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AGAPORNIS CANUS: esperienza d'allevamento di L. Bernardis
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AGAPORNIS CANUS: esperienza d'allevamento di L. Bernardis
Premessa
L’Agapornis canus, assieme al Crociere (Loxia curvirostra), è la nota dolente delle mie esperienze allevatorie amatoriali, in quanto i risultati finali non mi hanno mai soddisfatto e seppur conscio delle cause più probabili di ciò, mi è sempre rimasto il rimpianto di non aver potuto verificarle pienamente per la mia mancanza (cronica) di adeguati spazi ed alloggiamenti adatti alla specie e che a mio parere avrebbero potuto giocare un ruolo importante e risolutivo nell’iter riproduttivo degli esemplari in mio possesso.
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Esperienza
Fin da subito ero rimasto affascinato dall’A. canus in quanto il maschio è stupendo a mio parere e la femmina anche se non appariscente ha un aspetto particolare, ma la difficoltosa ricerca di coppie disponibili all’inizio mi ha un po’ frenato, anche perché ho mancato per un soffio l’opportunità di entrare in possesso di alcune coppie che un famoso allevatore di A. canus cedeva (all’epoca) per dedicarsi ad altre specie. Comunque alla fine sono riuscito ad assemblare 3 coppie di varia provenienza, che sinceramente non mi soddisfacevano appieno, ma tant’è……..quella era la disponibilità al momento!
I problemi sono cominciati da subito, in quanto due coppie non volevano saperne di mangiare null’altro che un miscuglio di semi “leggero” e qualche spiga di panico: niente verdura, né pastoncini, né frutta, ecc…niente di niente! Mi chiesi subito come avrebbero fatto a svezzare eventuali loro pullus! Altro grosso problema, comune però a tutte le coppie, era l’intrattabilità e la forasticità delle femmine, veramente al limite della sopportazione.
Alloggiati gli esemplari (in coppia) in gabbie da 60, mi dedicai per mesi al loro ambientamento sia locale che alimentare arrivando infine ad un accettabile risultato (ma pur sempre parziale) e quindi posizionai i nidi sperando in buone nuove. Dopo circa 20 giorni due coppie deposero 3 e 4 uova di cui 2 fertili a nido, la terza coppia non depose né allora né mai nel mio allevamento, anche se provai di tutto per ben disporla. Cmq dopo una cova normale ma impossibile da verificare e da seguire a causa del caratterino della femmina (quasi da subito non ho più fatto visite al nido per paura che rompesse le uova, soffiando e saltando di qua e di là) le uova si schiusero e nacquero 4 bei pullus. Qui iniziò la vera parte difficile della mia esperienza: dopo i primi giorni le femmine non alimentavano più i piccoli, nonostante avessero a disposizione tutti gli alimenti possibili che mi erano venuti in mente. Sono stato quindi costretto a fornire ai pullus una alimentazione a mano, ma dopo circa 12-13 giorni sono deceduti uno dopo l’altro.
Patologie varie? Dagli esami ed analisi effettuati nessuna patologia era presente!
Questo iter disastroso si è ripetuto anche nelle cove successive ed allora ho anche provato a mettere a balia i pullus nati presso altre specie ma senza risultato, finchè ho deciso di interrompere questa esperienza di allevamento negativa anche per non nuocere alla salute delle coppie: oramai era chiaro che da me non si sarebbero riprodotte compiutamente, nonostante i miei sforzi.
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Considerazioni
Riflettendo sui fatti e sul loro svolgersi ed assodato che le mie non erano certamente coppie “al top”, che il locale d’allevamento non era pienamente adatto e mettiamoci pure la scarsità di informazioni al riguardo, sono giunto a queste conclusioni:
- partire con coppie “giuste” è imperativo per un buon proseguio nell’allevamento di questa specie.
- l’ambiente è fondamentale: l’allevamento in gabbia non si addice, molto meglio in voliera/volieretta come ho potuto verificare poi presso altri allevatori.
- la promiscuità nel locale con altre specie di Agapornis è un elemento nocivo di disturbo da non sottovalutare.
- esemplari abituati a cibarsi di alimenti vari sono senz’altro da preferirsi in ottica futura (svezzamento pullus).
- come sospettavo questa specie nel periodo svezzamento pullus diventa parzialmente insettivora e di questo ho avuto conferma anche da altre esperienze di allevamento.
