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Il pappagallo beccogrosso in Messico

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Il pappagallo beccogrosso in Messico Empty Il pappagallo beccogrosso in Messico

Messaggio Da massimo riva Gio Gen 12, 2012 12:33 pm

Il pappagallo beccogrosso in Messico di Claudia Macias-Caballero, Ernesto C.Enkerlin-Hoeflich e Miguel Angel Cruz



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Il Pappagallo beccogrosso (Rhynchopsitta pachyrhyncha) è globalmente minacciato, nel Parrot Action Plan è stata evidenziata la necessità di interventi per la sua conservazione. Questa specie, che dipende dalle foreste di pini per nutrirsi, è considerata minacciata da molto tempo. Le popolazioni dei Pappagalli beccogrosso del Messico si sono ridotte notevolmente, principalmente a causa dell’abbattimento di grandi estensioni di foreste di pini nella Sierra Madre Occidental. La specie ha anche sofferto per le catture molto intense. I Pappagalli beccogrosso non vivono solo nelle foreste intatte, ma possono vivere anche in quelle dove è stato effettuato un abbattimento selettivo, dove sono ancora presenti degli alberi morti adatti alla nidificazione e dove non vengono catturati. Nonostante questi pappagalli siano ancora presenti in numero adeguato nelle foreste più intatte, se gli interventi per la conservazione non proseguiranno, e se non si dimostreranno efficaci, queste foreste verranno certamente abbattute (Snyder et al.1999, Enkerlin et al. 2000).

Dopo otto anni di studi (1995-2002) comprendiamo meglio la biologia e l’ecologia di questa specie, e i fattori che devono essere considerati pianificando la loro gestione e conservazione. Abbiamo ottenuto la protezione della zona più importante per la riproduzione di questa specie: la Riserva di Tutuaca (Cebadillas de Toasanachi). Da oltre 100 anni, le vecchie foreste della Sierra Madre Occidental sono state gradualmente abbattute per far posto all’agricoltura, oggi è stato stimato che sopravvive solo lo 0.06% delle foreste originarie (Lammertink et al 1996). Perciò, è necessario utilizzare delle nuove strategie per la conservazione, tra cui migliorare la qualità di vita delle popolazioni locali, per ridurre il taglio degli alberi e fornire un reddito alternativo.
Obiettivi
I nostri obiettivi si indirizzano alla struttura più vasta del Mexico Conservation Program. Per ottenere la conservazione e uno sviluppo sostenibile utilizziamo un approccio pratico e diversificato, che prende in considerazione questa specie, gli ecosistemi e il territorio. Gli obiettivi specifici includono:
-Il proseguimento degli studi sulla biologia riproduttiva e sulle esigenze ambientali della specie, tramite il monitoraggio dei tentativi riproduttivi e del loro successo nelle aree riproduttive conosciute.
-Documentare le cause della mortalità dei nidiacei.
-Documentare l’ecologia alimentare della specie, tra cui i componenti dell’alimentazione dei nidiacei durante la stagione riproduttiva.
-Partecipare ai controlli delle malattie degli uccelli selvatici
-Documentare gli spostamenti e il riutilizzo delle stesse località di alcune coppie riproduttrici che sono state traslocate nell’attuale territorio riproduttivo negli ultimi due anni.
-Continuare lo sviluppo di tecniche innovative per la conservazione basate sulla comunità, tramite progetti di pianificazione ecologica, il taglio sostenibile delle piante, e la conservazione dell’habitat.
-Integrare le informazioni biologiche di alto livello in una struttura nodello per la conservazione che utilizza le specie più carismatiche e rappresentative.

