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TROMBETTIERE DEL LICHTENSTEIN Rhodospiza obsoleta

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TROMBETTIERE DEL LICHTENSTEIN       Rhodospiza obsoleta Empty TROMBETTIERE DEL LICHTENSTEIN Rhodospiza obsoleta

Messaggio Da Cristiano Ferrari Sab Dic 17, 2011 9:52 am

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Il nostro Lichtenstein, che non ha la sua residenza nell'omonimo principato europeo (è stato semplicemente chiamanto così in onore del suo studioso e scopritore) è anch'esso di habitat Asiatico e, come i suoi cugini, vive in Cina e Mongolia, estendendosi fino alla Turchia. Non è invece presente in Africa. Si segnalano anche delle colonie in Medio Oriente, Giordania in particolare.
L'obsoleta preferisce le zone calde ed aride a quelle con ricca vegetazione, e si armonizza perfettamente com il paesaggio grazie al colore bruno chiaro del dorso delle parti superiori.
Anche il petto è di un colore bruno ma più chiaro, fino a diventare bianco candido sul ventre. Ha, inoltre, una bella taglia di 15 cm ed una silouette affascinante come quella di un fringuello, ma a differenza di questo il dimorfismo sessuale è appena evidente. I colori, nella femmina, sono leggermente più opachi, ma poi per il resto i due sessi sono praticamente uguali, ad eccezione di una striscia nero ludico che collega il nero becco all'occhio, che nella femmina è mancante. Nei giovani maschi, questa strisciaè di colore bruno annerato ed è un segno di distinzione dei sessi. La striscia nera è nel maschio l'espressione massima del fascino di questo fringillide, perchè riesce con decisione a spezzare il candore del bianco e la dolcezza del rosa delle ali; inoltre, legandosi con decisione alla parte nera delle penne d'ali e coda, imprime insieme al suo becco forte, lucido, conico e nero, un'aria di fierezza, mistero, forza ed eleganza che mal lo adatta a gabbie di piccole dimensioni.
La femmina, dal canto suo, grazie alla mancanza di questa striscia, esprime il massimo del candore e dell'eleganza, dovuta alla colorazione delle ali. Ma anche i piccoli non sono meno per candore e dolcezza. Escono dal nido con un piumaggio bianco, appena leggermente spolverato di bruno chiaro, nel quale spicca la tipica colorazione delle ali. Il becco è bianco perla e l'occhio grande e nero. I giovani, per il candore che esprimono, mi ricordano i piccoli della foca, così bianchi e indifesi e per come dipendono in tutto e per tutto dalla madre che una solerte imbeccatrice anche in cattività. I giovani del Lichtenstein manifestano quest'aria di dolcezza anche quando richiedono il cibo: infatti, nei confronti della madre non sono insistenti e persecutori, ed il verso del richiamo è abbastanza gentile.
Particolare attenzione richiede la fase dello svezzamento, che è abbastanza lunga e sicuramente molto impegnativa rispetto a quella di un comune fringillide. Pertanto, se il Lichtenstein è messo a balia, avrà senz'altro bisogno di qualche imbeccata da parte dell'allevatore che, per evitare questo problema dovrà entrare in confidenza con i piccoli già nel nido, fornendo loro delle imbeccate specialmente a base di proteine animali. Proprio le proteine animali sono la base della crescita dei pullus, speciamente nei primi giorni di vita.


Pertanto, i riproduttori dovranno essre abituati a cibarsi dei tipici alimenti d'origine animale reperibili in commercio e specialmente dei più comuni, come ad esempio delle tarme da farina, delle uova di formica, dei bigattini, ecc. Ribadisco, che una buona crescita od addirittura la stessa sopravvivenza dei piccoli è strettamente legata all'assorbimento di queste proteie animali quindi, invito tutti a voler insistere nella somministrazione di tali alimenti finchè i riproduttori li accettino ed in ogni caso è consigliabile abituare preventivamente le balie canarine o Carpodachi messicani a questo tipo di alimentazione.
Nel caso della mia coppia di Trombettieri, entrambi non mostrarono alcun interesse per questa alimentazione e non riuscii in nessun modo a far prendere loro anche una sola tarma. Il problema l'ho superato con un inganno che suggerisco anche a chi non deve allevare soltanto trombettieri. In pratica, mi sono procurato delle confezioni di farina animale ed ho mischiato questo integratore a qualunque cosa manfiavano i miei beniamini, in particolare al pastoncino inumidito. I miei Lichtenstein hanno trovato abbastanza appetitoso il grano germinato ed il grano saraceno ammollato nell'acqua. Non ho usato la canapuccia bollita, che sta alla base dei successi di alcuni allevatori, anzi non ho usato alcun seme oleoso o nero. Ho evitato l'apposito utilizzo di tali semi grassi non perchè il Trombettiere sia un soggetto particolarmente delicato, ma perchè possiamo offrire alimenti indubbiamente più sicuri e migliori da un punto di vista nutrizionale. Personalmente, li ho abituati ai savoiardi inzuppati nel latte ed al riso soffiato sempre rinvenuto nel latte ma "truccato" con la farina animale.
Come dicevo prima, la femmina è una grande imbeccatrice, e riesce ad ingozzare i pullus riempendoli a tal punto da obbligarli a sforzi tremendi per riuscire ad alzare il collo.




