Google Translate
Cerca
Ultimi argomenti attivi
I postatori più attivi del mese
Nessun utente |
Statistiche
Abbiamo 977 membri registratiL'ultimo utente registrato è Patsrelygro
I nostri utenti hanno pubblicato un totale di 139624 messaggi in 7177 argomenti
Piccole storie di due pettirossi e un lucherino (di Alamanno Capecchi)
5 partecipanti
Pagina 1 di 1
Piccole storie di due pettirossi e un lucherino (di Alamanno Capecchi)
Piccole storie di due Pettirossi e un Lucherino.
Il Pettirosso.
Passeggiavo per la campagna; uno dei miei quattro passi lontano dagli uomini e dai rumori. Nell'aria limpida e ferma, il sole freddo di gennaio allungava le ombre dei Pini sul sentiero appena tracciato. Il silenzio era quasi assoluto. D'improvviso qualcosa si mosse rapido tra le foglie accartocciate e ingiallite del sottobosco e scomparve nel folto.
Sembrava un'Arvicola o un Topo campagnolo in cerca di cibo, ma dal fitto degli sterpi giunse un sibilo inconfondibile. Un attimo dopo un Pettirosso fece le sue riverenze, cantando bene in vista su un ramo vicino.
Pochi secondi ancora e volò via scomparendo di nuovo. Qualcuno che ha sulle spalle numerose primavere forse ricorderà, le poesiole e i raccontini, tutti zucchero e miele, che su questo uccellino le buone maestre facevano leggere a scuola; le cartoline con i rovi bianchi di brina e le strade innovate, rese più vive dal colore del petto del Pettirosso: immagine romantica e fiabesca di un uccellino mite, dai grandi occhi dolci, dal cuore immenso come la sua macchia rossa, intento a cantare per rallegrare le rigide giornate invernali.
L'ornitologo e l'etologo ci danno, invece, un'immagine ben diversa: l'immagine di un piccolo essere asociale, prepotente e litigioso con gli altri uccelli; spietato con i suoi simili. Ma, come ogni regola ha le sue eccezioni, così il giudizio ufficiale della scienza non sempre coincide con la realtà.
Il Brehem riporta un episodio singolare:
due Pettirossi maschi, rinchiusi in una stessa gabbia si inseguivano e beccavano incessantemente, ma quando un giorno uno di essi si ruppe una zampetta, l'altro si trasformò da nemico in infermiere e cominciò ad avere cura del compagno di prigionia, nutrendolo con regolarità.
Il Naumann riferisce di un Pettirosso che libero nella stanza si avvicinò alla gabbia, dove alloggiava un giovane Fanello e lo imbeccò con briciole di pane, finché non fu sazio.
Infine Passer scrive testualmente:
"In un bosco poco lontano da Kothen avvenne un caso stranissimo: un Pettirosso depose le sue uova nel nido di un Lui. Le due covate erano di sei uova ciascuna, e i due uccelli covarono contemporaneamente le dodici uova, convivendo sempre in ottima armonia".
Anch'io, molto più modestamente, vorrei riportare un episodio che si riferisce a una coppia di Pettirossi e che li fa apparire oltremodo accomodanti.
Verso la fine del 1980, un conoscente mi portò due Pettirossi, rivelatisi successivamente una coppia, tutti sporchi e appiccicati di pania.
Li aveva trovati tra l'erba secca, vicino a un Kaki carico di frutti.
Qualcuno aveva utilizzato un intero tubo di colla per topi per imbrattare la pianta. Con olio, cenere, un paio di forbicine e molta pazienza, riuscii a liberarli da quell'incomodo, ma il piumaggio risultò così danneggiato, che non furono più capaci di volare.
All'inizio li tenni separati e con l'aiuto di poche larve di Tenebrione si abituarono subito al pastone per insettivori del commercio. Dopo una quarantina di giorni li trasferii in un gabbione lungo un metro, alto e largo settanta centimetri, nel quale si trovavano cinque Passeri del Giappone maschi adulti non accoppiati e alcuni giovani.
