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Allevamento a mano dei Pappagalli Africani
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Allevamento a mano dei Pappagalli Africani
Massimo riva ha scritto:
Allevamento a mano dei Pappagalli Africani
Tanto per iniziare, bisogna chiedersi perchè si vuole allevare a mano un pappagallo?Il più delle volte si decide di allevare a mano un piccolo per averlo più docile, oppure perchè i genitori non li alimentano bene, o per stimolarli a più deposizioni .L'allevamento a mano dei piccoli è un impresa che oggigiorno è diventata abbastanza agevole, visto i progressi che vi sono stati nel campo (pappe, incubatrici, camere calde ecc. ), ma sicuramente si va incontro ad un impegno in termini di tempo, di dedizione e di disponibilità di attrezzature.Questo sacrificio però viene in parte ricompensato dall' affiatamento e fiducia che avranno i giovani pappagalli verso colui che li ha allevati, questi soggetti però il più delle volte verrano mantenuti in cattività solo come animali da compagnia, se invece si decide di voler riprodurre a sua volta questi esemplari c'è il rischio che lo stimolo riproduttivo sia meno sviluppato.C'e' da dire però, che molti allevatori dopo aver svezzato i novelli allevati a mano che intendono riprodurre, li destinano dentro a delle grosse voliere di comunità con altri esemplari della stessa specie un pò meno "imprintati", e restando a contatto con questi pappagalli perdono molto del loro feeling verso l'allevatore. Per iniziare l'allevamento a mano dei piccoli, però bisogna avere un minimo di attrezzatura :
camera calda o nursery
siringhe per l'imbecco
cucchiaini schiacciati ai lati di varie grandezze
contenitori dove preparare la "pappa"
contenitori dove deporre i piccoli
termometro
carta assorbente
materiale disinfettante
fornello elettrico/scaldabiberon/fornomicroonde
bilancia
"pappa" da imbecco
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La camera calda o nursery è l'accessorio più importante per l'allevamento dei piccoli , in sostanza è un "contenitore" di metallo e/o plastica dotato di una resistenza con termostato dove mantenere i piccoli da allevare ad una temperatura e umidità a loro ottimali.In base all'età dei piccoli bisogna variare la temperatura interna, es. appena nato la temperatura si aggirerà sui 36/38° circa e man mano che cresce di giorno in giorno la temperatura diminuirà gradualmente di 1 o mezzo grado, quando avrà circa 28/30 gg. la temperatura sarà sui 28/30°circa, perchè il piccolino starà crescendo e comincerà a fare spuntare l'abbozzo della penna, e così via fino a portarla a temperatura ambiente quando sarà completamente impiumato. L'ambiente dove è posta la camera calda è molto importante, perchè anche se le pareti sono ben isolate per mantenere un'umidità e temperatura costanti vi possono essere lo stesso degli sbalzi termici e di umidità dati dall'ambiente esterno, percui il locale ideale dove porre la camera calda dovrà avere una temperatura molto costante tra il giorno e la notte che si aggirerà sui 10/20°. Inoltre la temperatura interna và regolata graduatamente e tenendo conto degli stimoli del pullus, se è troppo bassa rallenta la vitalità del piccolo e di conseguenza la digestione dello stesso, se vi è una temperatura troppo alta il pulcino di pappagallo"suda" e brucia più energie rallentando la crescita, se un piccolo ha freddo si noterà che comincia a grattare sul fondo del contenitore con le zampette, se invece ha caldo terrà il becco aperto boccheggiando.Sul mercato esistono camere calde di molte marche più o meno famose, l'importante al momento dell' acquisto è verificare la bontà dei materiali, controllare se i parametri di temperatura e umidità sono affidabili, verificare se le misure interne di utilizzo sono adatte all'uso prefissato, controllare la facilità di pulizia, e infine caratteristica molto importante, se esiste un servizio di assistenza affidabile. Il costo di una camera calda di buona qualità di solito incide molto sul budget dell'allevamento, però sia che ci si appresta ad allevare a mano pappagalli di un certo pregio e valore che esemplari meno "pregiati" questo accessorio non è da sottovalutare, perchè si corre il rischio di tragiche perdite tenendoli in un "contenitore" non adatto, e a conti fatti se si avranno un paio di perdite si avrà perso un valore maggiore del costo dell'accessorio, oltre che la demotivazione dell' allevatore.Comunque anche se sconsigliato, in caso emergenza ci si può anche ingegnare con un terrarrio , oppure un contenitore di legno dove ci sia un ricircolo di aria e la temperatura si riesca a mantenere costante sui gradi consigliati.Io ne ho costruito uno usando una resistenza per terrario posta sulla parete di fondo, ho usato un materiale plastico (P.V.C.) messo a "panino" con in mezzo un foglio di polistirolo, davanti ho messo una porta in plexiglas trasparente, e una luce in caso di bisogno.La resistenza è comandata da un termostato sempre usato per i terrari, l'umidità si riesce ad avere mettendo due contenitori pieni d'acqua vicino alla resistenza il tutto è molto rustico ma funzionale, l'uso che ne faccio però e solo in caso che la mia camera calda principale abbia un malfunzionamento, oppure è già occupata da altri pappagalli.L'uso della camera calda è molto utile anche in caso di malessere di esemplari giovani o adulti, che in tal caso vengono sistemati all'interno con una temperatura costante di 30/35° circa, e vengono curati in base alla patologia.Una buona camera calda oltre che fornire un temperatura costante ai pulcini di pappagallo, deve fornire una buona umidità relativa del 50/75 %.
