci, piume, ecc.).
Biofilm e sostanza organica possiedono in comune un'elevata percentuale di molecole lipidiche , ovvero di natura "grassa" risultando pertanto "refrattari" all'acqua.
Per chi non è abbonato alla rivista Alcedo avrà la possibilità di leggere questi miei articoli ed eventualmente prenderne spunto.
DISINFETTARE SULLO SPORCO………(uno spreco di tempo, fatica e denaro)
( prima parte )
a cura di Biagio D’Amore
___________________________________________________________________________
Nei nostri allevamenti, spesso nasce l’esigenza di dover pulire, disinfettare ecc. per impedire che agenti patogeni (virus, batteri, spore, parassiti, ecc.) possano soggiornarvi in modo silente e proliferare con progressione esponenziale in assenza di adeguate misure di biosicurezza (sicurezza biologica).
Il principale veicolo di introduzione degli agenti patogeni in un allevamento è rappresentato da animali infetti o probabili portatori, che pertanto agiscono da involontari corrieri per virus ed altri patogeni che così entrano nell’allevamento; altresì possono instaurarsi infezioni causate delle più disparate ragioni.
Il controllo ambientale attraverso disinfezioni programmate è il solo modo per inattivare la pressione infettiva nei momenti in cui i patogeni escono allo scoperto, cioè quando si diffondono da un animale all’altro transitando nell’ambiente di allevamento.
La biosicurezza si propone come una buona prassi per una corretta gestione sanitaria di un allevamento.
Disinfettare sullo sporco risulta la buccia di banana su cui spesso rischiano di scivolare tutti gli interventi di biosicurezza impostati in maniera apparentemente corretta.
Prima di procedere ad un’esposizione più dettagliata dei vari interventi di biosicurezza, sarà il caso di formulare un glossario delle parole più usate, in modo tale che le varie fasi che si andranno ad esporre nel seguito saranno più comprensibili, anche ai meno esperti del settore.
GLOSSARIO
Aerosolizzazione: metodica con la quale si generano e si disperdono nell’ambiente particelle di diametro inferiore a cinque micron. Il veicolo più utilizzato è il glicole etilenico. Le particelle permangono a lungo sospese nell’ambiente e al loro depositarsi sulle superfici non le bagnano. La scelta da privilegiare riguarda l’aerazione forzata degli ambienti.
Antisepsi: processo finalizzato alla riduzione degli agenti patogeni sulla cute o su altri tessuti viventi mediante distruzione o inibizione della moltiplicazione.
Antisettico: agente chimico dotato di proprietà battericide o batteriostatiche e di un buon indice terapeutico destinato ai tessuti viventi. Può essere usato anche in disinfezione, mentre non si può dire il contrario.
Asepsi: si intende l’assenza di microrganismi, nel significato corrispondente a sterilità.
Battericida: agente chimico o fisico in grado di uccidere i batteri.
Batteriostatico: agente chimico o fisico in grado di bloccare la moltiplicazione batterica.
Biocidi: principi attivi e preparati contenenti uno o più principi attivi, presentati nella forma in cui sono consegnati all’utilizzatore, destinati a distruggere, eliminare, rendere innocui, impedire l’azione o esercitare altro effetto di controllo su qualsiasi organismo nocivo con mezzi chimici o biologici.
Biofilm: si intende “una comunità batterica aderente a una superficie, spesso circondata da una matrice extracellulare”.
Contaminazione: si intende la presenza di un agente infettivo su una superficie oppure su sostanze alimentari.
Detergente: sostanza che diminuisce la tensione superficiale tra sporco e superficie da pulire, in modo da favorire l’asportazione dello sporco.
Detersione: consente l’allontanamento meccanico di una elevata percentuale di microrganismi e del materiale (organico ed inorganico) che funge da substrato. Deve essere sempre seguita dal risciacquo. E’ indicata, da sola, in situazioni a scarso rischio infettivo ed è operazione preliminare rispetto alla disinfezione e alla sterilizzazione.