Per più giorni controllai il comportamento dei nuovi ospiti, non fidandomi molto dei Pettirossi, ma devo dire che dimostrarono, fin dall'inizio, di andare d'accordo, sia con i Passeri, sia tra loro. In maggio due dei giovani Passeri del Giappone risultarono femmine. Ai primi di giugno attaccai dall'esterno un nido per Ondulati, riempito in parte con fieno e fili di cotone. I Passeri del Giappone utilizzarono la cassettina, prima come dormitorio, poi come nido: le due femmine deposero un certo numero di uova e tutti si alternarono, singolarmente o a gruppi alla cova. Anche la femmina del Pettirosso scelse quel luogo per deporre le uova, e tre ne depose, covandole con assiduità. La confusione fu indescrivibile e la pazienza e la bontà dei Pettirossi grande. Più la povera femmina si affannava a foggiare a forma di bicchiere il nido, ostacolata dalla presenza dei Passeri, più questi si ostinavano a pareggiare il tutto, coprendo le uova. Il Pettirosso maschio, che seguiva queste operazioni, dal posatoio della cassetta accanto all'apertura, veniva in continuazione urtato, spostato e fatto cadere dagli indaffaratissimi e petulanti Passeri del Giappone. Nessun uovo, incredibile a dirsi, fu mai rotto: risultarono, però, tutte chiare. Ai primi di agosto i Pettirossi entrarono in muta, superandola benissimo anche se alimentati esclusivamente con pastone del commercio.
In ottobre, prima che qualche conspecifico calato dal Nord occupasse il giardino, li liberai. Per tutto l'inverno rimasero intorno alla casa, e quando trovavano le finestre della stanza aperte, nella quale avevano passato molti mesi, spesso vi entravano, o posati sul davanzale cantavano come se volessero salutare gli uccellini in gabbia. Con l'arrivo della primavera i "miei" Pettirossi andarono via verso i monti per nidificare
Il Lucherino.
Tra i piccoli uccelli, gli ornitologi e gli etologi considerano il Lucherino il più adattabile alla vita in gabbia e il più disposto verso l'Uomo. Qualche esempio. Antonio Valli da Todi (Il canto degli Augelli...1601) scrive:
"La Lecora è un uccello simile al Verzellino, giallo e verde, e è molto vago, e usita¬to a tener in gabbia, in questi e altri luoghi è domesticissimo, è affabile, e è amico gentile... è facil cosa a' domesticarlo, e s'impara a' tornar, come si fa al Sparviero al pugno, con mostrarli una noce spaccata, facendogliela magnar in pugno, avvertendo di farlo patir di magnar prima, che se li mostri detta noce, e poi con sonaglie s'impara a conoscere quel sono, e tornerà facilmente da lontano".
Giò Pietro Olina (Uccelliera, 1622), in italiano più elegante e pulito, scrive le stesse cose.
Konrad Lorenz (L'Anello di Re Salomone) afferma:
"Se anche uno Storno è per voi troppo impegnativo, perché ha bisogno di una gabbia piuttosto grossa e desiderate un uccellino più piccolo che soddisfi il vostro bisogno di un contatto personale con esigenze ancora minori quanto allo spazio, al tempo e alle fatiche da dedicargli, vorrei consigliarvi un Lucherino, l'unico uccellino piccolo, per quanto io ne sappia, che anche se catturato in età matura, non solo si può addomesticare, ma anche si affeziona veramente all'Uomo.".
Ma le “regole”, lo sappiamo, non hanno valore assoluto.
Nel primo pomeriggio di una giornata triste e nebbiosa d'inverno, catturai un Lucherino maschio che si era introdotto in una grande voliera vuota, attraverso la porta rimasta semiaperta. Volava in continuazione senza un attimo di posa, aggrappandosi alla rete. Attribuii questo comportamento a una ri¬cerca affannosa di acqua e di cibo e lo alloggiai in una gabbia fornita di tutto l'occorrente, ma continuò a muoversi agitatissimo, nel tentativo di uscire. Lo prelevai nuovamente e lo misi in una volieretta interna insieme a due Canarini Anche in questo nuovo alloggio non si diede pace e continuò a volare da un capo all'altro nella ricerca di una apertura. Era ormai notte e spensi la luce. Il giorno dopo, alle dieci, entrai nella stanza: il Lucherino allo stremo delle forze, evidentemente non aveva toccato né cibo né acqua non volava più ma con le ultime energie rimaste, quasi barcollando, camminava lungo tutto il perimetro della gabbia cercando una apertura per fuggire. Lo liberai subito. Nell'orto cominciò a beccare tra le erbe, ai piedi di un Fico. Presi la cassettina dei semi e la vaschetta dell’acqua, che aveva avute a disposizione fino a poco prima e le posai a terra vicine al punto dove si trovava; ebbe paura e volò basso per un breve tratto, sollevandosi a fatica. Appena il tempo di allontanarmi, e via a mangiare e bere con avidità: gli occhi piccoli, le ali abbassate, il piumaggio gonfio. Un'ora dopo si “rassettava” le piume su un ramo basso di un Salice; dopo circa due ore faceva udire il suo canto dalla cima di un grande Abete rosso. Per qualche giorno ancora, lo vidi tra gli alberi vicini a casa; poi non lo vidi più.