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Per imbeccare i piccoli di solito si usa un cucchiaio (con i bordi schiacciati) oppure una siringa senza ago,il primo metodo si pensa sia il più congeniale e a loro più naturale, perchè assomiglia alla parta inferiore del becco dei genitori.Io personalmente uso la siringa perchè è più veloce, igienica e sporca meno i piccoli, unico neo nell' utilizzo delle siringhe e' dato principalmente dal costo e nella velocità di deterioramento con il disinfettante. Si può usare anche imbeccare i piccoli usando la siringa con un sondino, questo accessorio fa scendere direttamente nello stomaco del piccolo la pappa, è una procedura molto veloce, ma deve essere fatta da una persona molto pratica per non rischiare di infilare la sonda dentro la glottide e mandare la pappa direttamente nei polmoni con conseguenze mortali, io la cerco di usare il meno possibile.Se si stà allevando una nidiata di fratelli si può usare la stessa siringa per tutti, ma se si hanno piccoli di diverse nidiate bisogna usare ogni volta all' imbecco la stessa siringa per lo stesso piccolo.Appena finito di usare la siringa va lavata sotto acqua calda corrente e messa in una soluzione disinfettante usata per materiali da bebé. - Per preparare la pappa io uso delle tazzine di ceramica o vetro, una per scaldare l'acqua e l'altra per amalgamare il composto.Anche questi accessori quando non vengono usati dopo essere stati sciacquati in acqua calda li metto nella soluzione disinfettante con le siringhe. - I contenitori dove metto i piccoli all'interno della camera calda variano di grandezza e profondità in base alla specie e alla crescita degli stessi, io di solito non uso colori tanto chiari, per una mia convinzione che il contenitore scuro sia più accettato e tranquillizzi il pulcino, perchè nel nido loro hanno sempre a che fare con tonalità più scure, ma è un mio punto di vista !!!Nei primi giorni uso mettere sul fondo carta assorbente tipo da cucina, ad una età di 30 gg. sul fondo metto una griglia in rete in modo che loro sono sempre sul pulito , sotto alla griglia metto trucioli di segatura.La rete è molto importante perchè quando inizio a somministrare del cibo per farlo a loro conoscere e iniziare ad assaggiare, quello che a loro cade per terra va a finire sotto alla rete, senza avere il rischio di contaminarsi con le feci ed essere ingerito. - Il termometro è un'altro accessorio molto importante, per avere sempre sott'occhio la temperatura della pappa da somministrare, la temperatura non deve superare i 42° e non deve essere inferiore ai 38°, infatti il cibo che somministrano i genitori ai loro piccoli si aggira sempre dai 38/40°.Se si imbecca un pulcino con la pappa ad una temperatura inferiore ai 35° difficilmente verrà ingoiata, però se viene somministrata ad un temperatura superiore di 40° verrà tranquillamente accettata ma superando la temperatura ottimale dei 40/42° si ha il rischio di ustioni del gozzo.Percui l'uso del termometro E' OBBLIGATORIO se non si vuole fare dei danni.Io personalmente uso il termometro digitale, perchè più preciso e veloce nella lettura.