Disinfestazione: procedura finalizzata alla distruzione degli insetti, piccoli animali, roditori, etc.
Disinfettante: prodotto atto a distruggere i microrganismi patogeni quali batteri e muffe in un determinato ambiente o substrato, non può essere applicato sui tessuti viventi; se il prodotto è formulato con l’aggiunta di specifici coformulanti ad azione detergente, abrasiva o decalcificante si potranno avere disinfettanti dotati di specifiche funzioni.
Dispositivo di Protezione Individuale (DPI): qualsiasi dispositivo destinato ad essere indossato e tenuto dall’operatore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza e la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.
Durezza dell’acqua: presenza, in un’acqua, di sali di calcio, espressa in gradi.
Fungicida: agente che uccide i miceti.
Germicida: agente in grado di distruggere tutti i microrganismi in fase vegetativa (batteri, miceti, virus).
Nebulizzazione: metodica con la quale vengono disperse nell’ambiente particelle di disinfettante di diametro superiore ai cinque micron. Il veicolo maggiormente utilizzato è una soluzione acquosa. Tali particelle, in virtù del loro peso, precipitano presto sulle superfici orizzontali bagnandole.
PH: indica il grado di acidità o di alcalinità di una soluzione. Neutra ph = 7, acida ph inferiore a 7, alcalina ph superiore a 7.
Ppm: parti per milione, indica la concentrazione del principio attivo.
Preparato corrosivo: prodotto che, a contatto con i tessuti vivi, può esercitare un’azione distruttiva.
Preparati irritanti: prodotti non corrosivi il cui contatto immediato, prolungato o ripetuto con la pelle e le mucose può provocare reazione infiammatoria.
Sporicida: prodotto in grado di agire come sterilizzante se il tempo di contatto è abbastanza prolungato da permettere la distruzione di tutte le forme di vita microbica, oppure come disinfettante ad alto livello se il tempo di contatto è più breve.
Sterilizzazione: processo fisico o chimico in grado di distruggere tutte le forme di microrganismi viventi.
Tensioattivo: composto chimico che presenta attività superficiale il quale, disciolto in un liquido, in particolare acqua, ne abbassa la tensione superficiale per assorbimento preferenziale all’interfaccia liquido/vapore o ad altre interfacce.
Tensioattivo anionico: tensioattivo che si ionizza in soluzione acquosa per produrre ioni organici carichi negativamente, responsabili della tensioattività.
Tensioattivo cationico: tensioattivo che si ionizza in soluzione acquosa per produrre ioni organici carichi positivamente responsabili della tensioattività.
Tensioattivo nonionico: tensioattivo che non dà origine a ioni in soluzione acquosa. La solubilità in acqua dei tensioattivi non ionici è dovuta alla presenza nella molecola di gruppi funzionali che hanno una forte affinità per l’acqua.
Virulicida o virucida: agente in grado di uccidere o di inattivare i virus.
PREVENZIONE DALLE INFEZIONI :
Dato che teniamo gli uccelli in gabbie e voliere, e quindi in spazi ristretti, li esponiamo a livelli di tossicità non presenti in natura. Nelle gabbie non arriva la pioggia a lavare via periodicamente i patogeni e l'ambiente è isolato dalla luce del sole, in assoluto il miglior disinfettante esistente. Nella gabbia o nella voliera, i contenitori dell'acqua, specialmente quando contengono integratori minerali, sono un ambiente di vita perfetto per ogni sorta di patogeni. Cibi a base di uova o cibi umidi esposti al calore del sole stimolano la crescita e la riproduzione di salmonella, escherichia coli e altri batteri. Le feci degli uccelli sui posatoi diffondono batteri e rilasciano pericolosi virus aerei. Gli angoli e le fessure delle gabbie e delle voliere, punti difficili da pulire, sono i luoghi ideali per la riproduzione di batteri, funghi e virus. Inoltre, più uccelli vengono tenuti insieme, maggiore è il rischio di infezione e maggiore sarà la facilità di diffusione. Tenendo gli uccelli in spazi ristretti, ci obblighiamo a tenere i loro spazi vitali particolarmente puliti e salubri.
