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Organetto x Ciuffolotta.
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Organetto x Ciuffolotta.
Massimo Riva ha scritto:Organetto x Ciuffolotta.
testo e foto di Gianni Grosso allevamento Adriano D'Alessio.
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L'uccellino, che é un ibrido di Organetto per Ciuffolotta, non sa che oltre ad un numero segnato sul registro di allevamento ha anche un nome: "Pantani". Il suo allevatore é Adriano, un caro amico che, oltre ad allevare canarini ad ala grigia, ha una passione profonda per i fringillidi nostrani, tanto é che le sue gabbie e voliere ne alloggiano diverse coppie in purezza e in ibridazione.
La coppia, formata dagli uccelli sopra menzionati, era assieme da oltre due anni in un gabbione delle dimensioni di cm 90x90x90 posto in giardino protetto dalla sporgenza del tetto di un ripostiglio di attrezzi. Gli uccelli, pur dimostrano do affiatamento, nella prima stagione cove del '97 non fecero vedere neanche un uovo, mentre nella successiva del '98 le uova deposte furono nove, ma, sparse dalla ciuffolata fuori dal nido, andarono tutte perdute.
A metŕ maggio del '99 la femmina depose il primo uovo nel nido di vimini che era stato schermato con rametti di pino. Uuovo fu lasciato in attesa degli altri, ma nei giorni successivi non si videro né uova né la coppia tentare cenni di cova. Dopo otto giorni fu tolto l'uovo e messo nel nido di una canarina che aveva appena finito di deporne tre e che aveva iniziato a covarli.
Passati cinque giorni le uova furono sperate e constatato che erano tutte feconde si puó immaginare la soddisfazione di Adriano. Nel frattempo la ciuffolotta aveva ripreso a deporre delle uova, solo che, invece di depositarle nel nido, le rilasciava tra gli aghi di pino con il risultato di permetterne il salvataggio di sole quattro su otto. Distribuite in nidi di canarine risultarono in seguito tutte chiare.
Fortunatamente, dopo dodici giorni di cova, la mattina del 3 giugno l'ibrido si liberó del guscio precedendo cosi di un giorno la schiusa della covata di canarini. La canarina peró non alimentava i pullus confermando il difetto manifestato in precedenza; per ció, dopo aver alimentato a mano i piccoli, fu necessario trasferirli sotto un'altra canarina che aveva giá tre nati da tre giorni. La nuova balia accettň tutti senza fare storie, solo che imbeccava i canarini e non l'ibrido, probabilmente perché era debole e non sollevava la testolina.
Fu necessario insistere con l'imbeccata manuale forzando l'apertura del becco e iniettando con una siringa piccole quantitá di omogeneizzati carneo per neonati. Dopo alcune ore il piccolo sembró prendere forza e rispondere sempre piů agli stimoli dell'appetito. Considerando che la nidiata era troppo affollata, il terzo giorno, l'ibrido fu fatto "migrare" in un altro nido di canarini con quattro nidiacei di sei/sette giorni. Anche questa canarina accettň il nuovo arrivato e, dato che apriva il becco, incominció ad alimentarlo.
Finalmente le difficoltá iniziavano ad appianarsi; nonostante questo, al fine di potenziare ulteriormente la dieta di proteine animali, all'uccellino in questione venivano date delle imbeccate supplementari dell'omogeneizzato di cui sopra arricchite dal "succo" di camole del miele.
Anche ai canarini compagni di nido venivano date alcune imbeccate extra con lo scopo di smorzarne l'esuberanza nel reclamare il cibo dalla loro madre. Questo accorgimento metteva in un certo senso alla pari anche l'ibrido che riusciva a farsi accudire come gli altri; cosě ebbe uno sviluppo rapido, tanto che al quindicesimo giorno era giŕ sul posatoio vicino al nido precedendo il "gruppo" di due giorni.
Le imbeccate a mano furono ben accette fino ai vcntunolventiduc giorni poi, attorno al mese di vita, incominciň ad alimentarsi da solo. Una sera Adriano, appena rientrato dal lavoro, si accorse che la canarina aveva spiumato completamente la testa all'ibrido rendendolo calvo. Controllato subito che non fosse ferito lo spostň in una gabbia da solo e nel vederlo cosě pelato gli ricordň Pantani che in quel periodo era stato al centro delle vicende ciclistiche.
Un accostamento al campione sportivo lo portó a personalizzare l'uccello chiamandolo simpaticarnente con il nome del famoso ciclista. Ora quando tra amici si parla dell'ibrido di Adriano é per tutti "Pantani".
Da quando fu separato gli furono messi a disposizione il misto per canarini e del pastoncino mescolato a semi germogliati, inoltre ogni giorno poteva gustare alcune bacche selvatiche che iniziavano a maturare.
Agli inizi di agosto, in preparazione alla prima mutua, gli fu dato del pastoncino secco con colorante ma, temendo che questo alimento gli potesse nuocere, dopo otto giorni gli venne tolto mantenendo la dieta di prima arricchita dalle bacche di Sorbo degli uccellatori e di Sorbo montano. Quest'ultimo veniva gradito in modo particolare mangiando prima i semi neri e poi ingoiando il resto della polpa con evidente golositá.
A metŕ agosto spuntarono le prime piumette rosse facendo capire che era maschio, e cosi, verso il venti di settembre completó la muta coprendo la calvizie e assumendo, nelle zone di elezione, una colorazione rossa molto estesa e tanto intensa che non é frequente da riscontrare nei soggetti alla prima muta, siano essi ibridi o ancestrali.
Ora Pantani si lascia accudire tranquillamente dal suo proprietario e si avvicina alla sua mano per raccogliere le golositŕ che gli vengono offerte; anche con gli estranei non manifesta eccessivo nervosismo lasciandosi osservare in tutta la sua eleganza.
Se si possono trarre delle conclusioni, questa esperienza di allevamento sembra poter dire che certi risultati si riescono ad ottenere aiutando molto quel pizzico di fortuna che ci é concessa con una grande passione, purché sia supportata da sensibilitá, attenzione e impegno costante.
li giusto merito quindi ad Adriano e a tutti quegli Allevatori che ci permettono di gustare l'osservazione di certi gioiellini alati.
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Bacche di Sorbo.
Sorbo montano e Sambuco montano conservato per l'inverno.
andiok- Senior Mod
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