La carta assorbente deve essere sempre disponibile, per le varie pulizie, per metterla sul fondo dei contenitori nei primi giorni di allevamento, e per pulire i piccoli dopo l'imbecco. Bisogna sempre pulire i piccoli se si sporcano di pappa per non vedere degli esserini carini carichi di pappa secca su tutto il corpo, questa è un immagine triste che vedo fin troppo spesso in giro, e oltre all'estetica, ne graverà anche la corretta crescita del piumaggio. - Il materiale disinfettante viene usato per disinfettare tutti gli attrezzi usati per l'allevamento a mano, di solito adopero disinfettanti che vengono usati per tettarelle e biberon per neonati, preferisco quelli che lasciano meno odore sugli accessori.Durante l'allevamento preparo dentro un contenitore la soluzione disinfettante che viene sostituita due volte al giorno, in ammollo lascio sempre le siringhe , i cucchiaini e le ciotole dopo l'utilizzo, e restano fino al successivo uso. - Per scaldare la pappa si può usare il metodo "bagno maria", cioè preparare la pappa già ben amalgamata, e metterla con il suo contenitore dentro ad un pentolino con dentro acqua che bolle sul fornello, a me questa soluzione non piace per niente perchè è troppo laboriosa, un'altro metodo è mettere la pappa già pronta in un scaldabiberon, anche se questa soluzione è migliore della prima, a me non è congeniale.C'è da dire che con il primo metodo ci possono essere fughe accidentali di gas.Il metodo più pratico veloce e pulito è l'uso del forno a microonde, però non metto a scaldare la pappa pronta direttamente dentro il microonde perchè si secca con l'evaporazione, in più la temperatura è più alta all'interno del composto che esternamente, di conseguenza bisognerebbe mescolare molto.Io di solito preparo la dose di acqua dentro ad un contenitore, e la metto a scaldare nel microonde, portata ad una temperatura di circa 45° la aggiungo alla dose di pappa e amalgamo bene mescolando molto vigorosamente e cercando di eliminare tutti i grumi, così facendo la temperatura scende, e quando si aggira sui 42° la servo. - La bilancia è un'altro strumento molto importante per monitorare e valutare se la crescita del piccolo va bene, io peso i piccoli alla stessa ora (circa) prima di imbeccarli, e mi prendo nota , così da avere un quadro della crescita e magari confrontare anche con altri piccoli allevati magari anni prima, di solito la crescita è sempre costante, con un calo un pò prima del periodo dello svezzamento.Io uso normalmente una bilancia elettronica. - La pappa da imbecco si trova in commercio sottoforma di un prodotto liofilizzato che viene amalgamato al bisogno con acqua e volendo variare un pò il sapore anche con del succo di frutta.Ci sono molte marche che distribuiscono prodotti per l'imbecco, ma posso dire che solo le migliori forniscono un prodotto buono e affidabile, alcune hanno un prodotto "top" per l'allevamento di una specie piuttosto che un'altra.Non vorrei fare nomi di marche più o meno buone da me utilizzate, ultimamente mi trovo bene con una ditta americana, anche se la prossima stagione riproduttiva ho l'intenzione di testare un nuovo prodotto sempre di una ditta americana che stò già utilizzando come pellets.L'unico consiglio che io vorrei dare è che si inizia l'allevamento di un piccolo o una nidiata con una marca bisogna usarla fino allo svezzamento degli stessi, percui al momento di iniziare l'allevamento a mano bisogna procurarsi tutta la pappa che si presume serva per l'imbecco.
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Procedure per l'allevamento a mano
Per procedure d'allevamento a mano intendo dire tutto quello che và fatto per allevare i piccoli. Visto tutto l'occorrente che serve per iniziare l'allevamento, bisogna sapere alcune cose semplici ma molto importanti.
Per prima cosa quando abbiamo la sicurezza che la nostra coppia sta covando le uova dobbiamo cercare di disturbarli il meno possibile, somministrare il cibo ai soliti orari, fermarsi per il momento nelle pulizie della voliera se non per le pulizie della mangiatoia, e della ciotola dell'acqua.
Ora dobbiamo iniziare a controllare se tutta la nostra attrezzatura per l'imbecco sia pronta e in buono stato, controllare se in casa si ha la pappa, le siringhe, il disinfettante, se la camera calda funziona ecc...
Arriva il giorno della nascita, sentiamo arrivare fuori della cassetta nido dei pigolii, da questo momento in poi dobbiamo cercare di fornirgli un alimentazione abbondante e variata, perché i pappagalli in questo momento amano trovare molte varietà di cibo che però viene loro fornito durante tutto l'anno, bisogna abbondare con frutta e verdura , legumi e cereali bolliti e semi germinati, oltre il solito estruso ed un po' di misto semi.