Due episodi, questo e il precedente, fuori da comportamenti “omologati”.
Da una parte il rissoso, prepotente, solitario Pettirosso, che dimostra una pazienza e una mitezza inimmaginabili; dall'altra il Lucherino, accomodante, rinunciatario: pronto a lottare fino all'ultimo e a morire per riconquistare una libertà senza confini. Due piccoli episodi che forse ci dovrebbero far riflettere.
Il Pettirosso.
Passeggiavo per la campagna; uno dei miei quattro passi lontano dagli uomini e dai rumori. Nell'aria limpida e ferma, il sole freddo di gennaio allungava le ombre dei Pini sul sentiero appena tracciato. Il silenzio era quasi assoluto. D'improvviso qualcosa si mosse rapido tra le foglie accartocciate e ingiallite del sottobosco e scomparve nel folto.
Sembrava un'Arvicola o un Topo campagnolo in cerca di cibo, ma dal fitto degli sterpi giunse un sibilo inconfondibile. Un attimo dopo un Pettirosso fece le sue riverenze, cantando bene in vista su un ramo vicino.
Pochi secondi ancora e volò via scomparendo di nuovo. Qualcuno che ha sulle spalle numerose primavere forse ricorderà, le poesiole e i raccontini, tutti zucchero e miele, che su questo uccellino le buone maestre facevano leggere a scuola; le cartoline con i rovi bianchi di brina e le strade innovate, rese più vive dal colore del petto del Pettirosso: immagine romantica e fiabesca di un uccellino mite, dai grandi occhi dolci, dal cuore immenso come la sua macchia rossa, intento a cantare per rallegrare le rigide giornate invernali.
L'ornitologo e l'etologo ci danno, invece, un'immagine ben diversa: l'immagine di un piccolo essere asociale, prepotente e litigioso con gli altri uccelli; spietato con i suoi simili. Ma, come ogni regola ha le sue eccezioni, così il giudizio ufficiale della scienza non sempre coincide con la realtà.
Il Brehem riporta un episodio singolare:
due Pettirossi maschi, rinchiusi in una stessa gabbia si inseguivano e beccavano incessantemente, ma quando un giorno uno di essi si ruppe una zampetta, l'altro si trasformò da nemico in infermiere e cominciò ad avere cura del compagno di prigionia, nutrendolo con regolarità.
Il Naumann riferisce di un Pettirosso che libero nella stanza si avvicinò alla gabbia, dove alloggiava un giovane Fanello e lo imbeccò con briciole di pane, finché non fu sazio.
Infine Passer scrive testualmente:
"In un bosco poco lontano da Kothen avvenne un caso stranissimo: un Pettirosso depose le sue uova nel nido di un Lui. Le due covate erano di sei uova ciascuna, e i due uccelli covarono contemporaneamente le dodici uova, convivendo sempre in ottima armonia".
Anch'io, molto più modestamente, vorrei riportare un episodio che si riferisce a una coppia di Pettirossi e che li fa apparire oltremodo accomodanti.
Verso la fine del 1980, un conoscente mi portò due Pettirossi, rivelatisi successivamente una coppia, tutti sporchi e appiccicati di pania.
Li aveva trovati tra l'erba secca, vicino a un Kaki carico di frutti.