Il fondamento della biosicurezza è la prevenzione, non la cura. E questa è la classica situazione in cui la prevenzione è migliore e molto più semplice di qualsiasi cura. L'impedire che le malattie attacchino i vostri uccelli è molto più semplice (e molto meno costoso) che cercare di curare un'infezione dopo che si è manifestata e diffusa. Quindi, se impiegate del tempo per lavare le gabbie, i posatoi e le voliere più di frequente, dovrete utilizzare disinfettanti aggressivi e ricorrere al veterinario meno spesso. La pulizia è l'investimento più economico che farete mai per la salute di vostri uccelli. Non aspettate di perdere un soggetto o che altri si ammalino per iniziare a fare un miglior lavoro di pulizia e di disinfezione. Per creare condizioni di bio-sicurezza per i vostri uccelli, dovete aggiungere una disinfezione oltre alla pulizia. Molte persone pensano che, se un prodotto afferma di "uccidere i germi", sia una valida protezione per gli uccelli contro le malattie. Questo non è assolutamente vero. Esistono moltissimi patogeni che possono attaccare gli uccelli e il sapone non li protegge affatto dal loro attacco. Il sapone e l'acqua sono validissimi come prima fase della detersione e agiscono al meglio in presenza di detriti di tipo organico; una pulizia accurata è essenziale per consentire una disinfezione efficace. Una volta che si è lavato un oggetto, occorre sciacquarlo accuratamente prima di disinfettarlo, allo scopo di evitare una reazione chimica fra il sapone e il disinfettante, la quale potrebbe inattivare il disinfettante. È facile per le mangiatoie e i beverini, ma stiamo parlando anche delle sbarre metalliche delle gabbie, delle pareti e dei pavimenti del locale d'allevamento, dove un risciacquo accurato può essere difficoltoso in un ambiente domestico. Oltre a una pulizia frequente, prevenzione significa anche essere bravi a limitare la contaminazione incrociata fra le gabbie, a mantenere cibo e acqua puliti, e a predisporre misure di quarantena per gli uccelli appena acquistati o malati.
DETERGENZA: marcia in più della disinfezione !
In generale, esiste una tendenza a sovrastimare la potenzialità della disinfezione, sottovalutando la portata di un corretto trattamento detergente, soprattutto per la scarsa conoscenza della sinergia tra prodotti igienizzanti e presidi disinfettanti. A nessuno verrebbe mai in mente di disinfettare una ferita senza prima aver rimosso l'eventuale sporcizia che la imbratta, ma questa semplice considerazione è spesso dimenticata lavorando nella quotidianità dell’ allevamento. Un'energica azione detergente fino a condizioni di pulito perfetto è fondamentale per ottimizzare la resa dei disinfettanti e tale condizione non può essere ottenuta esclusivamente dai lavaggi non importa quanto accurati e quanto bollenti ! I tensioattivi sono alla base del meccanismo d’azione di un detergente: quando queste sostanze vengono aggiunte ad un liquido riducono la tensione superficiale delle molecole di superficie, ovvero il loro reciproco grado di “attrazione”. Esistono vari tipi di detergenti a seconda della natura chimica della sostanza tensioattiva. Al principio attivo di base possono essere associati eventuali altri additivi (es. disincrostanti o schiumogeni).
In definitiva, con l’uso del detergente avremo che:
- la superficie da pulire viene umidificata ;
- la superficie delle strutture assorbe il detergente ;
- la sostanza organica si “sgretola” sotto forma di piccole gocce e subisce il facile dilavamento ;
- la sostanza organica rimane “in sospensione” nel liquido e non si rideposita sulle superfici pulite .
L'ACQUA NON ESERCITA ATTIVITA' DETERGENTE !
L’intervento di solo ammollo in acqua rischia di compromettere l’efficacia di un disinfettante che si troverebbe ad agire in situazioni diverse da quelle per cui è stato progettato.
