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Introduzione all'allevamento dei canarini mosaico - S.Boggio
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Introduzione all'allevamento dei canarini mosaico - S.Boggio
I fattori mosaico sono almeno due, cioè dimorfismi diversi e di origine
diversa. Uno da attribuire al cardinalino del Venezuelae il secondo al
verzellino.
Il fattore mosaico derivato da accoppiamenti con il cardinalino è senza
dubbio il dimorfismo più qualitativo. Basta osservare i soggetti che si
ottengono, posseggono tutti i punti di elezione con un lipocromo
perfetto, brillante, intenso, non hanno brinatura e il piumaggio
aderente e corto garantisce una finezza di piuma difficilmente
eguagliabile. Esistono due tipi di cardinalizi, certamente il più adatto
è quello che possiede una gran banda bianca che parte dall?addome e sale
verso il petto, garantendo una migliore espressione del fattore mosaico.
Fu in Olanda che comparvero i primi canarini mosaico frutto
dell?accoppiamento del cardinalino con canarine lipocromiche rosse.
Ovviamente sono state le femmine ad esprimere meglio il dimorfismo
sessuale che il cardinalino trasmetteva, ma il successivo lavoro di
selezione che venne fatto soprattutto in Italia portò ad ottenere i
migliori canarini mosaico sia nel tipo lipocromico che malenico.
All?inizio furono le femmine a colpire per il bianco gessoso, la
luminosità del lipocromo e la finezza delle piume che non temeva
confronti. I maschi al contrario non erano così spettacolari, lo stacco
tra il bianco e il lipocromo non era mai così netto, con soffusioni
dorsali che a volte li facevano sembrare a dei brinatoni. Non si
potevano considerare soggetti da concorso almeno secondo gli attuali
criteri di giudizio.
Ibridazione cardinalino per canarino
Normalmente nella ibridazione tra le specie Serinus canarius canarius e
la specie Spinus cucullatus si effettua l?incrocio diretto, ovvero
maschio cardinalino per femmina canarina. Eccezionalmente invece si
pratica l?incrocio reciproco, ossia maschio canarino per femmina
cardinalina. Non penso sia dovuto ad un fatto legato alla fertilità
degli ibridi ottenuti, bensì ad una ragione di ordine pratico. Pare più
facile accoppiare il maschio cardinalino con femmina canarina, c?è la
convinzione che la femmina accetta più facilmente tale unione e non
viceversa. Una seconda ragione è legata al concetto che la cardinalina
non possa trasmettere alla prole di sesso maschile il colore rosso del
piumaggio. Infatti la cardinalina non può manifestare tutto il colore
rosso e nero tipici del maschio, in quanto gli ormoni femminili
impediscono la manifestazioni di detti colori. Ma il patrimonio genetico
ereditario della cardinalina possiede i geni portatori dei suddetti
colori, e detti geni possono benissimo essere trasmessi alla prole.
Gli ibridi, in genere, maturano frequentemente le loro gonadi (testicoli
ed ovaie) in ritardo rispetto alle specie pure, e la loro massima
capacità fecondante si manifesta tra il terzo e il nono anno di vita, a
seconda dei vari soggetti. A volte la fertilità è solo parziale, quindi
nel campo delle ibridazioni non bisogna mai essere precipitosi nel
considerare questi soggetti.
I testicoli dei maschi di canarino subiscono agli inizi della primavera
o quando si inizia a somministrare la luce per anticipare le cove, un
aumento di perso di circa 300 volte. Mentre l?ovaio femminile inizia la
costruzione degli oociti (grappolo ovario) fin dall?autunno. Il che
dimostra quanto sia più lenta la preparazione e la messa in forma delle
femmine che abbisognano di particolari riguardi e trattamenti durante
tutto l?inverno.
Il ciclo sessuale degli uccelli è conseguenza congiunta di fattori
esterni (ambiente, umidità, luce, alimentazione, calore, etc.) e di
fattori interni legati all?azione dell?ipofisi e del sistema nervoso.
Fattore principale è sicuramente la luce e soprattutto le radiazioni
rosse e arancio a grande lunghezza d?onda che stimolano le ghiandole
sessuali a mezzo di certe cellule situate nella retina dell?occhio.
