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FRINGUELLO ALPINO Montifringilla nivalis
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FRINGUELLO ALPINO Montifringilla nivalis
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Il genere Montifringilla comprende uccelli tipicamente di alta montagna. Solo il Fringuello alpino Montifringilla nivalis è presente anche nel Paleartico Occidentale, le altre 6 specie sono presenti solo nel Paleartico orientale.
Il Fringuello alpino è una specie tipica delle alte quote, oltre il limite della vegetazione arborea (Cramp & Perrins 1994).
Il suo areale è molto ampio, dall'estremo limite orientale dell'Himalaja fino all'Europa occidentale (Pirenei); Mentre sull'Himalaja la distribuzione appare piuttosto omogenea, per la continuità ambientale dell'area, in Europa tutte le popolazioni (Pirenei, Alpi, Appennino e Balcani) appaiono ben isolate fra di loro e strettamente legate ai maggiori massicci montuosi (Holzinger 1993, Meschini & Frugis 1993).
Solitamente la specie nidifica a quote maggiori di 1800 metri s.l.m., mentre può compiere erratismi in periodo invernale a quote più basse, dovuti al clima (Cheylan 1973).
In Italia la specie è presente con due popolazioni ben separate, quella alpina e quella appenninica (Meschini & Frugis 1993); la maggiore successione ambientale presente nell'arco alpino consente una espansione più omogenea della specie, mentre nell'Appennino il Fringuello alpino è presente solitamente nel settore centrale abruzzese e marchigiano.
Sul territorio italiano la stima degli effettivi ammonta a 3.000-6.000 coppie (Meschini & Frugis, 1993), anche se non si conosce la tangibile consistenza delle due popolazioni.
Mentre le aree riproduttive sono piuttosto localizzate (anche se scarsamente indagate), poco o nulla si sa delle aree frequentate durante i movimenti erratici altitudinali, compiuti in periodo invernale a causa del clima.
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Il genere Montifringilla comprende uccelli tipicamente di alta montagna. Solo il Fringuello alpino Montifringilla nivalis è presente anche nel Paleartico Occidentale, le altre 6 specie sono presenti solo nel Paleartico orientale.
Il Fringuello alpino è una specie tipica delle alte quote, oltre il limite della vegetazione arborea (Cramp & Perrins 1994).
Il suo areale è molto ampio, dall'estremo limite orientale dell'Himalaja fino all'Europa occidentale (Pirenei); Mentre sull'Himalaja la distribuzione appare piuttosto omogenea, per la continuità ambientale dell'area, in Europa tutte le popolazioni (Pirenei, Alpi, Appennino e Balcani) appaiono ben isolate fra di loro e strettamente legate ai maggiori massicci montuosi (Holzinger 1993, Meschini & Frugis 1993).
Solitamente la specie nidifica a quote maggiori di 1800 metri s.l.m., mentre può compiere erratismi in periodo invernale a quote più basse, dovuti al clima (Cheylan 1973).
In Italia la specie è presente con due popolazioni ben separate, quella alpina e quella appenninica (Meschini & Frugis 1993); la maggiore successione ambientale presente nell'arco alpino consente una espansione più omogenea della specie, mentre nell'Appennino il Fringuello alpino è presente solitamente nel settore centrale abruzzese e marchigiano.
Sul territorio italiano la stima degli effettivi ammonta a 3.000-6.000 coppie (Meschini & Frugis, 1993), anche se non si conosce la tangibile consistenza delle due popolazioni.
Mentre le aree riproduttive sono piuttosto localizzate (anche se scarsamente indagate), poco o nulla si sa delle aree frequentate durante i movimenti erratici altitudinali, compiuti in periodo invernale a causa del clima.
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Re: FRINGUELLO ALPINO Montifringilla nivalis
Studio dell’alimentazione invernale del Fringuello alpino nell’area di Campo Imperatore
Di Eliseo Strinella e Augusto De Sanctis
Lo studio sullo sfruttamento delle risorse trofiche in inverno da parte del Fringuello alpino, è stato affrontato nel 1997 con il Centro Abruzzese Ricerche Faunistiche del W.W.F. (Artese, De Sanctis, Strinella - in pubblicazione) effettuando uno studio approfondito nell’area di C. Imperatore.
Dal 2004 la Stazione Ornitologica d’Alta Quota di C. Imperatore, e il Gruppo Snow Finch, ha continuato a seguire la specie nel periodo invernale, per incrementare le conoscenze sulla dieta, effettuando dei campionamenti, nell’area della zona albergo di C. Imperatore a quota 2200 m.
