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la tratta di sola andata degli uccellini dalla testa schiacciata

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la tratta di sola andata degli uccellini dalla testa schiacciata Empty la tratta di sola andata degli uccellini dalla testa schiacciata

Messaggio Da davide c Dom Gen 15, 2012 10:39 am

Reggio Calabria – Brescia: la tratta di sola andata degli uccellini dalla testa schiacciata (fotogallery)
Il cardellino con l'occhio cucito, forse potrà tornare a vedere.
di Giovanni Guadagna | 06 gennaio 2012
GEAPRESS – E’ sicuramente nel bresciano il principale cliente al quale i due bracconieri di Reggio Calabria inviavano gli uccellini catturati e uccisi per schiacciamento della testa. Non è escluso, tra l’altro, che fosse proprio il cliente a venirsi a rifornire in loco. Ma vi è molto altro ancora dietro la denuncia dei due uccellatori di Pellaro, frazione di Reggio Calabria, a sud del capoluogo.

Ieri la Guardia di Finanza, Gruppo di Reggio Calabria, aveva comunicato l’esito del maxi sequestro (vedi articolo, foto e video GeaPress). Cardellini maschi lasciati in vita per il mercato illegale degli uccelli canori e femmine della stessa specie, oltre a numerosi verzellini, uccisi per rifonire una delle iettature nazionali del grande mondo del bracconaggio italiano: la polenta ed osei.

Noto anche il luogo dove i due andavano ad uccellare. Un uliveto nei pressi della strada statale in prossimità del torrente Colello. Confermata anche la tecnica della pasturazione nei giorni antecedenti alla cattura. Il terreno, cioè, veniva abbondantemente cosparso di cibo per attirare gli uccelli. Un fatto insolito per il sud Italia, dove l’uccellatore non usa postazioni stabili dove sistemare le reti.

Poi lo schiacciamento della testa. Non solo per i poveri verzellini rinvenuti già morti nel potente SUV dei due uccellatori, ma anche per le centinaia di altri uccelletti trovati nel congelatore di casa di uno dei due bracconieri. Tutti con il cranio frantumato dalla morsa delle dita della mano. Gente ignorante, priva di scupoli e niente affatto pentita, si dice in ambiente inquirente. I bracconieri, però, erano anche un poco bamboccioni, visto che entrambi vivevano ancora a casa dei genitori, nonostante non fossero esattamente degli adolescenti (trenta e quaranta anni). Ufficialmente disoccupati, ma i soldi non mancavano. Hanno avuto dei lavori non disonesti. Uno in una ditta di pulizie dei treni, l’altro presso la falegnameria del padre, ora chiusa.

Entrambi, poi, sono stati cacciatori. Almeno fino al 2007 quando gli venne ritirato il porto d’armi perchè scoperti a falsificare gli attestati di pagamento delle tasse venatorie. Non per reati venatori, dunque. In tal caso non sarebbe stata preclusa l’attività di caccia, visto che l’incredibile permissivismo venatorio italiano consente anche di potere uccidere in due diversi eventi specie protette prima di avere solo sospeso il porto d’armi. Anche nel caso di reati venatori più gravi, che prevedono la revoca del porto d’armi, bisogna prima attendere la condanna definitiva (se mai arriverà) o il decreto penale di condanna divenuto esecutivo. Nessun reale significato per le previsioni di arresto. Sono tutte molto al di sotto della soglia di punibilità.

IL CARDELLINO CON L’OCCHIO CUCITO
Sta meglio il cardellino con l’occhio infetto al quale i bracconieri avevano cucito le palpebre. Ieri, il Veterinario del Centro Recupero Fauna Selvatica “Stretto di Messina”, ha tolto i punti di sutura (vedi foto di copertina) e pulito l’occhio. Il tentativo di bruciatura potrebbe non essere andato in porto e dal Centro dichiarano che forse la vista non è del tutto persa.

“Non è possible sciogliere la prognosi – ha dichiarato a GeaPress Anna Giordano, Responsabile del WWF e del Centro gestito dall’Associazione Mediterranea per la Natura – ma assicuro che il Cardellino al quale avevano cucito l’occhio è un sorvegliato particolare. Il nostro veterinario ha disposto la terapia antibiotica e faremo di tutto per poterlo liberare assieme agli altri uccellini pervenuti da Reggio Calabria [ndr il Centro si trova nelle alture di Messina]“.

Non è semplice riuscire a parlare con Anna Giordano. In questo perido sono arrivati molti animali e la nostra chiaccherata ha una “interferenza” insolita. Un Falco pecchiaiolo reclama il cibo.

“E’ irrecuperabile – ci spiega Anna Giordano – la fucilata gli ha distrutto l’ala e non potrà più tornare a volare. Rimarrà con noi. Speriamo per il cardellino, sarebbe molto bello farlo tornare in natura“.

Poi, nel sequestro di Reggio Calabria, c’erano i Verzellini “imbracati”. A Napoli li chiamano “incamiciati”. Sono gli zimbelli (ovvero i richiami per altri selvatici) ai quali è stata avvolta una cordicella attorno alle ali ed alle zampine. Strattonati dai bracconieri emetteranno un lamento che farà così avvicinare altri uccellini. Anche a loro è stata tolta l’imbracatura (vedi fotogallery) e appena possibile, torneranno in natura.

