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RESOCONTO DELLA SPEDIZIONE PRESSO L'OASI DI S.ALESSIO di F.S.D'Alba

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Messaggio Da massimo riva Lun Lug 22, 2013 9:13 pm

Ciao ragazzi,vi metto il resoconto,io lo chiamerei piu racconto,vista la Maestria dello Scrittore,della visita all'Oasi di S.Alessio da parte di Francesco.
A voi e buona visione e lettura  Very Happy 

RESOCONTO DELLA SPEDIZIONE PRESSO L'OASI DI S.ALESSIO

Il giorno 20 di luglio dell’anno 2013 lo scrivente, il suo collega e l’amico pavese F.G. hanno compiuto una spedizione nell’abitato di Sant’Alessio con Vialone, per rendere visita al Parco Faunistico Oasi di Sant’Alessio.

Il paese porta il nome composito sia per via dell’incorporazione del Comune di Vialone, sia poiché vi è stata e perdura una controversia sulla paternità del riso vialone, ovvero se la sua origine sia lombarda o veneta.

All’atto del prelievo dell’amico pavese, ideatore della spedizione, si è avuto modo di incontrare una sua gatta dal mantello tutt’affatto particolare, che allo scrivente ha ricordato immediatamente le piume dei canarini nero-bianchi veduti altrove su questa pubblicazione. Le gatte sono utili alleati dell’allevatore di pappagalli di media e grossa taglia: se avvezzate a provarne timore reverenziale, esse non attaccano l’animale, ma piuttosto rendono sicura l’area ove esso alloggia, tenendo lontani topi, ratti e finanche i mustelidi. Le gatte aiutano altresì ad evitare la proliferazione di falene o insetti nocivi per le scorte alimentari, nell’ipotesi in cui si allevi al chiuso. Ciò con il beneficio di discernere da gatta a gatta, poiché talune nutrono una predilezione per le prede aeree.

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Cionondimeno nel sempre attuale saggio scientifico di P. Leyhausen, Il comportamento dei gatti si legge “ […] i gatti si sono adattati a cacciare, più che uccelli, piccoli roditori che vivono in tane scavate nel terreno; in questo caso è vantaggioso rimanere fermi e aspettare che la preda si allontani a sufficienza dalla propria tana. (p. 35).

Per giungere al parco vedemmo ampie distese coltivate a riso, le quali presentano una colorazione assai simile a quella del petto del verdone, oppure al sottogola delle femmine di Psilopsiagon aurifrons [/i ], erano qui aironi bianchi e cenerini in gran copia, intenti a cacciare.

L’abitato di Sant’Alessio è di dimensioni ridotte, approssimandovisi da lungi si nota sin da subito il nido delle cicogne sul campanile; poiché di anno in anno gli uccelli costruiscono un nuovo nido sul precedente, esso ha raggiunto ormai una notevole altezza. Superato un fossato si entra nella corte di un castello. Qui, e per tutto il meandrico percorso si vedranno dei cartelli che indicano la direzione o contengono succinti commenti, un poco [i] à la Saknussem nel noto racconto di Verne.

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Il costo per l’accesso è pari a tredici euro per gli adulti, ma dalla seconda visita in poi durante lo stesso anno solare, si gode di una riduzione. Non è inopportuno portare con se un binocolo od un cannocchiale, in difetto viene concesso in locazione giornaliera presso la biglietteria.

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Si accede così alla zona più interna del castello, ove stanno due sculture canine di pietra ed un modello di piccolo levriere sulle scale, assai simile al vero; il pavimento è a spina di pesce in mattonelle di cotto assai strette, si esce dunque nel parco, ove alcuni Sciurus vulgaris si aggirano liberi. [Piace qui annotare che Sciurus carolinensis richiede ora documentazione CITES. Giusta il decreto del Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare in concerto con il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali[/] e con il [i]Ministro dello Sviluppo Economico[I/] del 24 dicembre 2012, entrato in vigore il 3 febbraio 2013) su tutto il territorio nazionale è vietato il commercio, l'allevamento e la detenzione di esemplari di scoiattoli delle specie: scoiattolo grigio nordamericano (Sciurus carolinensis), scoiattolo volpe (Sciurus niger) e scoiattolo di Pallas (Callosciurus erythraeus). Si tratta di specie invasive che stanno portando al grave declino del nostro [i] Sciurus vulgaris . Vi era inoltre un termine per denunciare la detenzione degli animali già detenuti alla fata di entrata in vigore del decreto presso il servizio CITES competente]

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Altro luogo ove è dato incontrare con tale facilità lo Sciurus vulgaris sono i giardini di Kew Garden (specie se si oltrepassa la serra delle Cactaceae. In cattività potevano vedersi a Pinerolo, in una voliera del parco Martinat, mentre ve ne sono alcuni vivaci esemplari nel Giardino zoologico di Ekaterinburg, appena oltrepassata la gabbia delle Martes flavigula [martora dalla gola gialla]. Queste ultime, se viene loro mostrato un copricapo, sono in grado di ghermirlo e distruggerlo all’interno della gabbia, si scrive per esperienza concreta.