Tra i comportamenti che affascinano di più, seguendo la specie, è lo stupefacente sfruttamento di ogni risorsa alimentare disponibile nel periodo invernale in quota, segno di adattamento a condizioni climatiche e ambientali sfavorevoli, e variabili.
Dalle nostre osservazioni, abbiamo evidenziato che il Fringuello alpino si alimenta, sulla neve, su tratti di terreno scoperti dalla neve, e vicino alle strutture recettive.
Sulla neve si nutre principalmente di insetti portati dal vento in quota, tramite le correnti ascensionali (Fall – Outt), particolarmente presenti in giornate favorevoli alla formazione delle correnti termiche.
Sui brevi tratti di terreno scoperti di neve dal vento, l’attenzione viene concentrata nella raccolta di semi di vecchie piantine rimaste congelate, principalmente cardi, ma anche larve, e insetti rimasti sotto la neve.
Nelle vicinanze delle strutture recettive, il Fringuello alpino trova resti di cibo di origine antropica, particolarmente nella zona albergo di C. Imperatore, dove alcuni operatori dei rifugi, offrono giornalmente pane e biscotti sui davanzali delle finestre, facendole divenire delle vere e proprie mangiatoie.
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Di Eliseo Strinella e Augusto De Sanctis
Lo studio sullo sfruttamento delle risorse trofiche in inverno da parte del Fringuello alpino, è stato affrontato nel 1997 con il Centro Abruzzese Ricerche Faunistiche del W.W.F. (Artese, De Sanctis, Strinella - in pubblicazione) effettuando uno studio approfondito nell’area di C. Imperatore.
Dal 2004 la Stazione Ornitologica d’Alta Quota di C. Imperatore, e il Gruppo Snow Finch, ha continuato a seguire la specie nel periodo invernale, per incrementare le conoscenze sulla dieta, effettuando dei campionamenti, nell’area della zona albergo di C. Imperatore a quota 2200 m.
Tra i comportamenti che affascinano di più, seguendo la specie, è lo stupefacente sfruttamento di ogni risorsa alimentare disponibile nel periodo invernale in quota, segno di adattamento a condizioni climatiche e ambientali sfavorevoli, e variabili.
Dalle nostre osservazioni, abbiamo evidenziato che il Fringuello alpino si alimenta, sulla neve, su tratti di terreno scoperti dalla neve, e vicino alle strutture recettive.
Sulla neve si nutre principalmente di insetti portati dal vento in quota, tramite le correnti ascensionali (Fall – Outt), particolarmente presenti in giornate favorevoli alla formazione delle correnti termiche.
Sui brevi tratti di terreno scoperti di neve dal vento, l’attenzione viene concentrata nella raccolta di semi di vecchie piantine rimaste congelate, principalmente cardi, ma anche larve, e insetti rimasti sotto la neve.
Nelle vicinanze delle strutture recettive, il Fringuello alpino trova resti di cibo di origine antropica, particolarmente nella zona albergo di C. Imperatore, dove alcuni operatori dei rifugi, offrono giornalmente pane e biscotti sui davanzali delle finestre, facendole divenire delle vere e proprie mangiatoie.
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Re: FRINGUELLO ALPINO Montifringilla nivalis
"Il Fringuello alpino (Montifringilla nivalis) del Parco Naturale Regionale della Lessinia (VR)"
Di Paolo Parricelli, Eliseo Strinella & Maurizio Sighele
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Bocca di Selva, Lessinia (VR) quota circa 1776 m. Rifugio Primaneve (Monte Tomba) febbraio 2008 autore: William Vivarelli
Se c'è un luogo nelle Prealpi Venete, dove in inverno è possibile osservare con regolarità il Fringuello alpino (Montifringilla nivalis), senza alcun dubbio il Parco Naturale Regionale della Lessinia (VR), rappresenta uno degli itinerari più caratteristici.
La presenza di un buon numero di Fringuelli alpini, a cui si associano sopratutto lo Zigolo delle nevi (Plectrophenax nivalis) ed il Sordone (Prunella collaris), garantiscono l'opportunità di osservare e fotografare con relativa facilità questi splendidi uccelli e richiama a Bocca di Selva, numerosi birdwatcher e fotografi.
L'area protetta istituita nel 1990, si estende per circa 10.000 ettari maggiormente sull'altopiano della Lessinia, ad un altitudine di 1900 m. circa, fino al confine con la Provincia di Trento.
Il territorio del Parco, definito a nord dal confine regionale con il Trentino Alto Adige, è delimitato dalla Val d’Adige ad ovest e dalle valli del Chiampo e dell’Agno ad est, mentre a sud confina con i rilievi e le valli pedemontani situati a nord della pianura padana e della città di Verona.