Il maschio è molto delicato, ed imbecca la sua compagna per tutta la durata della fase riproduttiva, offrendo cibo in continuazione, che lei gradisce agitando le ali con il tipico tremolìo dei fringillidi, ma...non sono "tutte rose e fiori", perchè il maschio è anche molto "caldo", e pretende di accoppiarsi spesso. Infatti, nel periodo di maggiore estro è così focoso da essere in grado di distruggere un'intera covata e con una violenza inaudita, pur di ripossedere la femmina che logicamente lo rifiuta per accudire alla cova o ai pullus; subito dopo aver dato sfogo ai suoi bisogni, come d'incanto, ritorna ad essere dolce e premuroso verso la sua compagna.
In pratica una specie di Dottor Jekyll e Mister Hyde del mondo animale, ma scoperto il carattere del nostro beniamino possiamo tranquillamente correre ai ripari, utilizzando un divisorio, ed addirittura volgere a nostro favore il carattere "caliente" del Trombettiere accoppiandolo con canarine o altri fringillidi che preventivamente, nel periodo di riposo, abbiamo fatto svernare insieme. Comunque, parlando sempre della mia esperienza, una volta immesso il maschio Trombettiere nella gabbia delle canarine quest'ultimo, tenendo fede al suo nome di Trombettiere, le ha coperte immediatamente, violentando anche quelle non disposte ad accettarlo, per poi abbandonarsi alla sua consueta dolcezza. Comunque, l'obsoleta maschio che prende il suo nome di Trombettiere dall'emissione del canto nasale e non dalle prestazioni amorose che è in grado di fornire, è un vero stallone capace di rendere estremamente fiero il suo proprietario se usato in ibridazione. Purtroppo in questo settore, forse perchè poco importato o poco allevato in cattività, non è per niente sfruttato ma credetemi, quando è in estro non sottilizza molto sulla compagna che gli viene affibbiata, quindi va usato al massimo anche perchè tutti gli ibridi riescono ad avere la tipica ed originale forma del becco che aggiunge fascino al fascino.
Anche se il Lichtensetein si adatta tranquillamente alla gabbia da cova di 60 cm è bene, nel periodo riproduttivo, alloggiarlo in gabbioni da 120 cm. o in volierette, perchè è necessario dare alla femmina un considerevole spazio per la fuga all'irruenza del maschio, in grado di rincorrerla senza sosta e senza farla fermare per bere o mangiare, finchè la stessa non lo accetta e si dispone per l'accoppiamento.
Subito dopo ecolo ritornare il caro Dottor Jekyll che riesce a diventare eccessivamente affettuoso e prodigo d'imbeccate. Non ritengo sia utile parlare degli indubbi vantaggi che trae la coppia ospitata in tali gabbioni, specialmente per l'utilizzo del divisorio che consente un adeguato spazio ai riproduttori ed ai novelli. Il Tormbettiere si adatta facilmente alla vita captiva e riesce a nidificare tranquillamente in gabbia, ma è in ogni caso buona norma aiutarlo fornendo del materiale da nido un po' ricercato, come ad esempio, oltre ai classici sfilacci di juta aggiungere le fibre di cocco o qualche altra ricercatezza oramai facilmente reperibile nei negozi specializzati. E' altresì conveniente dare una mano alla femmina nel trovare il sito della nidificazione, mettendo a disposizione più nidi nei vari angoli della gabbia, schermandoli adeguatamente e dando un'adeguata stabilità al cestino, che deve essere delle dimensioni opportune e in ogni caso di media grandezza.
La costruzione del nido non è proprio un capolavoro dell'ingegneria con le ali, ma va benissimo alla bisogna. Forse è bene aiutarli con imbottiture da nido già pronte ed, in ogni caso, bisogna fornire il materiale da nido necessario alla costruzione, levando quello in eccedenza. Un aiuto può essere dato anche dall'ovatta, che riesce a stimolare molte specie di fringillidi. La mia femmina di trombettiere ne impazzisce letteralmente, e con cura ha rivestito l'interno del nido, tenendolo sempre pulito durante tutta la cova, specialmente nei primi giorni di vita dei piccoli. Le uova deposte sono generalmente 4 o 5, e l'ultimo è un po' azzurrato, così come accade nella femmina dei canarini. Le covate sono generalmente due e la futura mamma abbisogna di un forte supporto di sali minerali ed ossi di seppia, al fine di favorire la formazione del calcio necessario per le uova, mentre al maschio va somministrata un'alimentazione rigidamente a base di scagliola e panìco, perchè ha la tendenza eccessiva ad ingrassare.
Un'ultima raccomandazione: quando tenete i Trombettieri nelle mani, non lasciatevi conquistare dalla tranquillità dei soggetti, perchè la loro calma è soltanto apparente. Al minimo allentamento della presa cercheranno di scappare, provocandosi qualche spiacevole incidente, come la frattura di un'ala. Ricordate sempre che il pericolo è in agguato, anche se vi considerate degli esperti.
"La favola bella" si è conclusa con la grande soddisfazione di vedere al Campionato Italiano di Piacenza una coccarda tricolore appesa sulla gabbia; il mio maschio era, infatti, risultato il primo della sua categoria, ripagandomi ampiamente di tutti i sacrifici. Da allora, ai miei occhi, è diventato ancora più bello!
Penso di aver detto tutto quanto sappia sui Lichtenstein e spero di non avervi tediato nella lettura.
Ah! Dimenticavo, recita uno slogan caro a noi allevatori per diletto: "finchè noi li alleviamo essi non si estingueranno". Giusto, ma io aggiungerei dopo la parola "alleviamo" la frase "con amore". Credo sia molto meglio così, in fin dei conti l'amore è l'unica cosa che ci consente di fare tutto bene, compreso l'impossibile.


Ivo Tiberio Ginevra

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