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Civetta nana (Glaucidium passerinum, Linnaeus 1758)
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Civetta nana (Glaucidium passerinum, Linnaeus 1758)
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La civetta nana (Glaucidium passerinum) è una specie paleartica in molti casi dalla distribuzione ancora incerta. In Italia è distribuita sull’arco alpino prevalentemente nel settore centro-orientale dagli 800-900 metri fino al limite dell’alta vegetazione (1.800-2.000 metri) con maggior diffusione nei gruppi montuosi più interni e prettamente alpini; nel settore occidentale la sua distribuzione è più frammentaria con pochi dati disponibili per il Piemonte e Valle d’Aosta
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La popolazione probabilmente è sottostimata ed è difficilmente quantificabile per la mancanza di informazioni; è ipotizzabile la presenza di 400-600 coppie. La specie è inserita dall'IUCN nella categoria di minaccia LC-Least Concern (a rischio minimo).
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La parte superiore del corpo è marrone con macchie bianche, mentre le parti inferiori sono biancastre con il torace striato di marrone. Gli occhi sono gialli sotto “sopracciglia” corte e bianche. Dato che è attiva soprattutto di giorno non è adattata alla vita notturna così bene come i suoi parenti più grandi, i gufi.
Caccia soprattutto nelle ore crepuscolari, ma durante il periodo riproduttivo e quando il tempo è nuvoloso anche di giorno. Durante l’estate si nutre prevalentemente di micromammiferi come toporagni e arvicole mentre in inverno caccia piccoli uccelli come fringuelli e cince more. Durante i mesi invernali inoltre la civetta nana fa spesso delle grandi provviste alimentari accumulando dozzine di prede morte nella sua tana che riesce poi a scongelare con il calore del suo corpo. E’ veramente piccola ma robusta e sopravvive anche agli inverni più rigidi.
La civetta nana è un abitante del bosco. Preferisce le foreste di conifere nelle quali gli alberi non siano troppo fitti, ma dove ci siano anche delle aree aperte come pascoli o paludi. Evita i boschi troppo uniformi. Spesso possiamo vederla sulla cima di un albero isolato. E’ coraggiosa, vivace e nel proteggere il suo territorio è molto aggressiva anche con gli uccelli della sua stessa specie
La civetta nana depone le uova in vecchi nidi di picchio rosso maggiore, picchio tridattilo o picchio cenerino. Sono delle cavità scavate nel tronco di un albero e devono avere soprattutto un buco stretto e profondo affinché i piccoli siano al sicuro dagli attacchi dei predatori. Per circa un mese la femmina cova da tre a dieci uova bianche. Non appena i piccoli sono pronti, lasciano il territorio dei genitori per andare a cercarne uno proprio.
Chi è così piccolo corre il rischio di essere a sua volta cacciato da altri animali. La martora è un pericolo per i piccoli nel nido, ma anche i grandi rapaci come l’astore e l’allocco sono predatori della civetta nana. Per questo la civetta nana ha un piumaggio mimetico ed ha sviluppato delle strategie di sopravvivenza. Non appena avvista un nemico è sempre pronta a scappare. Talvolta assume una posizione mimetica mettendosi ritta in piedi. Se nonostante questo un predatore le si avvicina, è pronta a volar via velocemente. Raramente può usare anche una postura minacciosa: spalancando gli occhi, gonfiando le piume, dando un segnale d’allarme e battendo il becco.
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La civetta nana (Glaucidium passerinum) è una specie paleartica in molti casi dalla distribuzione ancora incerta. In Italia è distribuita sull’arco alpino prevalentemente nel settore centro-orientale dagli 800-900 metri fino al limite dell’alta vegetazione (1.800-2.000 metri) con maggior diffusione nei gruppi montuosi più interni e prettamente alpini; nel settore occidentale la sua distribuzione è più frammentaria con pochi dati disponibili per il Piemonte e Valle d’Aosta
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La popolazione probabilmente è sottostimata ed è difficilmente quantificabile per la mancanza di informazioni; è ipotizzabile la presenza di 400-600 coppie. La specie è inserita dall'IUCN nella categoria di minaccia LC-Least Concern (a rischio minimo).
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Caccia soprattutto nelle ore crepuscolari, ma durante il periodo riproduttivo e quando il tempo è nuvoloso anche di giorno. Durante l’estate si nutre prevalentemente di micromammiferi come toporagni e arvicole mentre in inverno caccia piccoli uccelli come fringuelli e cince more. Durante i mesi invernali inoltre la civetta nana fa spesso delle grandi provviste alimentari accumulando dozzine di prede morte nella sua tana che riesce poi a scongelare con il calore del suo corpo. E’ veramente piccola ma robusta e sopravvive anche agli inverni più rigidi.
La civetta nana è un abitante del bosco. Preferisce le foreste di conifere nelle quali gli alberi non siano troppo fitti, ma dove ci siano anche delle aree aperte come pascoli o paludi. Evita i boschi troppo uniformi. Spesso possiamo vederla sulla cima di un albero isolato. E’ coraggiosa, vivace e nel proteggere il suo territorio è molto aggressiva anche con gli uccelli della sua stessa specie
La civetta nana depone le uova in vecchi nidi di picchio rosso maggiore, picchio tridattilo o picchio cenerino. Sono delle cavità scavate nel tronco di un albero e devono avere soprattutto un buco stretto e profondo affinché i piccoli siano al sicuro dagli attacchi dei predatori. Per circa un mese la femmina cova da tre a dieci uova bianche. Non appena i piccoli sono pronti, lasciano il territorio dei genitori per andare a cercarne uno proprio.
Chi è così piccolo corre il rischio di essere a sua volta cacciato da altri animali. La martora è un pericolo per i piccoli nel nido, ma anche i grandi rapaci come l’astore e l’allocco sono predatori della civetta nana. Per questo la civetta nana ha un piumaggio mimetico ed ha sviluppato delle strategie di sopravvivenza. Non appena avvista un nemico è sempre pronta a scappare. Talvolta assume una posizione mimetica mettendosi ritta in piedi. Se nonostante questo un predatore le si avvicina, è pronta a volar via velocemente. Raramente può usare anche una postura minacciosa: spalancando gli occhi, gonfiando le piume, dando un segnale d’allarme e battendo il becco.
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Ivo Multipass- Senior Mod
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