Metodi
Abbiamo un gruppo di ricerca nella Sierra Madre Occidental. La tecnica principale utilizzata dallo studio è basata sulle osservazioni in natura. Per studiare lo stato e la distribuzione dei Pappagalli beccogrosso sono state effettuate delle ricerche in situ, delle interviste e dei conteggi nei luoghi dove sostano i pappagalli, specialmente nella stagione non riproduttiva. Abbiamo monitorato i nidi attivi in tutte le zone riproduttive, utilizzando attrezzature da scalata per ispezionare i nidi e valutare lo stadio della riproduzione. Dopo la deposizione delle uova, abbiamo registrato le condizioni interne dei nidi, e misurato la larghezza e la lunghezza delle uova. Ogni uovo è stato marcato con un numero e un colore, usando della pittura atossica. Dopo la schiusa delle uova, abbiamo registrato i pesi, le misure e le condizioni delle penne dei nidiacei ogni 7 giorni, o ogni 15 giorni nei nidi più difficilmente accessibili. Il rapporto tra il buon esito riproduttivo e la maturità delle foreste è stato analizzato da diversi punti di vista: la taglia degli alberi che contengono i nidi, il tasso di crescita dei giovani pappagalli, il tasso di alimentazione nei nidi in rapporto alle caratteristiche di determinate aree di foresta e le estensioni dei territori utilizzati dalle coppie riproduttrici per nutrirsi. Gli effetti della riproduzione sulla salute sono stati controllati effettuando sui nidiacei e sugli adulti delle analisi per individuare malattie o parassiti.
Risultati e discussione
Come negli anni precedenti, prima dell’inizio della stagione riproduttiva abbiamo disinfestato quasi 40 nidi per eliminare i parassiti e ridurre la mortalità dei nidiacei. Da Luglio a Ottobre 2002 il nostro gruppo a Chihuahua ha studiato la stagione riproduttiva dei Pappagalli beccogrosso, documentando i parametri della riproduttività della specie, il numero di nidi attivi nella stagione 2002, la produzione annuale e il tasso di successo.

Produttività e successo
Abbiamo monitorato 33 nidi accessibili che contenevano uova, 21 a Madera, 5 a Bisaloachi, 5 a San Juanito e 2 a Mesa de las Guacamayas. Tuttavia non è stato possibile ispezionarli tutti a causa della fragilità dei tronchi. Le informazioni sulle variabili riproduttive sono state ottenute da 33 nidiate situate in nidi accessibili (Figura 1). Di queste, 10 sono completamente fallite e 23 hanno avuto successo, per un tasso totale di riuscita del 87%. Il numero delle uova deposte variava da una a sei, anche se la maggior parte delle deposizioni (il 48.48%) era di tre uova. Il 39.9% era costituito da deposizioni di due e quattro uova, e il 12.12% da deposizioni di una e sei uova.Non sono state osservate deposizioni di cinque uova.
Questa stagione sono state deposte 93 uova. I due nidi ispezionati a Mesa de las Guacamayas hanno avuto un buon esito, e contenevano una media di 3 nidiacei l’uno. Nessuno dei 5 nidi a Bisaloachi è fallito, ma un uovo non si è schiuso ed un nidiaceo è morto per cause sconosciute. La media riproduttiva di Bisaloachi è stata di 2.4 nidiacei per nido, la stessa di San Juanito. La riuscita dei nidi di Madera è stata del 85.7% con una media di 2.2 nidiacei per nido.
Nella stagione 2002, la media dei giovani pappagalli che ha lasciato il nido è stata di 1.6 per nido, come negli anni precedenti. Dei parametri simili sono stati riscontrati nella media delle deposizioni, nella percentuale delle uova che si sono schiuse e nella misura delle nidiate (Monterrubio et al 2002).
La percentuale di giovani che hanno lasciato il nido è stata minore della media dell’anno precedente (70). E’ necessario che continuiamo a monitorare le attività riproduttive e la produttività per documentare le tendenze della popolazione. Abbiamo anche individuato nella predazione dei mammiferi la causa principale della morte dei nidiacei.

Traslocazione sperimentale
Nella stagione 2002 non è stato possibile traslocare delle coppie, principalmente perché gli esemplari catturati avevano un peso considerevolmente più basso di quello necessario per trasportare i trasmettitori radio (380 gr.). Tuttavia, negli anni passati abbiamo effettuato delle traslocazioni di esemplari selvatici per tentare di reintrodurre la specie in Arizona e nel New Mexico, dove un tempo era presente.
Nel 2000, abbiamo effettuato una traslocazione sperimentale di due coppie dall’area riproduttiva più meridionale a quella più settentrionale. Le coppie traslocate sono rimaste nella zona dove erano state inserite, hanno scelto dei nidi ed hanno allevato con successo dei piccoli (due). Tuttavia, l’anno successivo (2001), abbiamo monitorato queste coppie alle quali erano stati applicati dei trasmettitori radio, ed abbiamo scoperto che erano tornate nei loro territori originari, hanno scelto dei nuovi nidi e si sono riprodotte con successo. Questi risultati ci fanno pensare che una traslocazione di esemplari selvatici dal Messico potrebbe essere una strategia di successo per ristabilire la specie nei suoi territori originari negli USA. I tentativi di reintroduzione in natura non hanno avuto successo, nonostante le grandi somme spese nei vari progetti. APC ha determinato che l’unico modo per reintrodurre la specie nei suoi territori originari negli Stati Uniti, potrebbe essere la traslocazione di esemplari sani dal Messico.
Disponibilità di cibo
A causa dei limiti logistici, nel corso di questo studio non è stata svolta un’analisi sistematica dei pinoli disponibili, anche se è stata effettuata una valutazione qualitativa, su basi irregolari, sulla disponibilità di cibo e sul comportamento alimentare. Negli anni 19995, 1997, 1998 e 2001 sono stati osservati diversi stormi di pappagalli (un minimo di tre al giorno) che si nutrivano su grandi Durango (Pinus durangensis) e pini bianchi (Pinus ayacahuite) nelle aree di studio di Cebadillas- Piceas, e Madera. Mentre negli anni 1996, 1999 e 2000 la disponibilità di pigne doveva essere limitata, perché non sono stati osservati stormi di Pappagallo beccogrosso nelle aree di studio.

