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MOSAICO IN DETTAGLIO di Silvano Boggio
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MOSAICO IN DETTAGLIO di Silvano Boggio
Il canarino mosaico, segni particolari… bellissimo! Partendo da questa convinzione proviamo a tratteggiarne le caratteristiche lasciando all’articolo dell’amico Borelli Pierino, già pubblicato nel primo numero, la vista d’insieme con la descrizione dello standard espositivo. Proviamo a concentrarsi sui particolari messi ottimamente in evidenza dalle belle foto dell’amico Leone Giuliano. Inizio con la femmina che da sempre prediligo soprattutto perché è femmina e poi perché a mio parere è la massima espressione del carattere mosaico.
Il bianco: c’è bianco e bianco e non solo si apprezza la differenza con l’esame finestra. Un bianco brillante, più profondo, più pulito deve essere alla base dei nostri riproduttori. E’ un bianco setoso che dà l’idea di un piumaggio quasi bagnato tanto appare brillante e aderente, sicuramente coadiuvato da un piumaggio corto che garantisce compostezza senza inestetismi quali il colpo di vento nel petto, fianchi che non tengono lo stress espositivo e quindi sbuffano. Un piumaggio che lascia in modo naturale scoperta la spallina. Le stesse remiganti bianco latte conferiscono un contrasto con il rosso delle zone di elezione molto apprezzabile, anzi le valorizzano.
Le stesse timoniere, se non mutate, e di colore bianco latte contribuiscono a migliorare l’effetto contrasto. Le redini poi sono una delle caratteristiche, con il codione, più difficili da ottenere. Devono essere molto intense per pareggiare la tonalità del rosso spallina, e nel contempo corte e fini per non dare l’impressione di sbordare, di sporcare le guance, di dare la sensazione di un inizio di girocollo.
Le definirei: “un lampo rosso nel bianco candido” e nulla più. Il codione ampio, intenso che si espande più verso le timoniere per essere più in vista. Non verso il fondo schiena in quanto ridurrebbe l’effetto cromatico del bianco dando l’impressione di un qualcosa che disturba una parte del mantello che invece si vuole bianca uniforme sino alla fronte. Guardando il soggetto da sopra come non apprezzarlo nel vedere tre bolle rosso vivo in corrispondenza delle spalline e del codione, e tutto il restante mantello bianco candido, remiganti e timoniere comprese.
Guardando il soggetto di fronte, due sono le caratteristiche che balzano all’occhio. Un petto bianco ampio e rotondo dove lateralmente sembrano “appiccicate” le due spalline che definirei “in evidenza”, mai ricoperte dal piumino bianco che le contorna, quasi come le ali del colombo viaggiatore. Ne ho notata questa somiglianza in quanto appassionato di questo volatile. E poi al centro di quel petto ampio, rotondo, la marcatura della carena, marcatura stretta, intensa, contornata da ambo i lati da fianchi candidi e un taglio netto nell’addome dove riprende il bianco immacolato della cloaca.
Rimane la spallina, forse la caratteristica più facile da ottenere. Ma solo in apparenza. Perché anche in questo particolare l’estensione e l’intensità fanno la differenza. Una spalla ampia, in evidenza, con il rosso intenso che interessa anche le copritrici superiori, senza brinature, che si stacca nettamente dal bianco delle remiganti, personalmente la preferisco. Se poi c’è anche uniformità cromatica con le redini e il codione… beh direi che è il massimo.
Questa è la mia personale interpretazione dello standard espositivo del canarino mosaico femmina. C’è poi un latro standard per la femmina di linea maschile, perfettamente descritto nelle schede di giudizio del Club del Mosaico. Dovendo assolvere ad altri indirizzi selettivi, questa femmina deve presentare alcune caratteristiche specifiche diverse da quelle su menzionate. Le stesse foto dell’articolo, paragonando i due tipi, fanno capire meglio di qualsiasi scritto le differenze. Però mi soffermerei a delineare le particolarità. Per potenziare la maschera che nel maschio è molto importante, bisogna usare femmine con accenno di maschera naturalmente. Essendo il fattore mosaico un fattore quantitativo, è come dover riempire un bicchiere anno dopo anno. Si aggiunge qualcosa al patrimonio genetico che lo si ritrova poi nei novelli. Sta alla competenza dell’allevatore quali soggetti usare e come accoppiarli. Certamente sulla carta è meglio impostare una serie di accoppiamenti interfamiliari, con soggetti preferibilmente di un unico ceppo, quindi conosciuti geneticamente e in grado di prevedere le caratteristiche attese; piuttosto che introdurre troppo sovente soggetti esterni che spesso a livello di genotipo non si combinano convenientemente come uno si aspetterebbe.
Ma ritorniamo alla femmina di linea maschile, mascheratura completa, non interrotta, estesa ma corta nelle redini per dare chiusura alla maschera maschile, assolutamente senza girocollo, ma presente anche nella gola per garantire uniformità di estensione della maschera maschile.