Condotte dal nervo ottico queste cellule eccitano i centri nervosi
dell?ippotalamo, che secerne sostanze chimiche attivanti dell?ipofisi
che a sua volta lancia nel sistema sanguigno ormoni gonadotropici che
eccitano e stimolano il sistema sessuale. Tutta questa complicata catena
di fenomeni chimici per mettere in azione un maschio pronto per
l?accoppiamento. Quindi come si vede è molto più importante la luce del
calore nell?ambiente di riproduzione.
Comunque è proprio dall?ibridazione con il cardinalino che si sono
ottenuti i canarini rossi. Trattasi di una trasformazione pigmentaria
che interessa il lipocromo, trasformazione che avviene non per un
fenomeno di mutazione dovuta ad un gene, bensì per effetto di due
fattori concomitanti: i ripetuti riaccoppiamenti con il cardinalino del
Venezuela e relativi F1 e l?alimentazione a base di coloranti sintetici.
Si può affermare che il colore rosso è estraneo alla specie Serinus,
quindi la realizzazione di tali canarini rossi va valutata solo sotto
l?aspetto biologico. Il rosso del cardinalino è dato dalla presenza di
una certa quantità di carotenoidi rossi e una piccola quantità di
carotenoidi gialli. Questi ultimi hanno la stessa composizione di quelli
del canarino ancestrale. Infatti tra il rosso del cardinalino e il
giallo del canarino non esiste una differenza qualitativa chimica di
pigmento, ma solo un fatto quantitativo. In effetti si tratta di una
trasformazione dovuta ai fattori quantitativi. Tra rosso e giallo
avviene una propria mescolanza dei due pigmenti con una gamma intermedia
di tonalità che vanno dal giallo al rosso passando attraverso il
giallo-arancio, l?arancio-rosso, arrivando al rosso puro ottenuto nei
soggetti attuali; naturalmente con l?assunzione di coloranti sintetici
distribuiti con il pastoncino usato durante la muta del piumaggio. Ma la
qualità ottenuta sarà ancora frutto della selezione impiegando quei
soggetti che meglio dimostrano di metabolizzare ed estrinsecare nel
piumaggio il lipocromo migliore.
fonte: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link]
diversa. Uno da attribuire al cardinalino del Venezuelae il secondo al
verzellino.
Il fattore mosaico derivato da accoppiamenti con il cardinalino è senza
dubbio il dimorfismo più qualitativo. Basta osservare i soggetti che si
ottengono, posseggono tutti i punti di elezione con un lipocromo
perfetto, brillante, intenso, non hanno brinatura e il piumaggio
aderente e corto garantisce una finezza di piuma difficilmente
eguagliabile. Esistono due tipi di cardinalizi, certamente il più adatto
è quello che possiede una gran banda bianca che parte dall?addome e sale
verso il petto, garantendo una migliore espressione del fattore mosaico.
Fu in Olanda che comparvero i primi canarini mosaico frutto
dell?accoppiamento del cardinalino con canarine lipocromiche rosse.
Ovviamente sono state le femmine ad esprimere meglio il dimorfismo
sessuale che il cardinalino trasmetteva, ma il successivo lavoro di
selezione che venne fatto soprattutto in Italia portò ad ottenere i
migliori canarini mosaico sia nel tipo lipocromico che malenico.
All?inizio furono le femmine a colpire per il bianco gessoso, la
luminosità del lipocromo e la finezza delle piume che non temeva
confronti. I maschi al contrario non erano così spettacolari, lo stacco
tra il bianco e il lipocromo non era mai così netto, con soffusioni
dorsali che a volte li facevano sembrare a dei brinatoni. Non si
potevano considerare soggetti da concorso almeno secondo gli attuali
criteri di giudizio.
