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Lo storno Sturnus vulgaris
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Lo storno Sturnus vulgaris
Lo storno Sturnus vulgaris
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Lo Storno (Sturnus vulgaris, Linnaeus 1758) è un uccello dell'ordine dei passeriformi.
Aspetti morfologici
Lo storno è lungo circa 20-23 cm, ha un'apertura alare di circa 35-40 cm e pesa circa 70-90 g. Il suo piumaggio in estate è nero lucente con riflessi violacei e verdi con le punte delle piume bianche, mentre in inverno il nero diventa meno brillante e i riflessi si attenuano. Il becco è aguzzo, giallognolo in estate, bruno in inverno, le zampe sono rossastre, la coda corta. L'unico carattere che differenzia i sessi è una macchia sulla base del becco che è azzurra nei maschi, rossastra nelle femmine.
Ne esiste anche una variante rosa (storno rosa) molto rara e selezionata dall'uomo.
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Distribuzione e habitat
Lo storno è originario dell'Eurasia e dell'Africa settentrionale, ma è stato portato dall'uomo anche in Nordamerica e Australia dove, grazie alla sua adattabilità, si è ambientato perfettamente. In Italia i primi avvistamenti di storno risalgono alla fine dell'Ottocento in Friuli[senza fonte] e da allora la sua espansione non ha subito battute d'arresto, se si pensa che secondo alcune fonti oggi in Italia svernerebbero più di un milione di coppie. Vive nelle campagne ma anche nelle città e nei villaggi. Durante l'estate predilige luoghi che presentino cavità per nidificare. È stato inserita nell'Elenco delle 100 specie aliene più dannose del mondo.
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Biologia
È un uccello molto gregario e si riunisce in stormi che possono contare diverse centinaia di individui. Dopo aver trascorso l'intera giornata nei campi o nei parchi alla ricerca di cibo, la sera i gruppi di storni si dirigono verso i "dormitori", costituiti da canneti o gruppi di alberi, dove, prima di trascorrere la notte, si contendono chiassosamente le postazioni migliori.
Talvolta gli stormi di questi uccelli vengono attaccati dal falco pellegrino dal quale si difendono con straordinarie evoluzioni di gruppo che disorientano il predatore e che curiosamente ricordano le strategie difensive dei banchi di pesci.
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Cibo e alimentazione
Si nutre di insetti che cerca razzolando nel terreno, frutta come fichi, nespole, ciliegie, e olive, semi e talvolta di piccoli vertebrati.
Riproduzione
Lo storno effettua spesso più di una covata all'anno, per lo più 3. Costruisce il nido nelle cavità naturali degli alberi o delle rocce o artificiali (tetti, grondaie, cornicioni). La femmina depone 4-9 uova azzurre che cova insieme al partner per un paio di settimane. Dopo una ventina di giorni dalla nascita, i giovani storni abbandonano il nido.
Nelle popolazione di storni è possibile osservare un particolare comportamento, il fenomeno del parassitismo di covata intraspecifico; le femmine depongono facoltativamente delle uova nei nidi custoditi da altre femmine della stessa specie, un espediente che probabilmente ha lo scopo di aumentare la produzione di uova
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Migrazioni
Lo storno è un uccello che non può essere definito né migratore, né stanziale, perlomeno in Italia. Infatti alcune popolazioni svernano nelle regioni dell'Italia meridionale per poi migrare nelle regioni settentrionali ai primi caldi, altre popolazioni sono stanziali.
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Relazioni con l'uomo
Lo storno è considerato un uccello nocivo per le coltivazioni di frutta e olive e per le semine perché grandi stormi di questi volatili possono distruggere interi raccolti.
Ciononostante, in Italia ed in molti paesi europei, lo Storno è un uccello protetto. Inoltre studi recenti hanno dimostrato come le feci di storno, presenti in grosse quantità nei centri urbani (soprattutto sotto gli alberi scelti come dormitori), possano favorire la diffusione di alcune malattie micetiche, protozoarie, virali, parassitarie e batteriche.
Per questi motivi sono in corso dei piani di controllo per limitare il numero di questi volatili soprattutto in prossimità delle città.