Probabilmente queste femmine presentano una carena più estesa di quelle di linea femminile, come illustrato in foto, ma sono da preferire fianchi e stacco bianco ben evidente tra inizio carena e maschera sottogola. Questo garantisce parimenti nel maschio lo stacco bianco tra maschera e petto che consente una maggiore evidenza del mascherone.
Poi la testa, guardandola da sopra deve essere rotonda, ampia, non a testa di serpente. Questa caratteristica conferisce più volume e rotondità della maschera alla figliolanza maschile. L’obiettivo è ottenere il mascherone facciale il più esteso possibile. Mascherone che deve essere anche privo di brinature, intollerabile quella specie di baffi bianchi che normalmente si trovano nella parte inferiore della maschera, perché partendo dal becco verso il collo la inquinano togliendole intensità e continuità.
Ottimale è la maschera priva del piumino bianco che incornicia il becco, di modo che il rosso della maschera contorna il becco completamente. E’ intuitivo che le altre caratteristiche, spalla, codione, fianchi, dorso bianco, quanto più sono simili a quanto descritto per la linea femminile tanto più garantiscono una migliore tipicità nella figliolanza maschile che è l’obiettivo. Ancora una osservazione circa la varietà. Il rosso ha diverse gradazioni e intensità, ma sicuramente come purezza è direttamente proporzionale al bianco delle remiganti, per cui i soggetti ad ala bianca sono da preferire. D’altronde lo si vede benissimo nei rossi intensi non colorati da nido, i soggetti con l’ala bianca esprimono sempre un rosso pulito, brillante uniforme che può fare la differenza.
Penso che con la descrizione della femmina linea maschile si sono anche tratteggiate le caratteristiche del maschio mosaico, quindi resta solo da vedere come si deve presentare il maschio di linea femminile, molto importante per ottenere femmine topiche.
E’ intuitivo che usando soggetti con mascheroni, anche se belli, non è pensabile ottenere figliolanza femminile priva di rosso sulla fronte, guance con baffi rossi e certamente sottopiuma sia nella nuca che sulle guance rosato. Quindi come la femmina di linea maschile ha caratteristiche che si avvicinano al maschio, il maschio di linea femminile per contro deve avere caratteristiche che si avvicinano alla femmina. Soprattutto la maschera sarà molto ridotta lasciando ben espresse le zone delle redini ma eliminando totalmente il girocollo, con poca estensione sulla fronte e nel sottogola. La nuca e le guance bianche, ma di un bianco che interessa totalmente da cima a fondo la piuma che dovrà essere priva di qualsiasi traccia di rosatura sottostante. Il criterio che deve prevalere nell’accoppiamento è quello di abbinare soggetti compatibili tra di loro con caratteristiche compensative senza trascurare la robustezza, la salute e la vitalità sessuale dei soggetti che garantiscono stabilità del ceppo e vivacità fisica.
Poi è sempre l’occhio, l’abilità, la capacità dell’allevatore che fa la differenza.
Silvano Boggio
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Il bianco: c’è bianco e bianco e non solo si apprezza la differenza con l’esame finestra. Un bianco brillante, più profondo, più pulito deve essere alla base dei nostri riproduttori. E’ un bianco setoso che dà l’idea di un piumaggio quasi bagnato tanto appare brillante e aderente, sicuramente coadiuvato da un piumaggio corto che garantisce compostezza senza inestetismi quali il colpo di vento nel petto, fianchi che non tengono lo stress espositivo e quindi sbuffano. Un piumaggio che lascia in modo naturale scoperta la spallina. Le stesse remiganti bianco latte conferiscono un contrasto con il rosso delle zone di elezione molto apprezzabile, anzi le valorizzano.
Le stesse timoniere, se non mutate, e di colore bianco latte contribuiscono a migliorare l’effetto contrasto. Le redini poi sono una delle caratteristiche, con il codione, più difficili da ottenere. Devono essere molto intense per pareggiare la tonalità del rosso spallina, e nel contempo corte e fini per non dare l’impressione di sbordare, di sporcare le guance, di dare la sensazione di un inizio di girocollo.
Le definirei: “un lampo rosso nel bianco candido” e nulla più. Il codione ampio, intenso che si espande più verso le timoniere per essere più in vista. Non verso il fondo schiena in quanto ridurrebbe l’effetto cromatico del bianco dando l’impressione di un qualcosa che disturba una parte del mantello che invece si vuole bianca uniforme sino alla fronte. Guardando il soggetto da sopra come non apprezzarlo nel vedere tre bolle rosso vivo in corrispondenza delle spalline e del codione, e tutto il restante mantello bianco candido, remiganti e timoniere comprese.
Guardando il soggetto di fronte, due sono le caratteristiche che balzano all’occhio. Un petto bianco ampio e rotondo dove lateralmente sembrano “appiccicate” le due spalline che definirei “in evidenza”, mai ricoperte dal piumino bianco che le contorna, quasi come le ali del colombo viaggiatore. Ne ho notata questa somiglianza in quanto appassionato di questo volatile. E poi al centro di quel petto ampio, rotondo, la marcatura della carena, marcatura stretta, intensa, contornata da ambo i lati da fianchi candidi e un taglio netto nell’addome dove riprende il bianco immacolato della cloaca.