- i maschi non danno grossi problemi, ma il comportamento difficile delle femmine complica di molto l’allevamento degli A. canus: è necessario trovare un rimedio a ciò.
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Conclusioni
L’A. canus lo considero meritevole di un più diffuso allevamento, ma mi rendo conto che non è facile reperire esemplari/coppie ad hoc. Ci sarebbe bisogno che un paio di bravi e capaci allevatori con ambienti adatti e buoni esemplari, si dedicassero esclusivamente a questa specie selezionando ceppi buoni e consolidati onde ovviare alle caratteristiche negative che attualmente sono presenti. Questo per poter mettere a disposizione degli appassionati coppie giovani non consanguinee ed anche meno problematiche per la diffusione della specie, che negli ultimi anni ha avuto un decremento significativo di presenze negli allevamenti amatoriali. In quanto la suddetta difficoltà riproduttiva, a volte dovuta anche a problemi sanitari (portatori sani di patologie), ma più spesso per problemi intrinsechi della specie stessa, stà spingendo l’A. canus verso una “brutta china” da cui già ora sarà difficile risollevarlo. Ricordiamoci anche che il loro prelievo in natura non è più permesso (giustamente) e quindi bisogna “lavorare sodo” con gli esemplari a disposizione oggi negli allevamenti in Europa, che dovrebbero permettere ancora (numericamente) di ottenere soddisfacenti risultati riproduttivi. In questo caso però il blocco della cattura di esemplari in natura di questa specie, che secondo la recente classificazione IUCN è da considerarsi di "Minima preoccupazione - LC", si stà rivelando un'arma a doppio taglio impedendo di fatto il rinnovo del parco riproduttori con l'inserimento di "nuovo sangue" per ovviare alla già troppo stretta consanguineità degli esemplari reperibili in Italia.-
Luca Bernardis
Su gentile concessione dell'autore Luca Bernardis
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L’Agapornis canus, assieme al Crociere (Loxia curvirostra), è la nota dolente delle mie esperienze allevatorie amatoriali, in quanto i risultati finali non mi hanno mai soddisfatto e seppur conscio delle cause più probabili di ciò, mi è sempre rimasto il rimpianto di non aver potuto verificarle pienamente per la mia mancanza (cronica) di adeguati spazi ed alloggiamenti adatti alla specie e che a mio parere avrebbero potuto giocare un ruolo importante e risolutivo nell’iter riproduttivo degli esemplari in mio possesso.
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Esperienza
Fin da subito ero rimasto affascinato dall’A. canus in quanto il maschio è stupendo a mio parere e la femmina anche se non appariscente ha un aspetto particolare, ma la difficoltosa ricerca di coppie disponibili all’inizio mi ha un po’ frenato, anche perché ho mancato per un soffio l’opportunità di entrare in possesso di alcune coppie che un famoso allevatore di A. canus cedeva (all’epoca) per dedicarsi ad altre specie. Comunque alla fine sono riuscito ad assemblare 3 coppie di varia provenienza, che sinceramente non mi soddisfacevano appieno, ma tant’è……..quella era la disponibilità al momento!
I problemi sono cominciati da subito, in quanto due coppie non volevano saperne di mangiare null’altro che un miscuglio di semi “leggero” e qualche spiga di panico: niente verdura, né pastoncini, né frutta, ecc…niente di niente! Mi chiesi subito come avrebbero fatto a svezzare eventuali loro pullus! Altro grosso problema, comune però a tutte le coppie, era l’intrattabilità e la forasticità delle femmine, veramente al limite della sopportazione.
Alloggiati gli esemplari (in coppia) in gabbie da 60, mi dedicai per mesi al loro ambientamento sia locale che alimentare arrivando infine ad un accettabile risultato (ma pur sempre parziale) e quindi posizionai i nidi sperando in buone nuove. Dopo circa 20 giorni due coppie deposero 3 e 4 uova di cui 2 fertili a nido, la terza coppia non depose né allora né mai nel mio allevamento, anche se provai di tutto per ben disporla. Cmq dopo una cova normale ma impossibile da verificare e da seguire a causa del caratterino della femmina (quasi da subito non ho più fatto visite al nido per paura che rompesse le uova, soffiando e saltando di qua e di là) le uova si schiusero e nacquero 4 bei pullus. Qui iniziò la vera parte difficile della mia esperienza: dopo i primi giorni le femmine non alimentavano più i piccoli, nonostante avessero a disposizione tutti gli alimenti possibili che mi erano venuti in mente. Sono stato quindi costretto a fornire ai pullus una alimentazione a mano, ma dopo circa 12-13 giorni sono deceduti uno dopo l’altro.