Qualcuno aveva utilizzato un intero tubo di colla per topi per imbrattare la pianta. Con olio, cenere, un paio di forbicine e molta pazienza, riuscii a liberarli da quell'incomodo, ma il piumaggio risultò così danneggiato, che non furono più capaci di volare.
All'inizio li tenni separati e con l'aiuto di poche larve di Tenebrione si abituarono subito al pastone per insettivori del commercio. Dopo una quarantina di giorni li trasferii in un gabbione lungo un metro, alto e largo settanta centimetri, nel quale si trovavano cinque Passeri del Giappone maschi adulti non accoppiati e alcuni giovani.
Per più giorni controllai il comportamento dei nuovi ospiti, non fidandomi molto dei Pettirossi, ma devo dire che dimostrarono, fin dall'inizio, di andare d'accordo, sia con i Passeri, sia tra loro. In maggio due dei giovani Passeri del Giappone risultarono femmine. Ai primi di giugno attaccai dall'esterno un nido per Ondulati, riempito in parte con fieno e fili di cotone. I Passeri del Giappone utilizzarono la cassettina, prima come dormitorio, poi come nido: le due femmine deposero un certo numero di uova e tutti si alternarono, singolarmente o a gruppi alla cova. Anche la femmina del Pettirosso scelse quel luogo per deporre le uova, e tre ne depose, covandole con assiduità. La confusione fu indescrivibile e la pazienza e la bontà dei Pettirossi grande. Più la povera femmina si affannava a foggiare a forma di bicchiere il nido, ostacolata dalla presenza dei Passeri, più questi si ostinavano a pareggiare il tutto, coprendo le uova. Il Pettirosso maschio, che seguiva queste operazioni, dal posatoio della cassetta accanto all'apertura, veniva in continuazione urtato, spostato e fatto cadere dagli indaffaratissimi e petulanti Passeri del Giappone. Nessun uovo, incredibile a dirsi, fu mai rotto: risultarono, però, tutte chiare. Ai primi di agosto i Pettirossi entrarono in muta, superandola benissimo anche se alimentati esclusivamente con pastone del commercio.
In ottobre, prima che qualche conspecifico calato dal Nord occupasse il giardino, li liberai. Per tutto l'inverno rimasero intorno alla casa, e quando trovavano le finestre della stanza aperte, nella quale avevano passato molti mesi, spesso vi entravano, o posati sul davanzale cantavano come se volessero salutare gli uccellini in gabbia. Con l'arrivo della primavera i "miei" Pettirossi andarono via verso i monti per nidificare
Il Lucherino.
Tra i piccoli uccelli, gli ornitologi e gli etologi considerano il Lucherino il più adattabile alla vita in gabbia e il più disposto verso l'Uomo. Qualche esempio. Antonio Valli da Todi (Il canto degli Augelli...1601) scrive:
"La Lecora è un uccello simile al Verzellino, giallo e verde, e è molto vago, e usita¬to a tener in gabbia, in questi e altri luoghi è domesticissimo, è affabile, e è amico gentile... è facil cosa a' domesticarlo, e s'impara a' tornar, come si fa al Sparviero al pugno, con mostrarli una noce spaccata, facendogliela magnar in pugno, avvertendo di farlo patir di magnar prima, che se li mostri detta noce, e poi con sonaglie s'impara a conoscere quel sono, e tornerà facilmente da lontano".
Giò Pietro Olina (Uccelliera, 1622), in italiano più elegante e pulito, scrive le stesse cose.
Konrad Lorenz (L'Anello di Re Salomone) afferma:
"Se anche uno Storno è per voi troppo impegnativo, perché ha bisogno di una gabbia piuttosto grossa e desiderate un uccellino più piccolo che soddisfi il vostro bisogno di un contatto personale con esigenze ancora minori quanto allo spazio, al tempo e alle fatiche da dedicargli, vorrei consigliarvi un Lucherino, l'unico uccellino piccolo, per quanto io ne sappia, che anche se catturato in età matura, non solo si può addomesticare, ma anche si affeziona veramente all'Uomo.".
Ma le “regole”, lo sappiamo, non hanno valore assoluto.