Ibridazione cardinalino per canarino
Normalmente nella ibridazione tra le specie Serinus canarius canarius e
la specie Spinus cucullatus si effettua l?incrocio diretto, ovvero
maschio cardinalino per femmina canarina. Eccezionalmente invece si
pratica l?incrocio reciproco, ossia maschio canarino per femmina
cardinalina. Non penso sia dovuto ad un fatto legato alla fertilità
degli ibridi ottenuti, bensì ad una ragione di ordine pratico. Pare più
facile accoppiare il maschio cardinalino con femmina canarina, c?è la
convinzione che la femmina accetta più facilmente tale unione e non
viceversa. Una seconda ragione è legata al concetto che la cardinalina
non possa trasmettere alla prole di sesso maschile il colore rosso del
piumaggio. Infatti la cardinalina non può manifestare tutto il colore
rosso e nero tipici del maschio, in quanto gli ormoni femminili
impediscono la manifestazioni di detti colori. Ma il patrimonio genetico
ereditario della cardinalina possiede i geni portatori dei suddetti
colori, e detti geni possono benissimo essere trasmessi alla prole.
Gli ibridi, in genere, maturano frequentemente le loro gonadi (testicoli
ed ovaie) in ritardo rispetto alle specie pure, e la loro massima
capacità fecondante si manifesta tra il terzo e il nono anno di vita, a
seconda dei vari soggetti. A volte la fertilità è solo parziale, quindi
nel campo delle ibridazioni non bisogna mai essere precipitosi nel
considerare questi soggetti.
I testicoli dei maschi di canarino subiscono agli inizi della primavera
o quando si inizia a somministrare la luce per anticipare le cove, un
aumento di perso di circa 300 volte. Mentre l?ovaio femminile inizia la
costruzione degli oociti (grappolo ovario) fin dall?autunno. Il che
dimostra quanto sia più lenta la preparazione e la messa in forma delle
femmine che abbisognano di particolari riguardi e trattamenti durante
tutto l?inverno.
Il ciclo sessuale degli uccelli è conseguenza congiunta di fattori
esterni (ambiente, umidità, luce, alimentazione, calore, etc.) e di
fattori interni legati all?azione dell?ipofisi e del sistema nervoso.
Fattore principale è sicuramente la luce e soprattutto le radiazioni
rosse e arancio a grande lunghezza d?onda che stimolano le ghiandole
sessuali a mezzo di certe cellule situate nella retina dell?occhio.
Condotte dal nervo ottico queste cellule eccitano i centri nervosi
dell?ippotalamo, che secerne sostanze chimiche attivanti dell?ipofisi
che a sua volta lancia nel sistema sanguigno ormoni gonadotropici che
eccitano e stimolano il sistema sessuale. Tutta questa complicata catena
di fenomeni chimici per mettere in azione un maschio pronto per
l?accoppiamento. Quindi come si vede è molto più importante la luce del
calore nell?ambiente di riproduzione.
Comunque è proprio dall?ibridazione con il cardinalino che si sono
ottenuti i canarini rossi. Trattasi di una trasformazione pigmentaria
che interessa il lipocromo, trasformazione che avviene non per un
fenomeno di mutazione dovuta ad un gene, bensì per effetto di due
fattori concomitanti: i ripetuti riaccoppiamenti con il cardinalino del
Venezuela e relativi F1 e l?alimentazione a base di coloranti sintetici.
Si può affermare che il colore rosso è estraneo alla specie Serinus,
quindi la realizzazione di tali canarini rossi va valutata solo sotto
l?aspetto biologico. Il rosso del cardinalino è dato dalla presenza di
una certa quantità di carotenoidi rossi e una piccola quantità di
carotenoidi gialli. Questi ultimi hanno la stessa composizione di quelli
del canarino ancestrale. Infatti tra il rosso del cardinalino e il
giallo del canarino non esiste una differenza qualitativa chimica di
pigmento, ma solo un fatto quantitativo. In effetti si tratta di una
trasformazione dovuta ai fattori quantitativi. Tra rosso e giallo
avviene una propria mescolanza dei due pigmenti con una gamma intermedia
di tonalità che vanno dal giallo al rosso passando attraverso il
giallo-arancio, l?arancio-rosso, arrivando al rosso puro ottenuto nei
soggetti attuali; naturalmente con l?assunzione di coloranti sintetici
distribuiti con il pastoncino usato durante la muta del piumaggio. Ma la
qualità ottenuta sarà ancora frutto della selezione impiegando quei
soggetti che meglio dimostrano di metabolizzare ed estrinsecare nel
piumaggio il lipocromo migliore.
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