“Per ora non se parla – dice Anna Giordano – sono previsti giorni di freddo. Devono riprendersi e appena il clima sarà più mite, torneranno liberi“.

Ma dove vanno a finire i cardellini siciliani e calabresi?
“Di sicuro a Malta – ci spiega la Responsabile del Centro – ma sono note le bande della polenta e osei. Bresciani, ma anche veneti. Non è la prima volta, anche se fino ad ora era risaputo dei cacciatori di alcune provincie del nord Italia che arrivano forniti di congelatori e fucileria“.

Intanto, per i due pericolosi bracconieri bamboccioni, niente affatto pentiti, la denuncia a piede libero. La legge non prevede altro, ma almeno c’è una consolazione. La Guardia di Finanza di Reggio Calabria, gli ha contestato il reato di furto al patrimonio indisponibile dello Stato. Se fossero stati ancora cacciatori questo sarebbe stato impossibile. La legge sulla caccia ha precluso l’applicabilità del reato di furto per i seguaci di Diana. Per fortuna non avevano pagato le tasse …

© Copyright GeaPress

http://www.geapress.org/caccia/reggio-calabria-%E2%80%93-brescia-la-tratta-di-sola-andata-degli-uccellini-dalla-testa-schiacciata-fotogallery/22941
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Messaggio Da bobo Dom Gen 15, 2012 10:48 am

affraid affraid affraid sono esterrefatto dall'ignoranza-crudelta di queste persone spero vivamente che sia fatta giustizia...... grazie Davide dell'articolo ciao
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Messaggio Da davide c Dom Gen 15, 2012 10:52 am

Purtroppo ci sarebbe da aprire una pagina senza fine su questi articoli,il peggio e che la pagano sempre e solo i poveri uccelli!!
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Messaggio Da massimo riva Dom Gen 15, 2012 10:55 am

Quando l'ignoranza è peggio della cattiveria....farei a loro lo stesso trattamento ma nelle parti basse....
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Messaggio Da guanda80 Dom Gen 15, 2012 5:28 pm

gran pochi commenti si possono fare....è una cosa senza senso...
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la tratta di sola andata degli uccellini dalla testa schiacciata Empty Reggio Calabria: occhi cuciti e teste schiacciate.........

Messaggio Da davide c Dom Feb 12, 2012 3:14 pm

L'ombra della polenta e osei dietro il maxi sequestro di uccelli protetti operato dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria.
di Giovanni Guadagna | 05 gennaio 2012
GEAPRESS – Un’operazione meticolosa, quella della Guardia di Finanza del Gruppo di Reggio Calabria, che ha portato lo scorso due gennaio (la notizia è stata diffusa oggi) al maxi sequestro di centinaia di uccelli protetti dalla legge e in massima parte rinvenuti morti. Due bracconieri di professione, affermano alla Guardia di Finanza. Entrambi di Pellaro, frazione di Reggio Calabria a sud del capoluogo. Disoccupati, ma con un potente SUV. Fermati nel corso di un posto di blocco operato dalla Finanza a Bocale, nei pressi del torrente Colello.

Il posto di blocco, non a caso, era stato predisposto ad ora di pranzo. La Finanza sa bene che a quell’ora i malviventi si sentono meno controllati. Le cose, però, sono andate diversamente. Dal SUV scendono due personaggi. Un trentenne ed un quarantenne di Pellaro. Sono vestiti di tutto punto come per andare a caccia, ma non sono cacciatori. Hanno però precedenti specifici, legati in qualche maniera al mondo venatorio. Uno dei due è un uomo mastodontico. Nonostante ciò, anche lui si mostra nervoso, quasi pauroso. Quando i Finanzieri iniziano la perquisizione del grosso SUV, rinvengono trenta verzellini. Si tratta di un fringillide protetto dalla legge. Sono stati tutti uccisi per schiacciamento della testa. Schizzi di sangue, pezzi di cervello disseminati tra i corpicini.

E’ questo un fatto insolito. Nel sud Italia non vi è una tradizione di cattura di piccoli uccelli se non quella (molto diffusa) del mercato illegale dei canori. Raramente questi uccelli vengono mangiati e nessun piatto tipico è a base di uccellini. Cosa diversa rispetto ad alcune province del nord Italia con più specifiche e forti tradizioni venatorie. In questi casi, più volte, il Corpo Forestale dello Stato ha sequestrato piccoli uccelli ai quali era stata schiacciata la testa, come la cassa toracica.

Poi, sempre dentro il SUV, un verzellino in gabbietta singola. E’ lo zimbello, ovvero adibito alla cattura di altri uccelletti selvatici. Venti metri quadrati di rete e abbondante mangime. La presenza di così tanto alimento, è un’altra anomalia nel panorama dei bracconieri del sud Italia. Gli uccellatori, infatti, non pasturano nel luogo dove poi vanno ad uccellare. In questo caso, probabilmente, le cose andavano in maniera diversa. Il luogo dove veniva piazzata la rete, cioè, doveva essere frequentato già nei giorni antecedenti, con abbondante spargimento di mangime. Gli animali selvatici vengono così abituati al posto, e quando gli uccellatori sistemano la trappola e ripongono nuovo mangime, il gioco è fatto. Un’abitudine, quella di rendere appetibile un’intera area, più tipica degli appostamenti fissi del nord Italia, che non degli uccellatori del sud, di fatto erratici.