Analisi per le malattie
Nella stagione riproduttiva del 2000 abbiamo raccolto dei campioni fecali dei nidiacei, come parte del progetto di collaborazione guidato da Nadine Lamberski del Riverbanks Zoological Park & Botanical Garden. Sta studiando le malattie dei Pappagalli beccogrosso in natura e in cattività negli USA e in Messico.

Implicazioni per la gestione e la conservazione
Per esplorare nuove possibilità di cooperazione e per proteggere delle aree importanti, abbiamo interagito con gli abitanti locali. Grazie alla sinergia generata dalla cooperazione tra diverse associazioni non governative, siamo stati in grado di proteggere la più importante area riproduttiva: Tuatuaca, rendendola una riserva. Stiamo cercando di proteggere degli altri siti importanti per questa specie, secondo gli obiettivi proposti dal Priority Species Recovery Project (Proyecto de Recuperación de Especies Prioritarias) del governo messicano (Semarnap 2000). Tra queste aree c’è Madera, l’unico luogo dove i pappagalli nidificano nei pioppi, e Mesa de las Guacamayas, l’area di nidificazione più settentrionale. Considerando l’importanza di Madera per i Pappagalli beccogrosso, abbiamo elaborato un Justification Technical Study per rendere Madera un’area protetta. Il 27 Novembre 2002 il Mexican National Official Diary ha pubblicato una notifica indirizzata al pubblico sui risultati degli studi, che giustificano l’emissione di un decreto per dichiarare Madera un santuario di 2.800 ettari.

Abbiamo partecipato a diversi incontri con collaboratori e partecipanti al progetto, come Sierra Madre Alliance, Naturalia, The Wildlands Project, Unidos para la Conservación, Pronatura Noreste, Chihuahua Government Tourism Secretary, Chihuahua Government Ecological Secretary, per elaborare e sviluppare dei progetti congiunti nella Sierra Madre Occidental.

Attività future
Stiamo cercando delle strategie alternative per la conservazione di aree importanti, come dei vincoli ecologici, nuove pianificazioni per le attività forestali e l’applicazione di metodi sostenibili per la gestione degli ecosistemi. Queste attività aumenteranno il valore delle foreste per gli abitanti locali, forniranno delle reali alternative economiche, miglioreranno le tecniche per l’agricoltura, eviteranno la perdita del suolo e la degradazione, potranno prevenire gli incendi e al tempo stesso ridurranno la dipendenza delle comunità locali dal taglio del legname.
Vogliamo integrare la Mesa de las Guacamayas nel progetto per creare una Riserva Biosfera a Janos. Collaboreremo attivamente con le autorità e altre istituzioni interessate a conservare queste aree importanti. Continueremo anche a monitorare le attività riproduttive, la produttività e la tendenza delle popolazioni dei Pappagalli beccogrosso, e manterremo i contatti con gli abitanti locali per la conservazione di questa specie. Continueremo le attività sul campo per controllare i parassiti nei nidi, le valutazioni sulle malattie e per determinare gli spostamenti migratori tramite la telemetria, in modo da poter applicare il programma di traslocazione dei Pappagalli beccogrosso.
Saranno necessarie delle ricerche sulle zone di svernamento. Abbiamo pochissime conoscenze sulle abitudini e sulle esigenze invernali della specie. Nelle montagne della Sierra Madre Occidental esistono poche aree potenziali per lo svernamento, perciò dobbiamo determinare quali sono quelle cruciali per la conservazione del Pappagallo beccogrosso. Dobbiamo anche terminare la costruzione dei bungalows per l’ecoturismo nella Tutuaca Forest Reserve e raccogliere dei finanziamenti
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