I detergenti sono composti appositamente sviluppati per mettere a nudo i microrganismi bersaglio e grazie alle caratteristiche delle loro molecole sono in grado di "sgretolare" le barriere che proteggono, nascondono e fissano gli agenti patogeni al substrato.
Tutti i disinfettanti agiscono per contatto: ciò significa che il biocida deve "colpire fisicamente" l'organismo bersaglio.
Nella realtà di allevamento, più che mai l'azione di detergente e disinfettante deve essere consecutiva e sinergica, perché i patogeni tendono a proteggersi protetti dal pericolo delle sostanze ad attività biocida tramite un duplice sistema di difesa:
1. il biofilm è la prima barriera protettiva secreta da molte specie batteriche, che aumenta la coesione all'interno delle colonie batteriche e con le superfici colonizzate. Il biofilm costituisce inoltre un composto ideale per lo sviluppo dei microrganismi e possiede uno spessore che i comuni disinfettanti difficilmente riescono a penetrare.
2. nell'ecosistema di allevamento si aggiunge una barriera difensiva naturale in grado di tenere i microrganismi al riparo dell'azione degli agenti biocidi: una vera e propria corazza biologica rappresentata dal materiale organico di produzione animale (feci, piume, ecc.).
Biofilm e sostanza organica possiedono in comune un'elevata percentuale di molecole lipidiche , ovvero di natura "grassa" risultando pertanto "refrattari" all'acqua.
Re: DISINFETTARE SULLO SPORCO pt.1 di Biagio D'Amore
Ottimo articolo di Biagio
massimo riva- Admin
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Re: DISINFETTARE SULLO SPORCO pt.1 di Biagio D'Amore
Ottimo e utile, cose che e importante sapere
Graziano73- Junior Mod
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Re: DISINFETTARE SULLO SPORCO pt.1 di Biagio D'Amore
Ottima introduzione ... aspetto la seconda parte ;-)
spidernet2012- Novizio
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massimo riva- Admin
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Re: DISINFETTARE SULLO SPORCO pt.1 di Biagio D'Amore
io ogni 15 gg mangiatoie,beverini,e posatoi,volano tutti in acqua e steramina G,ripassati con abbondante acqua e rimessi...dopo la cova cassettine in plastica svuotate e fatto lo stesso trattamento,per adesso acari zero...ma faccio bene a fare cosi'???
emi76- Novizio
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Re: DISINFETTARE SULLO SPORCO pt.1 di Biagio D'Amore
Per me fai benissimo, poi se non hai incontrato mai di questi problemi vuol dire che fai bene, io quello che fai ogni 15gg lo faccio 1 volta al mese, cambio la carta 1 volta la settimana, i posatoi li ho in legno, rami presi in montagna, e li sostituisco 2 volte l'anno alle volierette e alle voliere dei Pappagalli più grandi ancora più spesso 3/4 volte l'anno dato che li rosicano completamente, pensate che i posatoi delle gabbie interne li dovrei cambiare più spesso? Sinceramente non ci avevo mai pensato
Graziano73- Junior Mod
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Località : Sangiustino (PG)
Re: DISINFETTARE SULLO SPORCO pt.1 di Biagio D'Amore
Come carta usi quella gialla? Io uso quella da alimentari per intenderci..per i posatoi io uso tutto in plastica...cambiarli ogni 3/4 mesi di legno,credo vada + che bene.
emi76- Novizio
- Messaggi : 13
Data d'iscrizione : 30.09.12
Re: DISINFETTARE SULLO SPORCO pt.1 di Biagio D'Amore
Io lavoro il una Litografia e la carta me la taglio a formato e un cartoncino che un po' assorbe e non si rompe, va benissimo la carta da alimenti, sconsigliata quella stampata per intenderci dei giornali
Graziano73- Junior Mod
- Messaggi : 11661
Data d'iscrizione : 30.05.12
Età : 50
Località : Sangiustino (PG)
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