Patologie varie? Dagli esami ed analisi effettuati nessuna patologia era presente!
Questo iter disastroso si è ripetuto anche nelle cove successive ed allora ho anche provato a mettere a balia i pullus nati presso altre specie ma senza risultato, finchè ho deciso di interrompere questa esperienza di allevamento negativa anche per non nuocere alla salute delle coppie: oramai era chiaro che da me non si sarebbero riprodotte compiutamente, nonostante i miei sforzi.
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Considerazioni
Riflettendo sui fatti e sul loro svolgersi ed assodato che le mie non erano certamente coppie “al top”, che il locale d’allevamento non era pienamente adatto e mettiamoci pure la scarsità di informazioni al riguardo, sono giunto a queste conclusioni:
- partire con coppie “giuste” è imperativo per un buon proseguio nell’allevamento di questa specie.
- l’ambiente è fondamentale: l’allevamento in gabbia non si addice, molto meglio in voliera/volieretta come ho potuto verificare poi presso altri allevatori.
- la promiscuità nel locale con altre specie di Agapornis è un elemento nocivo di disturbo da non sottovalutare.
- esemplari abituati a cibarsi di alimenti vari sono senz’altro da preferirsi in ottica futura (svezzamento pullus).
- come sospettavo questa specie nel periodo svezzamento pullus diventa parzialmente insettivora e di questo ho avuto conferma anche da altre esperienze di allevamento.
- i maschi non danno grossi problemi, ma il comportamento difficile delle femmine complica di molto l’allevamento degli A. canus: è necessario trovare un rimedio a ciò.
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Conclusioni
L’A. canus lo considero meritevole di un più diffuso allevamento, ma mi rendo conto che non è facile reperire esemplari/coppie ad hoc. Ci sarebbe bisogno che un paio di bravi e capaci allevatori con ambienti adatti e buoni esemplari, si dedicassero esclusivamente a questa specie selezionando ceppi buoni e consolidati onde ovviare alle caratteristiche negative che attualmente sono presenti. Questo per poter mettere a disposizione degli appassionati coppie giovani non consanguinee ed anche meno problematiche per la diffusione della specie, che negli ultimi anni ha avuto un decremento significativo di presenze negli allevamenti amatoriali. In quanto la suddetta difficoltà riproduttiva, a volte dovuta anche a problemi sanitari (portatori sani di patologie), ma più spesso per problemi intrinsechi della specie stessa, stà spingendo l’A. canus verso una “brutta china” da cui già ora sarà difficile risollevarlo. Ricordiamoci anche che il loro prelievo in natura non è più permesso (giustamente) e quindi bisogna “lavorare sodo” con gli esemplari a disposizione oggi negli allevamenti in Europa, che dovrebbero permettere ancora (numericamente) di ottenere soddisfacenti risultati riproduttivi. In questo caso però il blocco della cattura di esemplari in natura di questa specie, che secondo la recente classificazione IUCN è da considerarsi di "Minima preoccupazione - LC", si stà rivelando un'arma a doppio taglio impedendo di fatto il rinnovo del parco riproduttori con l'inserimento di "nuovo sangue" per ovviare alla già troppo stretta consanguineità degli esemplari reperibili in Italia.-
Luca Bernardis
Su gentile concessione dell'autore Luca Bernardis
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Re: AGAPORNIS CANUS: esperienza d'allevamento di L. Bernardis
bell'articolo, il Canus e veramente bello se sano e ben tenuto.
Presto mi cimentero nel suo allevamento, c'è chi dice difficile e chi facile, ma molto dipende da che coppia ti capita
Presto mi cimentero nel suo allevamento, c'è chi dice difficile e chi facile, ma molto dipende da che coppia ti capita
Graziano73- Junior Mod
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Re: AGAPORNIS CANUS: esperienza d'allevamento di L. Bernardis
È molto imponente sembra un fischerone bellissimo
sandro mauri- Senior Mod
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Re: AGAPORNIS CANUS: esperienza d'allevamento di L. Bernardis
Il Fischerone che cosa e?