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Possibili confusioni con specie simili
Lo storno, che nel Veneto e in Friuli viene comunemente conosciuto come "storlino", può essere confuso con il merlo da osservatori poco attenti anche perché i due uccelli frequentano gli stessi habitat cittadini. Si distingue dal merlo per:
il piumaggio iridescente anziché nero (nel maschio del merlo) o bruno (nella femmina);
le ali triangolari e più corte;
la coda più corta;
a terra cammina mentre il merlo per lo più saltella;
è molto più sociale.
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Lo Storno (Sturnus vulgaris, Linnaeus 1758) è un uccello dell'ordine dei passeriformi.
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Lo storno è lungo circa 20-23 cm, ha un'apertura alare di circa 35-40 cm e pesa circa 70-90 g. Il suo piumaggio in estate è nero lucente con riflessi violacei e verdi con le punte delle piume bianche, mentre in inverno il nero diventa meno brillante e i riflessi si attenuano. Il becco è aguzzo, giallognolo in estate, bruno in inverno, le zampe sono rossastre, la coda corta. L'unico carattere che differenzia i sessi è una macchia sulla base del becco che è azzurra nei maschi, rossastra nelle femmine.
Ne esiste anche una variante rosa (storno rosa) molto rara e selezionata dall'uomo.
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Distribuzione e habitat
Lo storno è originario dell'Eurasia e dell'Africa settentrionale, ma è stato portato dall'uomo anche in Nordamerica e Australia dove, grazie alla sua adattabilità, si è ambientato perfettamente. In Italia i primi avvistamenti di storno risalgono alla fine dell'Ottocento in Friuli[senza fonte] e da allora la sua espansione non ha subito battute d'arresto, se si pensa che secondo alcune fonti oggi in Italia svernerebbero più di un milione di coppie. Vive nelle campagne ma anche nelle città e nei villaggi. Durante l'estate predilige luoghi che presentino cavità per nidificare. È stato inserita nell'Elenco delle 100 specie aliene più dannose del mondo.
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È un uccello molto gregario e si riunisce in stormi che possono contare diverse centinaia di individui. Dopo aver trascorso l'intera giornata nei campi o nei parchi alla ricerca di cibo, la sera i gruppi di storni si dirigono verso i "dormitori", costituiti da canneti o gruppi di alberi, dove, prima di trascorrere la notte, si contendono chiassosamente le postazioni migliori.
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Cibo e alimentazione
Si nutre di insetti che cerca razzolando nel terreno, frutta come fichi, nespole, ciliegie, e olive, semi e talvolta di piccoli vertebrati.
Riproduzione
Lo storno effettua spesso più di una covata all'anno, per lo più 3. Costruisce il nido nelle cavità naturali degli alberi o delle rocce o artificiali (tetti, grondaie, cornicioni). La femmina depone 4-9 uova azzurre che cova insieme al partner per un paio di settimane. Dopo una ventina di giorni dalla nascita, i giovani storni abbandonano il nido.
Nelle popolazione di storni è possibile osservare un particolare comportamento, il fenomeno del parassitismo di covata intraspecifico; le femmine depongono facoltativamente delle uova nei nidi custoditi da altre femmine della stessa specie, un espediente che probabilmente ha lo scopo di aumentare la produzione di uova
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Migrazioni
Lo storno è un uccello che non può essere definito né migratore, né stanziale, perlomeno in Italia. Infatti alcune popolazioni svernano nelle regioni dell'Italia meridionale per poi migrare nelle regioni settentrionali ai primi caldi, altre popolazioni sono stanziali.
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Lo storno è considerato un uccello nocivo per le coltivazioni di frutta e olive e per le semine perché grandi stormi di questi volatili possono distruggere interi raccolti.
Ciononostante, in Italia ed in molti paesi europei, lo Storno è un uccello protetto. Inoltre studi recenti hanno dimostrato come le feci di storno, presenti in grosse quantità nei centri urbani (soprattutto sotto gli alberi scelti come dormitori), possano favorire la diffusione di alcune malattie micetiche, protozoarie, virali, parassitarie e batteriche.
Per questi motivi sono in corso dei piani di controllo per limitare il numero di questi volatili soprattutto in prossimità delle città.
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Lo storno, che nel Veneto e in Friuli viene comunemente conosciuto come "storlino", può essere confuso con il merlo da osservatori poco attenti anche perché i due uccelli frequentano gli stessi habitat cittadini. Si distingue dal merlo per:
il piumaggio iridescente anziché nero (nel maschio del merlo) o bruno (nella femmina);
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