Tornando a S. Alessio, oltre agli scoiattoli vi sono delle cosiddette minilepri e delle gallinelle d’acqua [Gallinula chloropus] completamente in libertà. Si raggiunge quindi un’area destinata alla refezione, presso la quale sono le voliere dei pappagalli, voliere assai ampie, con un fondo in rete sopraelevata, tra le maglie della quale cresce il bambù nano. Vi sono i Cacatua sulphurea citrinocristata , se ne vedeva solo una coppia, ma all’uscita, verso sera, ne erano apparsi altri tre. Abbastanza nascosta c’era una coppia di Cacatua leadbeateri , quindi due Cacatua alba molto avvezzi all’uomo, uno profferiva il saluto “ciao” con molteplici inflessioni di voce e diceva anche “ pappagallo l’altro pareva essere assai tranquillo e rimaneva a ridosso della rete. C’erano anche Ara ararauna in buon numero, mentre ho visto una sola Ara macao .Quindi un notevole esemplare di Bucero delle Filippine Buceros hydrocorax, all’apparenza mordace, ma confidente; si tratta di una femmina inviata dallo zoo di Manila.

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Nei pressi dei locali di mescita di bevande vi era in libertà un Cacatua moluccensis di dodici anni, sceso sui tavoli ha buttato al suolo tutti i posacenere [nel parco è vietato fumare] e poi ha cercato di aprire i bidoni dei rifiuti, collocati in maniera tale da renderglielo non possibile. In molti carezzavano l’animale, tuttavia una norma del parco vieta di toccare gli animali ivi presenti.

Il Cacatua è poi venuto al nostro tavolo e ci ha tenuto compagnia sino a quando siamo partiti per il percorso. Al principio vi erano esemplari botanici esotici quali il Mogano ( Swietenia mahagoni), Pimenta racemosa e l’Annona(Annona cherimolia). Non mi dilungherò sulle piante, per quanto ricca fosse la collezione; le schede di identificazioni erano interessanti, ma non presenti su tutti gli esemplari. Per quanto complesso possa apparire, sarebbe opportuno che nei vari parchi zoologici e naturalistici, ogni esemplare venisse identificato. Su tale questione e sull’immediatezza dell’identificazione vi fu una lunga e accesa contesa tra Ph. Miller ed il consiglio direttivo del Physic Garden a Chelsea.

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Si vedono poi Testudo marginata ed Emys orbicularis. Vi è lì dappresso un’ampia arena, ove viene data dimostrazione del volo dei rapaci notturni e diurni. Tale dimostrazione, invero assai gradita dal pubblico, è l’unico momento della visita nel quale si vedono i guardiani o addestratori insieme agli animali. A molti tale esibizione può piacere, per altri può essere meno interessante (specie per chi ha visto i rapaci in natura), comunque c’era un raduno di fotografi, che avevano macchine fotografiche di dimensioni impressionante, mentre lo scrivente era dotato di un apparecchio abbastanza risalente, di dimensione contenuta, tantoché sfigurava nel contesto. Va tuttavia detto che un animale, più che fotografato con l’apparato fotografico, va mandato a mente e se ne deve avere un’immagine mentale, rievocabile in qualsiasi momento.

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A proposito delle testuggini presenti nelle voliere degli uccelli: qualche settimana fa ho visto in un noto allevamento dell’Alessandrino due merli shama che compivano una sfida canora, entrambi a cavallo di Testudo horsfieldi e per un certo tempo si sono mossi solo sulla propria cavalcatura, compresi interamente nel cantare. Gli shama avevano anche nidificato.

Per completezza, presso il parco faunistico di Sant’Alessio: sono stati mostrati un Bubo virginianus uno Strix aluco un’ Aquila nipalensis , due poiane di Harris Parabuteo uncinatus , un gufo reale Bubo bubo e un Caracara del quale non sono però riuscito a distinguere la specie. Forse l’allocco non ha gradito l’eccessiva luce, mentre gli altri uccelli hanno regolarmente compiuto i loro voli; il caracara si comportava in modo divertente, correndo dietro l’addestratrice, mentre il gufo emetteva un verso simile ad un miagolio. Va qui notato che la legenda della voliera ove dovrebbe esserci il Gufo comune mi è sembrata errata, perché ho visto all’interno solo l’allocco.

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Terminato lo spettacolo e tagliata la strada per evitare di procedere con tutti i fotografi, abbiamo veduto dei laghetti di enormi dimensioni, ove nuotavano gli Onocrotali e varie specie di anatidi (non identificati, in quanto erano lontani), una voliera con i beccofrusoni Bombycilla garrulus , ghiandaie marine, picchi muratori, starne, upupe e pernici rosse (anche se in questa voliera non si vedevano gli animali, ma ciò è un dato del tutto positivo, che denota una ottima concezione architettonica ed una notevole attenzione agli animali, spiegherò poi perché).

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Si transitava quindi per canneti e foreste di bambù, completamente coperti da deiezioni di migliaia e migliaia di uccelli. Pareva di passare per una foresta americana prima che i piccioni migratori venissero sterminati dagli americani Ectopistes migratorius: l’ambiente ricreato è a tal punto sano ed ambìto dagli uccelli, che essi vengono ogni notte a dormirvi. Anche in Inghilterra, due secoli fa, venivano creati appositi parchi che invogliavano gli uccelli a soggiornarvi: così il giardino di Darwin e pure quello di Ch. Waterton, come narra J. Blackburn nel saggio Cavalcare il coccodrillo . L’odore non è sgradevole e la circostanza è riprova della salubrità dei luoghi.

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Sospendo qui la narrazione odierna, prima di passare alle considerazioni sulla meritevolezza architettonica della struttura, a descrivere i rimanenti animali (in gran numero) compresi quelli della zona tropicale ed infine alle conclusioni.

Segue....
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Messaggio Da massimo riva Mar Lug 23, 2013 12:57 am

Grazie Francesco per aver condiviso con noi questa tua giornata in un posto che io considero "OASI DI TRANQUILLITA".

Consiglio a quanti di voi non l'abbiano ancora fatto di andare a visitare questo piccolo Paradiso,reso ancora piu piacevole dal racconto del Caro Francesco.
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