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l territorio del Parco Naturale Regionale della Lessinia, è occupato in gran parte dagli alti pascoli utilizzati per l’alpeggio; Nel settore orientale, alle quote più elevate, è presente la fascia vegetazionale degli arbusti contorti (pino mugo, e in misura assai minore salice e ontano).
Boschi e foreste di una certa consistenza, costituiti prevalentemente da faggio e abete rosso, con limitata presenza anche di abete bianco e larice, insistono nelle parti più alte ed impervie delle valli (Vajo dei Falconi, Vajo dell’Anguilla-Folignani, Vajo di Squaranto, Valle di Revolto, Val Fraselle e Valle del Chiampo).
Alle quote più basse le aree boscate, presenti anche qui perlopiù sui ripidi versanti delle valli, sono costituite da cedui di roverella e carpino, nel settore occidentale sono presenti aree limitate occupate da rimboschimenti di pino nero austriaco.
Per quanto riguarda la presenza del Fringuello alpino nell'area protetta in provincia di Verona, la specie è svernante regolare, da novembre a marzo circa, (secondo l'innevamento annuale).
La specie nidifica comunemente, con un numero imprecisato di coppie, nel confinante massiccio montuoso prealpino del Monte Carega (m. 2250 circa) situato in territorio trentino nel Comune di Ala.
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n inverno in Lessinia alcune decine di individui (circa 30, max. osservati 46 nel gennaio 2008, Paolo Parricelli) - (fino ad un massimo di 60 individui nel febbraio 2008, Francesco Grazioli), sono presenti solo in inverni caratterizzati da un cospicuo innevamento, altrimenti le presenze si riducono a poche unità.
Le località frequentate sono tre, tutte situate sugli alti pascoli nella porzione centro-orientale dell'altopiano, in Comune di Bosco Chiesanuova :
1. San Giorgio - Castel Gaibana (stazione sciistica, alt. m 1494-1806);
2. Rifugio Monte Tomba (rifugio a quota m 1766);
3. Bocca di Selva (auto-parking per l'accesso piste da fondo, alt. m 1551);
Tali località sono caratterizzate, in particolar modo nelle giornate festive e prefestive, da un notevole flusso turistico-escursionistico.
Il Fringuello alpino (Montifringilla nivalis), ai quali spesso si uniscono il Sordone (Prunella collaris) e talvolta lo Zigolo delle nevi (Plectrophenax nivalis), sono attratti in tali siti grazie alla facile reperibilità di residui alimentari, di natura antropica.
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Di Paolo Parricelli, Eliseo Strinella & Maurizio Sighele
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Bocca di Selva, Lessinia (VR) quota circa 1776 m. Rifugio Primaneve (Monte Tomba) febbraio 2008 autore: William Vivarelli
Se c'è un luogo nelle Prealpi Venete, dove in inverno è possibile osservare con regolarità il Fringuello alpino (Montifringilla nivalis), senza alcun dubbio il Parco Naturale Regionale della Lessinia (VR), rappresenta uno degli itinerari più caratteristici.
La presenza di un buon numero di Fringuelli alpini, a cui si associano sopratutto lo Zigolo delle nevi (Plectrophenax nivalis) ed il Sordone (Prunella collaris), garantiscono l'opportunità di osservare e fotografare con relativa facilità questi splendidi uccelli e richiama a Bocca di Selva, numerosi birdwatcher e fotografi.
L'area protetta istituita nel 1990, si estende per circa 10.000 ettari maggiormente sull'altopiano della Lessinia, ad un altitudine di 1900 m. circa, fino al confine con la Provincia di Trento.
Il territorio del Parco, definito a nord dal confine regionale con il Trentino Alto Adige, è delimitato dalla Val d’Adige ad ovest e dalle valli del Chiampo e dell’Agno ad est, mentre a sud confina con i rilievi e le valli pedemontani situati a nord della pianura padana e della città di Verona.
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l territorio del Parco Naturale Regionale della Lessinia, è occupato in gran parte dagli alti pascoli utilizzati per l’alpeggio; Nel settore orientale, alle quote più elevate, è presente la fascia vegetazionale degli arbusti contorti (pino mugo, e in misura assai minore salice e ontano).
Boschi e foreste di una certa consistenza, costituiti prevalentemente da faggio e abete rosso, con limitata presenza anche di abete bianco e larice, insistono nelle parti più alte ed impervie delle valli (Vajo dei Falconi, Vajo dell’Anguilla-Folignani, Vajo di Squaranto, Valle di Revolto, Val Fraselle e Valle del Chiampo).