Io di solito non controllo dentro al nido al primo giorno, specialmente se ho a che fare con una coppia alla prima covata, il controllo viene fatto dal secondo giorno per controllare se vengono imbeccati normalmente, magari aspettando il momento in cui la femmina esce per i bisogni fisiologici, se no apro lo sportello del nido bussando prima, in modo che la madre non abbia un attacco di panico dall'improvvisa apertura .
Di solito prelevo i piccoli a circa venti giorni, questo e' il periodo consigliato in cui si può anellare i piccoli, anche se questa procedura non e' obbligatoria in animali che si trovano in allegato B del C.I.T.E.S. ,e' consigliato farlo per avere degli esemplari con riconoscimento, oppure se si decide di esporre dei soggetti a mostre ornitologiche; però è obbligatorio fare la denuncia di nascita presso all'Ufficio del Corpo Forestale di Stato Servizio Certificazione C.I.T.E.S., entro 10 giorni dalla nascita, comunque tratterò più avanti questo argomento. Di solito la camera calda e' già accesa da giorni, o viene sempre accesa minimo 3 giorni prima di inserire i piccoli all'interno, in modo che la temperatura e umidità sia ben stabilizzata e controllando che non vi siano malfunzionamenti.
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Al momento di prelevare i piccoli mi attrezzo di guanti per ripararmi dalle beccate dei genitori, e un pannello di
legno da mettere da divisorio tra la madre e i piccoli in caso la femmina non lasci il nido al momento dell'apertura (di solito i cenerini sono soliti a non lasciare il nido, anzi lo difendono molto bene! ), aperto il nido in modo molto tranquillo e accorto, senza farsi pendere da foga prelevo i piccoli.
Il momento migliore della giornata per prelevare i pulcini di pappagallo e' la sera all'imbrunire, perchè i genitori hanno già imbeccato bene i loro piccoli per passare la notte, e aspettano tranquillamente il finire della giornata, comunque si può tranquillamente prelevare i pulcini di pappagallo anche a metà giornata, a me capita di "tirare" via i piccoli ai genitori a mezzogiorno circa, e comunque mai prima di averli fatti imbeccare dai genitori almeno una volta al mattino.
Una volta messi i pulcini nella camera calda se è di sera gli lascio svuotare il gozzo fino alla mattina, invece se vengono messi a metà giornata gli lascio svuotare il gozzo fino alla sera , e prima di farli dormire gli do la prima imbeccata.
La frequenza e la quantità di cibo varia in base all'età del pulcino di pappagallo africano, nei primi giorni la pappa deve essere abbastanza liquida, e via via che crescere diverrà sempre più consistente, così come la frequenza delle imbeccate.
Per quel che riguarda la quantità di cibo da fare ingerire al pulcino di pappagallo africano, deve essere fatta pesando sempre il piccolo per vedere il suo peso al mattino a digiuno, e mai dandola ad occhio e facendo riferimento al riempimento del gozzo, la percentuale di pappa da somministrare ai pappagalli africani è del 10% di peso vivo, questa percentuale va data ad ogni pasto.
Ora spiego come io preparo e servo la pappa da imbecco :
prima di iniziare la procedura lavo accuratamente gli accessori che sono in ammollo nel disinfettante.
Prendo la tazzina dove metto la giusta dose di acqua, la metto nel microonde e la porto ad una temperatura di circa 44°, dopo amalgamo l'acqua riscaldata con la dose di pappa facendo attenzione di eliminare tutti i grumi che se no si essendo disidratati si attaccherebbero al gozzo, di solito dopo avere amalgamato il composto, mescolo la pappa con il termometro così da vedere sempre la temperatura, arrivati a circa 42° viene aspirata nella siringa, la temperatura della pappa dentro alla siringa calerà di circa 1/2°, arrivando a 40° che è la temperatura ottimale, infine la do ai piccoli.
La quantità di pappa somministrata ad ogni pasto è sempre il 10% circa del peso del piccolo.
Voglio precisare che queste nozioni sull'allevamento a mano dei pappagalli è riferito sempre ed esclusivamente su specie africane, inoltre se ci si appresta per la prima volta ad effettuare queste operazioni da me descritte è bene essere seguiti da persone già pratiche ed esperte nell'allevamento.
Diego
Re: Allevamento a mano dei Pappagalli Africani
GA ha scritto:
Grazie!
Altre esperienze sono sempre interessanti!
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