I due bracconieri si difendono. Sostengono che non dovevano rifornire nessuno e che gli animali morti servivano loro per mangiare. Stranamente, però, il bottino non veniva suddiviso, ma risultava tutto consegnato solo presso casa di uno dei due uccellatori. Nel corso delle perquisizioni domiciliari, infatti, veniva rinvenuto presso la casa di uno dei due (oltre ad abbondante mangime ed attrezzi di uccellagione), un congelatore contenente i corpicini di 770 verzellini, 123 cardellini, 3 pettirossi e 29 fringuelli. Poi 48 fringillidi vivi: 45 cardellini e 3 verzellini. La Guardia di Finanza provvedeva a questo punto ad avvisare il Centro Recupero Fauna Selvatica “Stretto di Messina”, dell’Azienda Regionale Foreste Demaniali della Regione siciliana e gestito dagli esperti dell’Associazione Mediterranea per la Natura. Il Centro si trova a Colle San Rizzo, nelle alture dei Peloritani alle spalle della città di Messina. “Occorre il vostro aiuto, lo spettacolo è raccapricciante”, avvertono i Finanzieri.

Tre verzellini ed un cardellino sono imbracati, ovvero avvolti da una cordicella che li stringe sotto le ali e tra le zampine. Occorrono in tale maniera per essere sistemati nella trappola a rete. L’uccellatore tira l’altra estremità della cordicella. Loro, i poveri zimbelli, una volta strattonati, emettono suoni di dolore che attirano altri malcapitati animali. Poi la scatto della trappola. Molti muoiono al momento. Vengono subito eliminati. Le femmine, se non muoiono, ritornano libere. Non cantano, perciò non servono. I due bracconieri di Reggio Calabria, invece, conservavano anche i cardellini morti.

I Finanzieri, vengono però attirati in modo particolare da un cardellino. Ha un occhio strano. Dalla visita veterinaria emerge la triste realtà. Il cardellino è stato accecato, probabilmente con un chiodo rovente. Un tradizione frutto di ignoranza e crudeltà afferma che un animale al buio canta meglio. Recentemente c’è stato un altro caso. In provincia di Salerno; a scoprirlo sono state le Guardie del WWF (vedi articolo GeaPress). L’occhio accecato, però, al povero cardellino di Reggio Calabria aveva fatto infezione. Subito la soluzione, tanto a soffrire non sono i bracconieri. Loro sono solo disoccupati ma con un potente SUV. Il cardellino era stato cucito. Avete capito bene. Hanno preso ago e filo e hanno chiuso l’occhio.

Scene di ordinario orrore per le quali la legge italiana si presenta del tutto impreparata, sia sotto il profilo dei reati di uccisione e maltrattamento di animali che per i reati venatori. In quest’ultimo caso, ridicole ammende ed insignificanti pene di arresto, ben al di sotto della soglia di punibilità. La mancata punibilità, nel caso della reclusione, vale anche per i reati delitti di cui al maltrattamento ed uccisione. Anche la loro pena reclusiva è al di sotto della soglia di punibilità. Per l’uccisione, poi, non è neanche prevista una sanzione pecuniaria.

Ma a cosa servivano tutti questi uccellini? Mercato degli uccellatori senz’altro. Uccellini vivi, però, e comunque non verzellini.

Gli inquirenti ne sono convinti. Come già successo in altri casi dove sono stati trovati i collegamenti. L’unico mercato disponibile ad acquistare a caro prezzo fringillidi morti è quello del nord Italia. E’ il mercato della polenta e osei.

“Molti degli uccellini sono incredibilmente smagriti – ha dichiarato a GeaPress Deborah Ricciardi Responsabile del Centro di Colle San Rizzo – Per ora hanno bisogno di riprendersi, e per questo sono sotto particolare osservazione. Verranno poi trasferiti in un’area esterna in attesa della liberazione. Questo – ha aggiunto Deborah Ricciardi – è il momento più bello che ci gratifica di tanti sforzi“.

Libertà per tutti, ma non per uno. L’uccellino accecato. Se sopravvivrà all’infezione, con un occhio per sempre spento non potrà più tornare libero.

I due bracconieri di Pellaro sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza per furto al patrimonio indisponibile dello Stato e per i reati venatori tra cui quello di uccellagione. Piccolo particolare. Se avessero avuto la licenza di caccia, non sarebbe stato possibile contestare il reato di furto. E’ stato graziosamente escluso per i cacciatori colti in atti di bracconaggio.

VEDI FOTOGALLERY;VEDI VIDEO:
http://www.geapress.org/caccia/reggio-calabria-occhi-cuciti-e-teste-schiacciate-video-e-foto/22916
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