Alle quote più basse le aree boscate, presenti anche qui perlopiù sui ripidi versanti delle valli, sono costituite da cedui di roverella e carpino, nel settore occidentale sono presenti aree limitate occupate da rimboschimenti di pino nero austriaco.
Per quanto riguarda la presenza del Fringuello alpino nell'area protetta in provincia di Verona, la specie è svernante regolare, da novembre a marzo circa, (secondo l'innevamento annuale).
La specie nidifica comunemente, con un numero imprecisato di coppie, nel confinante massiccio montuoso prealpino del Monte Carega (m. 2250 circa) situato in territorio trentino nel Comune di Ala.
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n inverno in Lessinia alcune decine di individui (circa 30, max. osservati 46 nel gennaio 2008, Paolo Parricelli) - (fino ad un massimo di 60 individui nel febbraio 2008, Francesco Grazioli), sono presenti solo in inverni caratterizzati da un cospicuo innevamento, altrimenti le presenze si riducono a poche unità.
Le località frequentate sono tre, tutte situate sugli alti pascoli nella porzione centro-orientale dell'altopiano, in Comune di Bosco Chiesanuova :
1. San Giorgio - Castel Gaibana (stazione sciistica, alt. m 1494-1806);
2. Rifugio Monte Tomba (rifugio a quota m 1766);
3. Bocca di Selva (auto-parking per l'accesso piste da fondo, alt. m 1551);
Tali località sono caratterizzate, in particolar modo nelle giornate festive e prefestive, da un notevole flusso turistico-escursionistico.
Il Fringuello alpino (Montifringilla nivalis), ai quali spesso si uniscono il Sordone (Prunella collaris) e talvolta lo Zigolo delle nevi (Plectrophenax nivalis), sono attratti in tali siti grazie alla facile reperibilità di residui alimentari, di natura antropica.
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Re: FRINGUELLO ALPINO Montifringilla nivalis
Istallazione di nuovi nidi artificiali per il Fringuello alpino (Montifringilla nivalis) sul massiccio del Gran Sasso.
Di Eliseo Strinella
Nuovi nidi artificiali in cemento per il Fringuello alpino, sono stati istallati questa estate nel versante Teramano del Gran Sasso, presso il Rifugio Franchetti a quota 2433 m slm.
I nidi sono stati predisposti grazie alla sensibile collaborazione del gestore del rifugio Luca Mazzoleni.
Insieme ai nidi istallati nel comprensorio di C. Imperatore, salgono a 14 unità le cassette nido artificiali predisposte per il Fringuello alpino, nel massiccio del Gran Sasso.
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I nidi, costruiti con sezioni di canna fumaria, (Canne Turbo Gas) sono molto resistenti e particolarmente indicati per essere istallati a quote elevate, in quanto l'intercapedine costituisce un ottimo elemento isolante.
Il fondo del nido è costituito da pietre e cemento, rifinito con un pannello esterno in mdf (verniciato con il flatting) .
Il pannello frontale apribile è formato da due pannelli di mdf, con isolante plastico all’interno, il quale forma l'intercapedine (il lato esterno del pannello è verniciato con il flatting) .
I nidi sono completamente rivestiti con silicone spatolato per renderli impermeabili.
Ogni due anni, tuttavia, è necessario sostituire i pannelli frontali.
Alcune di queste cassette nido vengono occupate con regolarità fin dal 1996, divenendo ormai quasi delle “cavità storiche".
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Di Eliseo Strinella
Nuovi nidi artificiali in cemento per il Fringuello alpino, sono stati istallati questa estate nel versante Teramano del Gran Sasso, presso il Rifugio Franchetti a quota 2433 m slm.
I nidi sono stati predisposti grazie alla sensibile collaborazione del gestore del rifugio Luca Mazzoleni.
Insieme ai nidi istallati nel comprensorio di C. Imperatore, salgono a 14 unità le cassette nido artificiali predisposte per il Fringuello alpino, nel massiccio del Gran Sasso.
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I nidi, costruiti con sezioni di canna fumaria, (Canne Turbo Gas) sono molto resistenti e particolarmente indicati per essere istallati a quote elevate, in quanto l'intercapedine costituisce un ottimo elemento isolante.
Il fondo del nido è costituito da pietre e cemento, rifinito con un pannello esterno in mdf (verniciato con il flatting) .
Il pannello frontale apribile è formato da due pannelli di mdf, con isolante plastico all’interno, il quale forma l'intercapedine (il lato esterno del pannello è verniciato con il flatting) .
I nidi sono completamente rivestiti con silicone spatolato per renderli impermeabili.
Ogni due anni, tuttavia, è necessario sostituire i pannelli frontali.
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