Graziano73- Junior Mod
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Re: AGAPORNIS CANUS: esperienza d'allevamento di L. Bernardis
imponente come postura o atteggiamenti, perché per dimensioni e come una Cocorita
Graziano73- Junior Mod
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Re: AGAPORNIS CANUS: esperienza d'allevamento di L. Bernardis
un grosso fischer agapoins se ho scritto giusto ......ps era un battuta x dire che sembra più grande di un insepa rabile.Graziano73 ha scritto:Il Fischerone che cosa e?
sandro mauri- Senior Mod
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Re: AGAPORNIS CANUS: esperienza d'allevamento di L. Bernardis
Ecco fatto sono stato tradito dalla foto mi sembrava più grosso .......stamattina comincio bene ...
sandro mauri- Senior Mod
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Re: AGAPORNIS CANUS: esperienza d'allevamento di L. Bernardis
Forse ho ancora sonno, non l'avevo capita, comunque e il piu piccolo della famiglia Agapornis
Graziano73- Junior Mod
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Re: AGAPORNIS CANUS: esperienza d'allevamento di L. Bernardis
Behh l 'imponenza nella foto si vede poi non sono esperto nel conoscerli
sandro mauri- Senior Mod
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Re: AGAPORNIS CANUS: esperienza d'allevamento di L. Bernardis
No non sono molto chiassosi, molto molto meno di Fischeri o Roseicollis
Graziano73- Junior Mod
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Re: AGAPORNIS CANUS: esperienza d'allevamento di L. Bernardis
Un po' difficile fargli accettare di mangiare la frutta o verdura, ma con insistenza la mangiano, la preferita dei miei mela e pera
Graziano73- Junior Mod
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Re: AGAPORNIS CANUS: esperienza d'allevamento di L. Bernardis
Invece gli piace molto pastone e semi bolliti.
Nel misto seme preferibile mettere semi piccoli li preferiscono, oltre i classici miglio, scagliola, panico metto semi finocchio di cicoria, papavero, sesamo, tarassaco, lattuga e altri semi simili ne sono molto ghiotti
Nel misto seme preferibile mettere semi piccoli li preferiscono, oltre i classici miglio, scagliola, panico metto semi finocchio di cicoria, papavero, sesamo, tarassaco, lattuga e altri semi simili ne sono molto ghiotti
Graziano73- Junior Mod
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Re: AGAPORNIS CANUS: esperienza d'allevamento di L. Bernardis
Graziano non so se tu hai possibilità di trovarlo ma le mie 2 coppie di Roseicollis e personatus impazziscono per il pastoncino TOVO (Avian)
Riguardo i semi bolliti mi potresti dire come li prepari?
Riguardo i semi bolliti mi potresti dire come li prepari?
Mauro73- Senior Mod
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Età : 51
Località : Como
Re: AGAPORNIS CANUS: esperienza d'allevamento di L. Bernardis
Per il pastone Davide ti saprà indirizzare, io non saprei dirti non lo mai provato puoi guardare nei siti per vendita prodotti ornitologici, Ornitalia, Tropicalworld e altri forse lo hanno
I bolliti li faccio ammollare per piu di 24 ore, cambiando acqua almeno 4/5 volte, poi li faccio bollire per almeno 5 minuti, li scolo asciugò e faccio le porzioni, li congelo nei bicchierini di carta per il caffè.
Io li fornisco perché li imboccano bene e i pulli i digeriscono bene, ma non hanno proprietà nutritive maggiori, anzi forse con la bollitura perdono, pero vedo che sono graditi e li do.
Non tenerli a disposizione piu di 4/5 ore
I bolliti li faccio ammollare per piu di 24 ore, cambiando acqua almeno 4/5 volte, poi li faccio bollire per almeno 5 minuti, li scolo asciugò e faccio le porzioni, li congelo nei bicchierini di carta per il caffè.
Io li fornisco perché li imboccano bene e i pulli i digeriscono bene, ma non hanno proprietà nutritive maggiori, anzi forse con la bollitura perdono, pero vedo che sono graditi e li do.
Non tenerli a disposizione piu di 4/5 ore
Graziano73- Junior Mod
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Età : 50
Località : Sangiustino (PG)
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