Nel primo pomeriggio di una giornata triste e nebbiosa d'inverno, catturai un Lucherino maschio che si era introdotto in una grande voliera vuota, attraverso la porta rimasta semiaperta. Volava in continuazione senza un attimo di posa, aggrappandosi alla rete. Attribuii questo comportamento a una ri¬cerca affannosa di acqua e di cibo e lo alloggiai in una gabbia fornita di tutto l'occorrente, ma continuò a muoversi agitatissimo, nel tentativo di uscire. Lo prelevai nuovamente e lo misi in una volieretta interna insieme a due Canarini Anche in questo nuovo alloggio non si diede pace e continuò a volare da un capo all'altro nella ricerca di una apertura. Era ormai notte e spensi la luce. Il giorno dopo, alle dieci, entrai nella stanza: il Lucherino allo stremo delle forze, evidentemente non aveva toccato né cibo né acqua non volava più ma con le ultime energie rimaste, quasi barcollando, camminava lungo tutto il perimetro della gabbia cercando una apertura per fuggire. Lo liberai subito. Nell'orto cominciò a beccare tra le erbe, ai piedi di un Fico. Presi la cassettina dei semi e la vaschetta dell’acqua, che aveva avute a disposizione fino a poco prima e le posai a terra vicine al punto dove si trovava; ebbe paura e volò basso per un breve tratto, sollevandosi a fatica. Appena il tempo di allontanarmi, e via a mangiare e bere con avidità: gli occhi piccoli, le ali abbassate, il piumaggio gonfio. Un'ora dopo si “rassettava” le piume su un ramo basso di un Salice; dopo circa due ore faceva udire il suo canto dalla cima di un grande Abete rosso. Per qualche giorno ancora, lo vidi tra gli alberi vicini a casa; poi non lo vidi più.
Due episodi, questo e il precedente, fuori da comportamenti “omologati”.
Da una parte il rissoso, prepotente, solitario Pettirosso, che dimostra una pazienza e una mitezza inimmaginabili; dall'altra il Lucherino, accomodante, rinunciatario: pronto a lottare fino all'ultimo e a morire per riconquistare una libertà senza confini. Due piccoli episodi che forse ci dovrebbero far riflettere.
Re: Piccole storie di due pettirossi e un lucherino (di Alamanno Capecchi)
bellissime storie di questi magnifici uccelli.
complimenti Cristiano
complimenti Cristiano
andiok- Senior Mod
- Messaggi : 1877
Data d'iscrizione : 13.12.11
Età : 43
Località : Albania, Tirana
guanda80- Senior Mod
- Messaggi : 6498
Data d'iscrizione : 13.12.11
Età : 43
Località : Caselle di Sommacampagna
sandro mauri- Senior Mod
- Messaggi : 15022
Data d'iscrizione : 07.09.12
Età : 61
Località : milano provincia
Re: Piccole storie di due pettirossi e un lucherino (di Alamanno Capecchi)
Storie belle di questi splendidi esemplari grazie x averle condivise
francoma- Sponsor
- Messaggi : 7070
Data d'iscrizione : 28.02.12
Età : 72
Località : genova
Argomenti simili
» Piccole soddisfazioni...
» Bengalino Verde - Cappuccino Ventrerosso (di Alamanno Capecchi)
» CD del canto del Lucherino
» LUCHERINO EUMO
» Problema lucherino
» Bengalino Verde - Cappuccino Ventrerosso (di Alamanno Capecchi)
» CD del canto del Lucherino
» LUCHERINO EUMO
» Problema lucherino
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
Dom Gen 09, 2022 9:58 am Da giorgio giusini
» una storia mai finita
Dom Nov 21, 2021 11:52 am Da Ivo Multipass
» SALUTI : APPELLO A TUTTI
Dom Mag 17, 2020 12:51 pm Da pastoncino13
» Esercitazione scuola canto
Dom Nov 03, 2019 9:24 am Da Fargus
» Inserimento foto dal proprio pc
Dom Mar 31, 2019 12:38 pm Da Fargus
» Dare il Curry al cardellino
Ven Nov 30, 2018 6:48 pm Da Fargus
» Semi ********* selvatico
Mar Nov 27, 2018 9:18 pm Da Fargus
» Peperoncino di Cayenna? Sì, diamolo in allevamento.
Mar Nov 27, 2018 9:07 pm Da Fargus
» Ciao sono Andrea
Dom Set 09, 2018 9:54 am Da Mauro73