Rimane la spallina, forse la caratteristica più facile da ottenere. Ma solo in apparenza. Perché anche in questo particolare l’estensione e l’intensità fanno la differenza. Una spalla ampia, in evidenza, con il rosso intenso che interessa anche le copritrici superiori, senza brinature, che si stacca nettamente dal bianco delle remiganti, personalmente la preferisco. Se poi c’è anche uniformità cromatica con le redini e il codione… beh direi che è il massimo.
Questa è la mia personale interpretazione dello standard espositivo del canarino mosaico femmina. C’è poi un latro standard per la femmina di linea maschile, perfettamente descritto nelle schede di giudizio del Club del Mosaico. Dovendo assolvere ad altri indirizzi selettivi, questa femmina deve presentare alcune caratteristiche specifiche diverse da quelle su menzionate. Le stesse foto dell’articolo, paragonando i due tipi, fanno capire meglio di qualsiasi scritto le differenze. Però mi soffermerei a delineare le particolarità. Per potenziare la maschera che nel maschio è molto importante, bisogna usare femmine con accenno di maschera naturalmente. Essendo il fattore mosaico un fattore quantitativo, è come dover riempire un bicchiere anno dopo anno. Si aggiunge qualcosa al patrimonio genetico che lo si ritrova poi nei novelli. Sta alla competenza dell’allevatore quali soggetti usare e come accoppiarli. Certamente sulla carta è meglio impostare una serie di accoppiamenti interfamiliari, con soggetti preferibilmente di un unico ceppo, quindi conosciuti geneticamente e in grado di prevedere le caratteristiche attese; piuttosto che introdurre troppo sovente soggetti esterni che spesso a livello di genotipo non si combinano convenientemente come uno si aspetterebbe.
Ma ritorniamo alla femmina di linea maschile, mascheratura completa, non interrotta, estesa ma corta nelle redini per dare chiusura alla maschera maschile, assolutamente senza girocollo, ma presente anche nella gola per garantire uniformità di estensione della maschera maschile.
Probabilmente queste femmine presentano una carena più estesa di quelle di linea femminile, come illustrato in foto, ma sono da preferire fianchi e stacco bianco ben evidente tra inizio carena e maschera sottogola. Questo garantisce parimenti nel maschio lo stacco bianco tra maschera e petto che consente una maggiore evidenza del mascherone.
Poi la testa, guardandola da sopra deve essere rotonda, ampia, non a testa di serpente. Questa caratteristica conferisce più volume e rotondità della maschera alla figliolanza maschile. L’obiettivo è ottenere il mascherone facciale il più esteso possibile. Mascherone che deve essere anche privo di brinature, intollerabile quella specie di baffi bianchi che normalmente si trovano nella parte inferiore della maschera, perché partendo dal becco verso il collo la inquinano togliendole intensità e continuità.
Ottimale è la maschera priva del piumino bianco che incornicia il becco, di modo che il rosso della maschera contorna il becco completamente. E’ intuitivo che le altre caratteristiche, spalla, codione, fianchi, dorso bianco, quanto più sono simili a quanto descritto per la linea femminile tanto più garantiscono una migliore tipicità nella figliolanza maschile che è l’obiettivo. Ancora una osservazione circa la varietà. Il rosso ha diverse gradazioni e intensità, ma sicuramente come purezza è direttamente proporzionale al bianco delle remiganti, per cui i soggetti ad ala bianca sono da preferire. D’altronde lo si vede benissimo nei rossi intensi non colorati da nido, i soggetti con l’ala bianca esprimono sempre un rosso pulito, brillante uniforme che può fare la differenza.
Penso che con la descrizione della femmina linea maschile si sono anche tratteggiate le caratteristiche del maschio mosaico, quindi resta solo da vedere come si deve presentare il maschio di linea femminile, molto importante per ottenere femmine topiche.
E’ intuitivo che usando soggetti con mascheroni, anche se belli, non è pensabile ottenere figliolanza femminile priva di rosso sulla fronte, guance con baffi rossi e certamente sottopiuma sia nella nuca che sulle guance rosato. Quindi come la femmina di linea maschile ha caratteristiche che si avvicinano al maschio, il maschio di linea femminile per contro deve avere caratteristiche che si avvicinano alla femmina. Soprattutto la maschera sarà molto ridotta lasciando ben espresse le zone delle redini ma eliminando totalmente il girocollo, con poca estensione sulla fronte e nel sottogola. La nuca e le guance bianche, ma di un bianco che interessa totalmente da cima a fondo la piuma che dovrà essere priva di qualsiasi traccia di rosatura sottostante. Il criterio che deve prevalere nell’accoppiamento è quello di abbinare soggetti compatibili tra di loro con caratteristiche compensative senza trascurare la robustezza, la salute e la vitalità sessuale dei soggetti che garantiscono stabilità del ceppo e vivacità fisica.
Poi è sempre l’occhio, l’abilità, la capacità dell’allevatore che fa la differenza.
Silvano Boggio
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